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Fondi sostenibili (ESG) asiatici raddoppieranno in pochi anni

I fondi sostenibili (ESG), quelli che (teoricamente) oltre a rispettare l’ambiente puntano anche sulla qualità del lavoro e rispettano lavoratori e comunità sociali locali, sono in rapida crescita. Nel 2020 sono infatti raddoppiati in numero a livello globale, ma in Asia in particolare i fondi ESG raddoppieranno ulteriormente perché c’è forte richiesta.

Secondo gli analisti di JPMorgan Chase e Co (JPM), contattati da Cnbc, bisogna attendersi un nuovo raddoppio di tali fondi ESG in Asia anche nei prossimi anni.

Due i fattori chiave che porteranno ad una crescita esponenziale degli investimenti nei fondi sostenibili (ESG). Il primo riguarda le richieste delle autorità di regolamentazione rivolte alle società quotate. Queste ultime devono fornire i loro dati ESG per la trasparenza. Il secondo fattore chiave per la crescita riguarda la richiesta dei fondi pensione e degli endowment fund, i quali spingono sui gestori degli asset affinché tengano conto dei parametri ESG nel processo di selezione degli investimenti.

Questo secondo passaggio in particolare, può essere considerato una vera conversione degli investitori verso un mondo finanziario che rispetta e fa rispettare la sostenibilità. Ed in effetti, se lo fa il mondo finanziario, tutti lo dovranno fare.

Fondi sostenibili (ESG): valanga travolgente

Nel 2017 il Fondo di investimento pensionistico del governo giapponese, integrò le pratiche di sostenibilità e di etica nel suo processo di selezione degli investimenti, creando un effetto a catena nel settore finanziario, e non solo in Giappone ma in tutta l’Asia.

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Per ora nazioni come la Corea del Sud, la Cina e il Giappone puntano a migliorare i criteri legati alle emissioni. In particolare la Cina punta ad azzerare le sue emissioni di CO2 entro il 2060.

Quindi in Asia, i fondi sostenibili (ESG), in particolare conteranno sulla “E”, ovvero sull’ambiente.

Per la Cina significherà ridurre nei prossimi decenni in modo significativo il numero di centrali a carbone che al momento producono energia per altre industrie e per i cittadini. Una impresa titanica se si pensa che la Cina dipende al 60% dal carbone e dovrà portare questa sua dipendenza al 2% o 3%.

Allo stesso tempo si comprende anche quanto saranno fondamentali gli investimenti per realizzare questa opera titanica. La Cina dovrà infatti riconvertirsi alle rinnovabili installando numerosi parchi eolici e impianti fotovoltaici. Ci si aspetta che tali impianti di produzione dell’energia, in Cina, raddoppieranno nei prossimi cinque anni. E per farlo serviranno nuovi fondi sostenibili (ESG) asiatici che sostengano gli investimenti.

Commercio in Cina

In chiusura una nota di aggiornamento sul commercio in Cina, dove nel mese di marzo si nota un prosieguo nella ripresa dell’economia asiatica, anche se inferiore alle attese.

Le esportazioni salgono del +30,6% a marzo, mentre a febbraio si registrava un eccezionale +60,6%. Gli analisti si attendevano per marzo un +35,5%.

Aumentano anche le importazioni al +38,1%, dopo il +22,2% del mese di febbraio. In questo caso le attese erano per un +23,3%.

Il surplus commerciale della Cina si attesta quindi a 13,8 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 103,25 miliardi di dollari del mese precedente. Il consensus si attendeva 52,05 miliardi.

This article was originally posted on FX Empire

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