Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    34.657,35
    +318,03 (+0,93%)
     
  • Dow Jones

    39.512,84
    +125,08 (+0,32%)
     
  • Nasdaq

    16.340,87
    -5,40 (-0,03%)
     
  • Nikkei 225

    38.229,11
    +155,13 (+0,41%)
     
  • Petrolio

    78,20
    -1,06 (-1,34%)
     
  • Bitcoin EUR

    56.456,39
    -2.265,82 (-3,86%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.257,17
    -100,83 (-7,42%)
     
  • Oro

    2.366,90
    +26,60 (+1,14%)
     
  • EUR/USD

    1,0772
    -0,0012 (-0,11%)
     
  • S&P 500

    5.222,68
    +8,60 (+0,16%)
     
  • HANG SENG

    18.963,68
    +425,87 (+2,30%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.085,08
    +30,67 (+0,61%)
     
  • EUR/GBP

    0,8601
    -0,0007 (-0,08%)
     
  • EUR/CHF

    0,9760
    -0,0005 (-0,05%)
     
  • EUR/CAD

    1,4718
    -0,0026 (-0,17%)
     

The Donald assume il potere

T-Day: “the Donald” assume il potere

di Arnaud Masset

Eccoci, è arrivato il giorno che i partecipanti al mercato aspettavano da due mesi. Donald Trump diventerà ufficialmente il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti. Purtroppo, non crediamo che il presidente designato fornirà chiarezza sulle sue politiche, soprattutto sulle più attese, quelle che riguardano gli stimoli fiscali e il taglio delle tasse. Quindi, se il discorso inaugurale avrà toni simili alla conferenza stampa della scorsa settimana, gli investitori esprimeranno la loro delusione. Potrebbe esserci un’accelerazione delle vendite sul dollaro, perché diminuirebbero le previsioni di stimoli alla spesa.

Passando ad altro, ieri sera Janet Yellen ha tenuto un discorso all’Istituto di Politica Economica a Stanford.La presidente della Fed è sembrata più colomba del previsto, affermando che la Fed non è in ritardo nel restringimento della sua politica monetaria, insinuando dunque che la Fed non ha fatto rallentare il mercato, alzando i tassi solo due volte negli ultimi 13 mesi. Anche se ha sottolineato che sarebbe rischioso permettere all’economia di gonfiarsi, non è sembrata aver fretta di alzare i tassi d’interesse. Dopo tutto, il risultato delle elezioni USA rende incerte le prospettive sull’economia USA, quindi per la Fed è difficile dare delle indicazioni chiare sul futuro.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Stamattina, sul forex, i partecipanti sono rimasti defilati, gran parte delle coppie di valute si muove lateralmente. Anche il peso messicano, nelle ultime settimane miglior obiettivo per i corti, ha guadagnato un marginale 0,40% contro il biglietto verde. L’euro è salito dello 0,15%, il CAD dello 0,17% e lo yen dello 0,13%. In poche parole, preparatevi a eventuali mosse inaspettate e reazioni emotive oggi pomeriggio, quando “the Donald” prenderà il microfono e pronuncerà il suo primo discorso da presidente degli USA.

L’inflazione preoccupa Draghi

di Yann Quelenn

Com’era prevedibile, la Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi invariati. Durante la conferenza stampa che ha accompagnato la decisione, il presidente della BCE Mario Draghi ha dichiarato che non ci sono stati grandi cambiamenti dall’ultima riunione di dicembre. Permane lo status quo. Ha sottolineato che l’inflazione rimane fiacca e che i recenti rialzi sono dovuti soprattutto all’aumento dei prezzi dell’energia. Quest’anno le pressioni inflazionistiche dovrebbero rimanere deboli.

La politica monetaria rimarrà nettamente accomodante fino a dicembre, quando dovrebbe concludersi il programma di QE. Come sappiamo, l’ammontare degli acquisti mensili di asset sarà abbassato a 60 miliardi di euro. A nostro avviso, questa riduzione mira ad affrontare il problema della possibilità scarsità di bond nel medio/lungo termine. Crediamo tuttavia, che, in caso di necessità, la BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) potrebbe decidere di aumentare di nuovo il valore degli acquisti.

Ci sorprende che il consiglio della BCE ritenga che l’attuale corso della politica monetaria abbia avuto successo. Sembrerebbe che per i banchieri europei il successo si traduca in crescita e inflazione deboli, oltre a tassi d’interesse bassi, che alimentano bolle degli asset, nonostante i miliardi di euro che vengono iniettati nell’economia. Poiché l’incertezza è ai massimi storici, Mario Draghi ha tentato di dare ai mercati finanziari un messaggio rassicurante, mantenendo comunque toni da colomba. Ieri l’EUR/USD non ha praticamente reagito. Le pressioni sulla moneta unica continueranno ancora per un po’ di tempo.

La debolezza delle vendite al dettaglio nel Regno Unito spinge gli investitori ad andare corti sulla GBP

di Peter Rosenstreich

Ieri, nel Regno Unito, lo spirito ottimista e propositivo seguito alla Brexit ha subito un colpo, perché le vendite al dettaglio si sono contratte inaspettatamente del -2,0% rispetto al dato rivisto, pari allo 0,2%. Sicuramente i sostenitori dell’UE e del mercato unico sfrutteranno questa cifra debole come segnale chiaro che un’uscita “dura” comporterà un prezzo molto alto. Tuttavia, nel complesso i dati economici non sostengono ancora questa teoria. Nell’illustrare la sua strategia per la Brexit, il primo ministro Theresa May ha inviato un messaggio carico di fiducia, che ha conferito un tono rialzista alla GBP. Il brusco calo della GBP di oggi dovrebbe essere temporaneo e lo consideriamo un’opportunità per ricaricare i lunghi in GBP/USD. I mercati azionari tedeschi dovrebbero compiere un temporaneo balzo positivo, perché i dati economici deboli dovrebbero far tornare il Regno Unito al tavolo dei negoziati. Come abbiamo già detto in passato, crediamo che alla fine l’uscita sarà più “morbida” che “dura” e, mentre, fra toni esagerati e dati, il dibattito continua, ci sarà l’opportunità di comprare la sterlina a prezzi scontati.

Inflazione canadese sotto osservazione

di Peter Rosenstreich

Questa settimana il CAD è stato colpito duramente dal rally dei rendimenti USA, quelli sui titoli a due anni sono saliti di 5 punti base, all’1,24%. Il rimbalzo di recupero dell’USD/CAD ha superato la resistenza a 1,3295, suggerendo un’ulteriore estensione fino a 1,3457. I tori del CAD hanno segnalato che il tasso di crescita cinese superiore alle attese (il PIL del T4 si è attestato al 6,8%) dovrebbe sostenere le valute legate alle materie prime. L’ampio indice sui prezzi delle materie prime CRB ha raggiunto i massimi da un anno. Vediamo, però, pochi segnali di una ripresa della prima merce da esportazione per il Canada, il petrolio, che continua a non avere sufficiente richiesta. La sovreccedenza globale di greggio rimane il catalizzatore principale, anche se l’OPEC si è detta delusa del rispetto dei tagli alla produzione concordati di recente. Senza una ripresa significativa dei prezzi del petrolio, il CAD non troverà lo slancio determinato dalla richiesta. Certo, la questione Trump potrebbe far aumentare ancora di più l’offerta, con aggiustamenti alla politica energetica. Questa settimana la Banca del Canada (BoC) ha indicato che sono possibili tagli del tasso d’interesse, se l’inflazione dovesse mostrare segni d’indebolimento. Tale impostazione accomodante sposterà temporaneamente l’attenzione da Washington DC a Ontario, dove oggi sarà pubblicato il rapporto sull’inflazione canadese. L’IPC primario dovrebbe salire all’1,7% dall’1,2%, avvicinandosi lentamente all’obiettivo d’inflazione del 2% della BoC. Il Canada ha fatto fatica a generare una crescita costante: a ottobre il PIL si è contratto dello 0,3% (con il calo decisivo del 2% del settore manifatturiero), dopo quattro mesi di espansione. La delusione per i dati economici fiacchi fa aumentare le probabilità di un rilevamento debole anche per l’inflazione in uscita oggi. Il mercato dei tassi, però, non sconta ancora a sufficienza un taglio del tasso, e prevede invece un rialzo entro la fine dell’anno. Rimaniamo costruttivi sull’USD/CAD, in previsione di un’estensione del rimbalzo rialzista.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online