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Pop Vicenza, perdita sem1 a 795 mln dopo pulizia conti, aumento coperture

VICENZA/MILANO (Reuters) - Pop Vicenza chiude il primo semestre con una perdita di 795 milioni di euro dopo le pesanti operazioni straordinarie di rettifiche di partecipazioni, aumento delle coperture sugli Npl e accantonamenti per rischi legali.

La decisione di Cattolica Assicurazioni di recedere dall'accordo di partnership in seguito alla trasformazione dell'istituto berico in Spa pesa sui conti della banca per 311 milioni circa.

In particolare 230 milioni circa si riferiscono alla svalutazione ai prezzi di mercato della quota del 15,1% circa di Cattolica, mentre 81 milioni circa sono legati all'eventuale esercizio del diritto a vendere da parte della compagnia assicurativa le quote del 60% delle joint venture di bancassicurazione.

Sul tema l'AD Francesco Iorio al termine del Cda ha detto che la banca, con l'aiuto di un advisor sta cercando delle "soluzioni alternative" alla partnership con Cattolica che potrebbero anche includere Veneto Banca. Allo stesso tempo è aperta a valutare possibili strade per proseguire nell'accordo con il gruppo assicurativo veronese.

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Le rettifiche su crediti, anche alla luce dei primi esiti dell'ispezione della Bce, sono state inoltre pari a 593 milioni dopo che la copertura dei deteriorati è salita al 46,2%, con un aumento di 3,8 punti percentuali rispetto a fine 2015.

Per quanto riguarda le litigation su azioni Pop Vicenza, a fronte di una crescita del reclami e contenziosi, la banca ha contabilizzato ulteriori accantonamenti al fondo rischi e oneri per 94,4 milioni che hanno portato l'importo complessivo del fondo a 230,7 milioni a fine giugno.

Sul fronte legale la banca è aperta ad aprire tavoli di conciliazione con la clientala e ribadisce l'obiettivo di avviare tutti i passi necessari per un'azione di responsabilità nei confronti della passata gestione.

A fine giugno i crediti deteriorati lordi ammontano a 9,4 miliardi, in aumento del 4,8% rispetto al primo semestre dell'anno scorso, di cui quasi la metà riferibili a clientela con esposizioni correlate al cosiddetto 'capitale finanziato'.

Il CET 1 si posiziona al 10,75% rispetto al 6,65% di fine 2015 grazie all'intervento del Fondo Atlante che ha sottoscritto l'aumento da 1,5 miliardi diventando azionista con il 99,3% del capitale.

Iorio ha inoltre ricordato che il nuovo Cda ha avviato una revisione del piano industriale incentrato su un rapporto costi/ricavi sostenibili nel tempo e che dunque vedrà maggiori esuberi di quelli previsti in precedenza alla luce del calo dei ricavi.

Sotto il profilo industriale, il presidente Gianni Mion ha detto che sono stati avviati contatti con i vertici di Veneto Banca per valutare eventuali sinergie.

(Andrea Mandalà, Valentina Za)