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Rally in pericolo? Settori da evitare e preferire per JP Morgan

L'Europa è divisa tra la paura del terrorismo, quella della perdita, tra qualche mese, della Gran Bretagna in transazione per un divorzio dall'Ue, e una crisi economica che non lascia molta serenità all'economia.

La view di JP Morgan

Per questo motivo in molti si sono rivolti all'orizzonte statunitense in cerca di certezze, tanto da aver creato un rally che ha portato i livelli dei listini statunitensi verso nuovi record. Ma come ogni buon investitore sa, quello che sale, alla fine deve anche scendere. E' questione di tempo. Per JP Morgan, per esempio, potrebbe essere il momento di guardare ai mercati emergenti. A dichiararlo è Stephen Parker, Head of Thematic Solutions per JP Morgan la cui tesi parte dall'assunto che proprio nel momento in cui l'oro e i bond (soprattutto statunitensi) hanno rappresentato un porto sicuro per gli investitori, un atteggiamento che ha permesso la nascita di un rally su questi due asset, potrebbero verificarsi dei problemi. Secondo Parker, infatti inizialmente l'ottimismo era giustificato da alcuni report su trimestrali che avevano battuto le attese. Un esempio quello di General Electric e Whirlpool, che hanno incoraggiato gli investitori e che avrebbero inizialmente rappresentato una conferma circa una stabilizzazione della crescita economica. Inoltre sia l'oro che i bond Usa sono stati da sempre intesi come una sorta di beni rifugio per gestire la volatilità. Adesso, però, è il caso di prestare attenzione. Almeno nel breve termine.

Il ritorno degli emergenti

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Oltre al rendimento sul decennale Usa (che si aggira intorno a 1,60%) per il rappresentante di JP Morgan, ci sarebbero insidie anche in settori come servizi pubblici e beni di prima necessità. Da qui la necessità per gli investitori di guardare verso settori più ciclici, come beni di consumo discrezionali, tecnologia ed energetici, asset class che potrebbero essere di supporto ai mercati statunitensi nelle evoluzioni di lungo periodo. Inoltre, Parker ha invitato gli investitori a prendere in considerazione le opportunità presenti sui mercati emergenti, ora rivalutati da tutti quelli che negli ultimi anni se ne erano allontanati; un settore interessante visto che la crescita globale e quella delle materie prime si sono stabilizzate. Non solo, ma a loro favore giocherebbero anche le prospettive di tassi bassi presenti ancora per qualche tempo sui mercati e le prospettive di una Fed meno impaziente verso una stretta del costo del denaro. Nel frattempo, anche il dollaro USA, un altro rifugio sicuro, si è relativamente stabilizzato in una fascia meno volatile.

A confermare il trend ci sarebbe anche l'atteggiamento di Bank of America che non più tardi di 10 giorni fa registrava da parte degli investitori un interesse verso i fondi obbligazionari dei mercati emergenti, interesse che ha portato a investire la seconda cifra più alta di sempre: 5 bilioni di dollari.

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