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Giovane e miliardario: Brian Chesky, fondatore di Airbnb, racconta il segreto del suo successo

Se c'è una domanda che ha guidato le più profonde e rivoluzionarie innovazioni della storia, questa è “Come sarebbe se?”. Nel mio nuovo appuntamento digitale, “World 3.0”, vi raccontero la storia di donne e uomini che si sono posti questa domanda nel campo della tecnica, della scienza, della medicina, dell'impresa e della filantropia, trovando risposte che hanno migliorato – e in alcuni casi ostacolato – le loro aziende. Brian Chesky è una di queste persone.

Brian era – come lui stesso si descrive – un uomo alla deriva, disoccupato, incapace di fronteggiare all'affitto dell'appartamento che divideva, a San Francisco; con il suo coinquilino, Joe Gebbia. Ma un'idea li ha fulminati. Cosa sarebbe accaduto se avessero affittato degli spazi nel loro appartamento in occasione di eventi rilevanti in città, come la conferenza internazionale di design?

Era il 2007, si accingeva il boom di quella che sarebbe stata chiamata “economia della condivisione”. Biciclette, macchine, persino cani (sì, avete capito bene) possono essere affittati su base temporale. E allora perché non un letto, un appartamento o addirittura un castello in Irlanda? Oggi, l'azienda che Chesky ha fondato nel 2007 con Gebbia e Nathan Blecharczyk, la Airbnb, ha un valore stabilito in 10 miliardi di dollari e ha annunci di affitti in 192 paesi differenti.

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Oggi Chesky ammette di chiedersi: “cosa sarebbe successo se non avessimo mai avuto quella possibilità?”. La sua quota personale nella società ne fa, a quasi 33 anni, uno dei più giovani miliardari del mondo.

Il successo che ha arriso alla sua iniziativa è enorme, praticamente quanto l'ufficio da quasi 6700 metri quadrati della Airbnb, ma non è giunto che a seguito di una scommessa vinta. Non sono mancati d'altra parte gli incidenti critici, con appartamenti saccheggiati, ridotti a discarica o usati per incontri sessuali. Chesky ammette che all'inizio la sua azienda è stata forse un po' sprezzante dei rischi, se non completamente folle nel suo approccio al tema della sicurezza. Dopo un grave accadimento nel 2011, la Airbnb ha implementato nuove politiche, e oggi conta circa 100 addetti esclusivamente dedicati alla sicurezza del servizio offerto. Nonostante ciò, qualche volta i problemi sorgono nuovamente. Solo nello scorso aprile ho letto a proposito di Airbnb che alcuni appartamenti erano stati trasformati in veri e propri postriboli dalle prostitute a New York. Chesky fa notare che a fronte dei pochi casi in cui queste disavventure sono capitate, la Airbnb ha 600mila annunci, e che milioni di ospiti hanno ricevuto ospitalità senza problemi.

Una questione anche più stringente è quella riguardo a quanti di questi 600mila annunci siano veramente legali. Da Barcellona a Parigi, fino a Malibu, le autorità locali stanno mettendo in discussione il diritto degli affittuari di realizzare proventi con le loro proprietà e stanno indagando su quei locatori che mettono a disposizione più unità contemporaneamente. In ballo ci sono milioni di dollari di imposte eluse, per non parlare dei regolamenti e dei codici che questi hotel improvvisati stanno aggirando.

Si stima che a New York circa la metà degli affitti realizzati mediante Airbnb siano illegali, violando una legge che proibisce affitti per un periodo minore di 30 giorni. Se non avete seguito la battaglia legale guidata dal procuratore generale di New York, Eric Schneiderman, l'ultima novità è che Airbnb ha consegnato agli inquirenti i dati dei suoi clienti, e lo stato indagherà su coloro che ritiene sospetti.

Proprio ora gli interessi non potrebbero essere più alti. Ho incontrato Brian Chesky in un momento critico. Se un numero consistente degli annunci di Airbnb nel mondo venissero rimossi per ragioni legali, il suo business potrebbe entrare in seria crisi, con una parabola simile a quella che gli ha permesso di espandersi.

Qualche mese dopo alcuni rumors hanno iniziato circolare relativamente a un documento top secret, da una sola pagina, che conterebbe i dettagli di un piano di Airbnb per abbandonare il settore immobiliare. Suona diabolico, giusto? Nella mia intervista l'ho incalzato sui dettagli di questo piano, e mentre lui mi appariva guardingo, gli avrei voluto dire quanto mi appariva chiaro che la lista dei grandi interessi che lo detestano sarà presto più lunga di quella dei soli hotel. Ma lui l'ha messa sullo scherzo, affermando che non vi sono attualmente piani per lanciare una compagnia aerea. Ancora no.

Credo che la sua storia, il successo che l'azienda ha riscosso e il posto di rilievo che la rapidissima crescita dell' “economia dello scambio” gli ha dato, facciano di Chesky la persona perfetta per lanciare “World 3.0”. Sono davvero emozionata dalle possibilità che spuntano oggi nella tecnica, tutti quei “come sarebbe se” che vengono avviati.

Questa è la gran parte dei motivi per i quali ho voluto lanciare questa serie, e perché mi sono unita a Yahoo. Mi sto ponendo il mio “come sarebbe se”, dopo più di tre decenni trascorsi in televisione. Il mondo sta cambiando, o si sta riconfigurando, e io sono davvero elettrizzata dalla possibilità di essere parte di questo cambiamento, raccontandovi le storie di persone e idee che diventeranno parte del nostro futuro.

Chi pensate che sia un grande innovatore globale, e chi volete vedere presentato da questa serie? Fatemelo sapere su Twitter (@katiecouric), o su Tumblr.