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Greggio tocca massimo pluriennale sopra 86 dollari, poi ritraccia

Piattaforme offshore nel Golfo del Messico vicino Port Fourchon, Louisiana

LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio hanno toccato un massimo di tre anni sopra gli 86 dollari al barile, spinti da un'offerta limitata e dalla crisi energetica globale, per poi ritracciare penalizzati da prese di beneficio.

Ad alimentare i guadagni, i dati di ieri della Energy Information Administration statunitense hanno mostrato che le scorte di greggio e di carburante si sono ridotte, con le riserve di greggio presso l'hub di stoccaggio di Cushing scese al minimo di tre anni.

Il Brent è salito fino a 86,10 dollari, il massimo da ottobre 2018, ma alle 11,10​ circa scambia in ribasso di 75 centesimi​​, ovvero ​​​​​​​​​​​​​dello​​​​​ 0,87%, a 85,07​ dollari al barile, mentre il greggio Usa cede ​56 centesimi, o ​​​​​​​​​​​​​​​​​lo​​​​​​​​ 0,67​%, a 82,86 dollari al barile.

"Abbiamo visto qualche correzione, ma il sentiment generale è rimasto stabile poiché non ci sono stati grandi aumenti di produzione da parte degli Stati Uniti o dell'Opec", ha detto Satoru Yoshida, un analista del settore delle materie prime di Rakuten Securities.

Il petrolio è stato messo sotto pressione anche dal calo dei prezzi del carbone e del gas naturale. In Cina, il carbone è sceso dell'11%, estendendo le perdite di questa settimana da quando Pechino ha segnalato che potrebbe intervenire per raffreddare il mercato.