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La funzione di Instagram che blocca i bulli

[Getty]
[Getty]

Instagram è il social più utilizzato dai ragazzi, ed è inevitabile che sia teatro di bullismo. Pur se non ancora particolarmente diffusi - Facebook ha più problemi, in questo senso -, la loro presenza ha spinto la società di Zuckerberg (che, ricordiamolo, è proprietaria del social fotografico) ad attivare due soluzioni per contenere i fenomeni di violenza verbale. La prima consiste in un sistema machine learning per riconoscere insulti e offese prima che vengano postati, e che chiede all'autore di ripensarci. La seconda in un’opzione di restrizione, che ai commenti degli account indesiderati di essere visibili sulle proprie pagine.

Il primo sistema funziona in modo semplice: si attiva subito dopo l'invio di un commento ma un attimo prima di essere reso visibile a tutti. Quando il software intercetta insulti o parole violente associabili al bullismo, mostra all'autore una finestra di dialogo con cui gli chiede se sia veramente sicuro di procedere con la pubblicazione. Secondo gli sviluppatori, nelle fasi di test la domanda ha effettivamente sortito effetti benefici, conducendo molto spesso a cancellare i commenti e a riformularli con più educazione.

La seconda soluzione punta ad arginare commenti negativi da parte di bulli o stalker, senza però notificare loro alcunché per evitare che fuori dal social (per esempio scuola o sul luogo di lavoro) questi individui possano rifarsi. Non è però un blocco, perché attivando la funzione su un utente molesto, quest'ultimo potrà continuare a commentare sulla pagina ma i suoi interventi non saranno visibili agli altri a meno di non essere approvati singolarmente dal proprietario della pagina. Similmente, le persone alle quali è stato limitato l’accesso non potranno vedere quando il proprietario dell'account è online né sapere se quest'ultimo ha letto i loro messaggi sulla funzione dei contatti diretti.