"L'estate rallenterà il virus, ma non lo fermerà": lo studio
Temperature più alte e maggiore umidità probabilmente rallenteranno la corsa del coronavirus, ma non basterà certo l’estate a fermare l’epidemia. A confermarlo è un nuovo studio delle università cinesi di Beihang e Tsinghua di cui parla il DailyMail.
Il team di ricercatori ha osservato la velocità di trasmissione del COVID-19 in 100 città in Cina dove ci sono stati 40 o più casi di coronavirus tra il 21 gennaio e il 23 gennaio, scoprendo che questa è diminuita con l’aumentare delle temperature. “Caldo e umidità elevati riducono significativamente la trasmissione di COVID-19”, si legge nello studio.
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Il presidente Donald Trump per settimane ha assicurato i cittadini americani che il coronavirus - che al 24 marzo ha infettato più di 41.000 persone negli Stati Uniti - probabilmente svanirà entro aprile in quanto "il calore in genere uccide questo tipo di virus". Sebbene molti esperti di salute pubblica suggeriscano che effettivamente i virus sopravvivono con difficoltà alle alte temperature, lo studio cinese conferma che in realtà il calore riduce solo la rapidità del contagio, ma non lo ferma.
I dati sono comunque significativi: infatti, se normalmente l’indice di velocità di diffusione della malattia (o R-0) sembra oscillare tra 2 e 2,5 (il che significa che ogni persona può infettare tra le due e le due persone e mezzo), secondo lo studio cinese “l’aumento di un grado Centigrado e contemporaneamente l’aumento dell’1% di umidità relativa, abbassano questo indice di 0,0383 e 0,0224”. È un impatto minuscolo “ma eloquente”, secondo gli autori della ricerca.
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