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Legge di Bilancio, tutto quello che c’è da sapere sul condono

Luigi Di Maio, Giuseppe Conte, Matteo Salvini (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)
Luigi Di Maio, Giuseppe Conte, Matteo Salvini (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

Condono? Chiamatelo come vi pare, le scelte lessicali sono libere”, ha commentato ieri il premier Giuseppe Conte, nella conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri. E la sanatoria gialloverde è servita. Quattro i pezzi dell’operazione: la prima è la rottamazione-ter delle cartelle; la seconda la sanatoria delle liti fiscali in corso; la terza è la cancellazione dei debiti con il Fisco sotto i mille euro e la quarta è la possibilità per chi ha evaso di presentare una dichiarazione integrativa, pagando il 20 per cento del nuovo imponibile emerso.

La “dichiarazione integrativa”

La novità è la dichiarazione integrativa. Non è certo il primo condono fiscale, nel 2002 Berlusconi e Tremonti vararono quello tombale, osteggiato fino all’ultimo dai grillini. La nuova dichiarazione integrativa non si limita a cancellare sanzioni e interessi, ma consente di mettersi in regola pagando il 20 per cento dell’imponibile Irpef emerso.

I paletti

Due paletti, subito annunciati dal M5S: il nuovo imponibile dichiarato ad integrazione del vecchio non deve essere superiore al 30 per cento di quanto dichiarato in modo fraudolento e non può superare il tetto dei 100mila euro. L’Iva non fa parte della sanatoria: il lavoratore autonomo che si autodenuncia, quindi, rischia di vedersi contestare l’Iva relativa ai redditi emersi.

La rottamazione-ter

Per mettersi in regola si pagherà l’intero ammontare delle imposte dovute, ma senza multe e interessi di mora. Le rate saranno trimestrali, in tutto venti, e questo significa che il debito può essere spalmato in cinque anni, anziché due come previsto dalla rottamazione-bis, rendendo, di fatto, meno conveniente la misura già in atto.

Multe annullate sotto i mille euro

L’altra misura riguarda la chiusura delle liti pendenti di fronte alle commissioni tributarie. In questo caso si potrà interrompere il processo con l’Erario al primo grado, pagando il 50 per cento del non dichiarato, evitando anche il rischio del ribaltamento della sentenza nel grado successivo, e il 20 per cento al secondo per evitare la Cassazione. Rottamazione per i debiti fino a mille euro, per le multe o bolli auto non pagati, nel decennio 2000-2010.

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