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Pensioni: l'accorpamento della previdenza porta all'INPS un disavanzo di sei miliardi

Il decreto "salva Italia" del dicembre scorso ha deciso l'accorpamento di ENPALS (l'ente previdinziale dei lavoratori dello spettacolo e dello sport) e INPDAP (l'ente previdenziale dei dipendenti della pubblica amministrazione) all'INPS, con la creazione di quello che è stato definito "Super INPS". Questo, si legge nel comma 1 dell'articolo 21 del decreto, "in considerazione del processo di convergenza ed armonizzazione del sistema pensionistico attraverso l'applicazione del metodo contributivo, nonché al fine di migliorare l'efficienza e l'efficacia dell'azione amministrativa nel settore previdenziale e assistenziale".

Solo che l'INPDAP si porta in dote un disavanzo di quasi 6 miliardi di euro per il 2012. È questo l'allarme lanciato dal CIV (Consiglio di Indirizzo e Vigilanza) dell'INPS, che prevede un ulteriore aumento del disavanzo, fin quasi a 7 miliardi nel 2013 (6.936.000) e nel 2014 (6.963.000). Si legge nella prima nota di variazione di bilancio 2012 del Super INPS, ad opera del CIV: "l'assunzione da parte dell'INPS del deficit imputabile al soppresso INPDAP comporterà nel breve periodo un problema di sostenibilità dell'intero sistema pensionistico pubblico".

Comprensibilmente, questa nota ha destato molta preoccupazione e costretto il ministro del welfare Elsa Fornero e il presidente dell'INPS Antonio Mastrapasqua a intervenire pubblicamente. Nel corso di un'audizione alla Camera, il ministro ha infatti dichiarato che le pensioni non sono a rischio e che il buco dell'INPDAP è sempre stato noto e, come è sempre successo,verrà coperto dallo stato, anche se con modalità differenti rispetto al passato. Molto probabilmente non più in modo diretto, ma in forma di rimborso all'INPS che si troverà comunque a dover anticipare.

Dal canto suo, il presidente dell'ente, reduce dallo scontro con il ministro riguardo alla questione esodati, si schiera questa volta dalla parte del governo. “La sostenibilità del sistema pensionistico è stata certificata da tutte le riforme che sono state fatte, da ultima quella Monti-Fornero che ha avuto il gradimento della commissione europea, dell’Ocse e della Banca d’Italia" dichiara Mastrapasqua e continua "la sostenibilità è qualcosa che va oltre un bilancio che rappresenta dei numeri, ma non rappresenta la tendenza. Quindi mi sento di poter dire che, a fronte di quello che sicuramente sono dei commenti tra il tecnico, ma anche soprattutto politico, ci sono dei numeri incontrovertibili che sono dati dalla certificazione avvenuta dagli organismi europei della sostenibilità e delle buone riforme che sono state fatte nel nostro Paese”. Sempre l'INPS smentisce inoltre, in una nota ufficiale, anche le notizie circolate in questi giorni a proposito dell'esubero di 5.000 dipendenti e della cancellazione di 23 direttori generali e 73 direttori di secondo livello.

Ma quali sono le cause del disavanzo dell'INPDAP? Lo rileva sempre il CIV nella stessa nota alla variazione di bilancio 2012 del Super INPS: "è quasi totalmente ascrivibile alla gestione ex-Cpdel" (il trattamento pensionistico del personale degli enti locali) "imputabile per la maggior parte al blocco del turnover che ha impedito agli enti locali di assumere personale nel caso in cui non veniva rispettato il patto di stabilità". Il blocco del turnover, "che riguarda anche le amministrazioni statali e quasi tutto il pubblico impiego, causa una consistente contrazione delle entrate contributive, a fronte delle quali si rileva un continuo aumento delle uscite per prestazioni istituzionali, determinando nella gestione ex INPDAP crescenti deficit patrimoniali". Il prossimo decreto sulla spending review sembra quindi destinato a peggiorare la situazione in questo senso, se non verrà adeguatamente bilanciato, dal momento che sono stati annunciati 24.000 esuberi nella pubblica amministrazione che finiranno per ridurre i contributi versati a fronte di un aumento dei pensionati pubblici.

Pesaro, dipendenti lavorano in nero ma sono in cassa integrazionePesaro, (TMNews) - Al lavoro regolarmente tutti i giorni, anche se in Cassa integrazione. La Guardia di finanza di Pesaro ha scoperto una azienda che faceva lavorare in nero i dipendenti per i quali da tempo aveva chiesto all'Inps il ricorso agli ammortizzatori sociali. L'azienda per gli anni 2010, 2011 e 2012 aveva sottoscritto con le organizzazioni sindacali appositi accordi per la cassa integrazione ordinaria, con una riduzione dell'orario di lavoro da 40 a 0 ore settimanali. Poi ha omesso di contabili