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Italia ancora in deflazione, disoccupazione giovanile a record

Operai a lavoro in un cantiere. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

Mentre la politica italiana si divide sull'abolizione dell'articolo 18, dal mercato del lavoro arrivano altri segnali di preoccupazione per il paese, peraltro sullo sfondo di un'economia che si conferma in deflazione. Nel mese di agosto la disoccupazione giovanile sale al nuovo record del 44,2%: mai nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni era risultata così alta l'incidenza dei disoccupati dall'inizio delle serie storiche (sia quelle mensili, partite nel 2004, sia quelle trimestrali, partite ad inizio 1977). All'interno dell'Ue, solo Grecia e Spagna registrano una disoccupazione giovanile più elevata. Un lieve miglioramento si è avuto per la disoccupazione complessiva, scesa in agosto al 12,3% dal 12,6%: ma non siamo lontano dal record del 12,7% dello scorso novembre. SALE NUMERO OCCUPATI, MA ANCHE NUMERO SCORAGGIATI "Il calo della disoccupazione è dovuto sia ad un aumento degli occupati, e questo è un dato positivo, sia ad un aumento degli inattivi" spiega l'economista di Unicredit Chiara Corsa. "Non vedo ancora un effetto positivo del ciclo economico sul mercato del lavoro, quindi l'aumento degli occupati potrebbe essere un riflesso del decreto Poletti, ma è difficile valutare e soprattutto dire se sarà duraturo". Agosto ha visto un aumento di 32.000 unità del numero degli occupati, a fronte però di un calo complessivo della forza lavoro di 50.000 unità (di cui 32.000 dovute ad un aumento degli inattivi). Il tasso di occupazione è pari al 55,7% (+0,1 punti in termini congiunturali), mentre il tasso degli inattivi si attesta al 36,4% (+0,1 punti). "L'aggiustamento sarà lento, non vedo molti margini per sorprese positive, soprattutto sul ciclo economico, a meno che l'effetto del decreto Poletti non si riveli maggiore delle previsioni" prosegue Corsa. "In ogni caso un miglioramento delle prospettive occupazionali creerà prima di tutto una riduzione degli scoraggiati e un aumento della forza lavoro: nel breve il tasso di disoccupazione rimarrà alto". Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha commentato i dati affermando che "se da un lato confermano che si è sostanzialmente arrestata la caduta dei livelli occupazionali, dall'altro evidenziano la necessità di insistere in direzione di una ripartenza dell'economia che dipenderà, oltre che dal contesto internazionale ed europeo, dalle scelte di investimento delle imprese e di consumo dei cittadini che sono state e saranno sostenute dall'azione di riforma e dalle politiche del Governo". Nella zona euro il tasso di disoccupazione di agosto è dell'11,5%, invariato rispetto ai due mesi precedenti. DEFLAZIONE Sul fronte dei prezzi, il preliminare di settembre ha mostrato un'inflazione italiana ancora in negativo dello 0,1% tendenziale (in linea con le attese), confermando il dato di agosto, quando l'economia del paese segnava il suo ingresso in deflazione per la prima volta dal 1959. L'indice dei prezzi al consumo ha invece registrato una contrazione dello 0,3% congiunturale in settembre (in linea con le attese) dopo il +0,2% di agosto. La stessa zona euro stenta a intraprendere un trend stabile di risalita dei prezzi, che sgombri il campo dai timori di deflazione, per quanto la Bce continui a ripetere che le aspettative restano "ben ancorate". Il preliminare dell'inflazione della zona euro ha segnato uno 0,3% in settembre, in linea con le attese ma in calo rispetto allo 0,4% di agosto. L'inflazione acquisita italiana per il 2014 scende allo 0,3%. Nella nota dell'Istat si legge che l'accentuarsi della riduzione tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-2,8%, da -1,2% di agosto) è bilanciata dalla riduzione dell'ampiezza del calo dei prezzi degli alimentari non lavorati (-0,9%, da -1,8% del mese precedente); le altre tipologie di prodotto confermano "sostanzialmente gli andamenti tendenziali di agosto". L'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, è stabile a +0,5%. L'economista di Intesa Sanpaolo Paolo Mameli sottolinea che su base annua si conferma una tendenza deflazionistica in tre comparti, ovvero comunicazioni (-8,2%), spese per la casa (abitazione, acqua, elettricità e combustibili: -1,2%) e alimentari (-0,1%). PER PREZZI RISALITA LENTA Tuttavia, prosegue Mameli, "l'inflazione potrebbe tornare in positivo già da ottobre, aiutata dai rincari delle bollette di luce e gas; tuttavia, sia negli ultimi mesi di quest'anno che per tutta la prima metà del 2015 il Cpi potrebbe attestarsi solo di qualche decimo al di sopra dello zero". Anche Chiara Corsa di Unicredit parla di un'inflazione italiana che a partire dall'ultimo trimestre del 2014 dovrebbe vedere una "lenta" risalita. "Per rivederla di nuovo vicino all'1%, che comunque rimane un'inflazione bassa, bisognerà aspettare la seconda metà del 2015" afferma. "L'output gap è ancora molto ampio e il processo per colmarlo sarà molto lento, e la probabilità di sorprese positive sul fronte della crescita molto bassa". Unicredit stima un'inflazione italiana ad una media dello 0,3% medio per quest'anno e dello 0,8% per il prossimo. Ha collaborato Antonella Cinelli Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. 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