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Istat, inflazione rallenta ancora a febbraio ma sale componente di fondo

Una bandiera italiana a Roma

di Antonella Cinelli

ROMA (Reuters) - Prosegue a febbraio la fase di rallentamento dell'inflazione italiana, frutto dell'attenuarsi delle tensioni sui prezzi degli energetici, ma cresce l'inflazione di fondo.

In base ai dati preliminari resi noti stamani da Istat, l'indicatore nazionale dei prezzi al consumo viene stimato in progresso dello 0,3% su mese e del 9,2% su anno - contro attese pari a 8,8% a livello tendenziale - dopo +0,1% e +10% della lettura definitiva di gennaio.

Anche a livello di zona euro, secondo i dati odierni di Eurostat, l'inflazione è diminuita meno del previsto e ha visto un aumento della componente 'core', rafforzando le aspettative di rialzi dei tassi di interesse a un ritmo sostenuto da parte della Bce.

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Gli ultimi dati "fanno entrare in gioco un aumento di tassi di 75 punti base per il prossimo meeting" della Bce in agenda il 16 marzo, commenta Ken Wattret, Head of European Analysis and Insights di S&P Global Market Intelligence.

RITMO DISINFLAZIONE

L'Italia, che dipende in larga misura dalle importazioni per il suo fabbisogno energetico, ha visto l'inflazione aumentare più rapidamente rispetto a molti dei suoi partner dell'area dell'euro a causa dell'impennata dei prezzi del gas a livello internazionale.

Ora che i costi del gas stanno diminuendo, l'inflazione italiana dovrebbe scendere più rapidamente rispetto alla maggior parte della zona euro, spiega Loredana Federico, capo economista di UniCredit.

Il mese scorso i prezzi degli energetici hanno rallentato al 28,2% su anno rispetto al 42,5% di gennaio, secondo i dati Istat.

RIFLETTORI SU PREZZI ALIMENTARI

L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sale a +6,4% da +6,0% di gennaio, e quella al netto dei soli beni energetici passa al 6,5% dal 6,2%.

Secondo Federico, però, sorprende "soprattutto la componente di prezzi dei beni alimentari, con una crescita rimasta sostenuta anche a febbraio. In particolare si è interrotto il trend di diminuzione dei prezzi degli alimentari freschi su base annua".

Salgono in effetti al 13% dal 12% di gennaio i prezzi del cosiddetto carrello della spesa, che oltre ai beni per la cura della casa e della persona comprende appunto gli alimentari.

Restano invece sostanzialmente stabili i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto.

L'inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,5% per l'indice generale e a +3,7% per la componente di fondo.

Venendo all'Ipca, l'indice armonizzato aumenta dello 0,2% su base mensile e del 9,9% su base annua, dopo -1,5% e +10,7% rispettivamente di gennaio. Le attese erano per una flessione dello 0,4% congiunturale e un rialzo del 9,4% a perimetro annuo.

(Antonella Cinelli, editing Stefano Bernabei)