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Sugar tax, arriva la tassa per non ingrassare

In Italia la percentuale di bambini obesi o in sovrappeso arriva al 30% (dato che ci colloca al terzo posto in Europa dopo Grecia e Spagna), mentre per gli adulti il valore è del 45,1%. (Credits – Getty Images)
In Italia la percentuale di bambini obesi o in sovrappeso arriva al 30% (dato che ci colloca al terzo posto in Europa dopo Grecia e Spagna), mentre per gli adulti il valore è del 45,1%. (Credits – Getty Images)

Il Movimento 5 Stelle lo ha messo in agenda da mesi, ma ora sono diversi medici a chiedere al governo di muoversi per introdurre anche in Italia la cosiddetta “sugar tax”, cioè una tassazione extra per gli alimenti zuccherati, cioè quelli più pericolosi per la salute.

In questi giorni, infatti, è partita una campagna, con una lettera aperta al Ministero della Salute, promossa dal Fatto Alimentare, che ha già ottenuto l’adesione della società Italiana Diabetologia (SID),l’Associazione nazionale dietisti ( ANDID), la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), l’European Childhood Obesity Group (ECOG) e Slow Medicine.

Come si legge nella lettera aperta, infatti, lo scopo è quello dichiedere al Ministro della salute di tassare le bevande zuccherate mentre il Governo cerca di ridurre le imposte può sembrare stonato, ma è quasi una necessità, considerando che in Italia la percentuale di bambini obesi o in sovrappeso arriva al 30% (dato che ci colloca al terzo posto in Europa dopo Grecia e Spagna), mentre per gli adulti il valore è del 45,1%”.

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Sempre parlando di cifre, l’appello spiega come “secondo l’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare dell’Istituto superiore di sanità (2008-2012), gli italiani assumono circa 100 g al giorno di zuccheri semplici, pari al 20,7% delle calorie. Si tratta del doppio rispetto a quanto consigliato dall’Oms, che raccomanda di non superare il 10% delle calorie quotidiane”. Una politica che potrebbe portare a un bell’introito nelle casse dello Stato, sempre che le aziende produttrici non cambino le loro politiche.

“Adottare in Italia una tassa del 20% sullo zucchero aggiunto alle bibite (ispirandosi al modello inglese), potrebbe generare un incasso di 470 milioni di euro, da investire in campagne di educazione alimentare, e altri strumenti per favorire una dieta sana. La cifra però è sovrastimata perché, in Gran Bretagna quando nel 2016 è stato deciso di introdurre la tassa, molte aziende hanno modificato le ricette riducendo o sostituendo gli zuccheri, dimezzando così le entrate previste. Ipotizzando un comportamento simile anche in Italia, l’incasso annuale arriverebbe comunque a circa 235 milioni di euro” si spiega ancora nell’appello lanciato dai medici.

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