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Settimana cruciale per Donald Trump

Al via settimana cruciale per Donald Trump

di Arnaud Masset

Donald Trump sta per pronunciare il discorso più importante – almeno per i mercati finanziari – dal giorno del suo insediamento. Gli investitori attendono, infatti, con impazienza che il presidente illustri finalmente il suo piano su spesa fiscale e taglio delle tasse. Nelle ultime settimane, le borse di tutto il mondo hanno compiuto forti rally, e gli indici USA hanno fatto segnare giorno dopo giorno nuovi record. I prossimi giorni saranno quindi un campo minato per gli investitori. Le aspettative del mercato sono molto elevate, ma altrettanto alta è la possibilità di una forte delusione da Trump. D’altro canto, gli investitori non esiteranno a ricaricare le posizioni lunghe se Trump annuncerà delle misure audaci.

In questo avvio di settimana le azioni si muovono in entrambe le direzioni, perché gli investitori non sanno da che parte soffierà il vento. I mercati regionali asiatici si sono mossi in terreno negativo, il Nikkei ha ceduto lo 0,91%, l’indice CSI (Shanghai: 600158.SS - notizie) 300 della Cina continentale lo 0,89%. Dall’altra parte dell’Atlantico, le borse europee hanno aperto la settimana con maggiore solidità, l’Euro Stoxx 50 guadagna lo 0,30%. Nonostante questo quadro rassicurante, da venerdì è in aumento la volatilità, ciò indica che gli investitori si stanno innervosendo. Sui mercati valutari, gran parte delle coppie di valute stamattina si muove lateralmente.

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Divergenza sul fronte del rischio politico

di Peter Rosenstreich

Con l’avvicinarsi delle elezioni olandesi del 15 marzo, in Europa diventa sempre più concreta l’importanza della politica per le prospettive dell’Eurozona. L’EUR non è riuscito a reagire positivamente alla notizia dell’alleanza politica in Francia, che suggerisce un calo delle probabilità di una vittoria di Le Pen (Other OTC: PENC - notizie) alle presidenziali, malgrado la riduzione dello spread fra i rendimenti dei titoli francesi e tedeschi. L’assenza di volatilità indica che è aumentata l’avversione al rischio, gli operatori si preparano, infatti, a una raffica di eventi destabilizzanti. Continuiamo a cercare un’opportunità per andare corti sul panorama politico europeo e riteniamo che l’andare corti sull’EUR/GBP sia l’operazione più logica. Crediamo che l’incertezza politica in Europa non sia solo dovuta a un insieme di eventi singoli, ma a un crescente sentiment negativo, che prevede un’Europa paralizzata dai timori di una spaccatura. Ciò peserà sull’EUR, anche se i risultati facessero prevedere un esito positivo. Negli USA, il mercato è diventato più sensibile alle sorprese economiche positive. I recenti dati riferiti al T4 mostrano un momentum forte, nonostante la debolezza dei consumi e degli investimenti fissi, mentre le pressioni inflazionistiche continuano ad aumentare. Il PMI manifatturiero dovrebbe salire a 56,4 da 55,9 punti e anche il sentiment del settore Servizi è visto in miglioramento, da 54,5 a 55,3 punti. Questa settimana dovrebbe essere consegnato in Commissione il Progetto di Legge sulla Notifica di Ritiro, che potrebbe ridurre l’incertezza. Il rimbalzo di recupero dell’EUR/GBP a 0,8535 (frenato dalla media mobile a 50 giorni) dovrebbe fornire l’opportunità di ricaricare i corti, mirando poi al supporto a 0,8404 (e poi 0,8305).

Accelerazione degli interventi della BNS

di Yann Quelenn

Le pressioni al rialzo sul franco sono molto marcate. Un euro viene scambiato a circa 1,06 franchi e la tendenza mostra che l’euro continua a indebolirsi. Stamattina i depositi a vista totali riferiti alla settimana scorsa hanno fatto registrare un aumento di 4,7 miliardi di CHF, a 548,2 miliardi di CHF. Il ritmo della crescita dei depositi è stato raramente così elevato.

A noi sembra evidente che la BNS stia intervenendo. Le incertezze politiche e la disomogeneità dell’economia in Europa spingono al rialzo il franco. Bisogna rilevare che l’economia svizzera sta resistendo bene a queste pressioni. Mercoledì il PMI manifatturiero dovrebbe salire e giovedì saranno diffusi i dati sul PIL. Per l’ultimo trimestre del 2016, i mercati finanziari prevedono un aumento dello 0,4% t/t.

Da queste cifre emerge che i livelli attuali del franco non stanno danneggiando granché l’economia svizzera. Rimangono comunque fonte di preoccupazione, perché le riserve valutarie della BNS ora sono investite in asset stranieri e, in particolare, in titoli azionari USA. Il rally USA sta fornendo guadagni insperati alla BNS, ma la correlazione con l’economia USA potrebbe diventare pericolosa. Si dice che i mercati azionari sono siano sottovalutati.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online