Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 5 hours 59 minutes
  • FTSE MIB

    34.008,47
    +67,51 (+0,20%)
     
  • Dow Jones

    38.790,43
    +75,63 (+0,20%)
     
  • Nasdaq

    16.103,45
    +130,25 (+0,82%)
     
  • Nikkei 225

    40.003,60
    +263,20 (+0,66%)
     
  • Petrolio

    82,55
    -0,17 (-0,21%)
     
  • Bitcoin EUR

    58.142,30
    -4.369,34 (-6,99%)
     
  • CMC Crypto 200

    885,54
    0,00 (0,00%)
     
  • Oro

    2.159,20
    -5,10 (-0,24%)
     
  • EUR/USD

    1,0846
    -0,0031 (-0,28%)
     
  • S&P 500

    5.149,42
    +32,33 (+0,63%)
     
  • HANG SENG

    16.529,48
    -207,62 (-1,24%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.992,57
    +9,81 (+0,20%)
     
  • EUR/GBP

    0,8549
    +0,0008 (+0,09%)
     
  • EUR/CHF

    0,9636
    -0,0014 (-0,15%)
     
  • EUR/CAD

    1,4716
    +0,0001 (+0,01%)
     

Tutti i “trucchetti” di un’occupazione in “aumento”

L’occupazione cresce a marzo: numeri alla mano, forniti dall’Istat, si registra un’occupazione del 16,1% (+0,2%) per la fascia dei più giovani che diventa addirittura 72% nella fascia tra i 35-49 anni (+0,4%)e un 57,7% per la fascia di 59-64 anni (+0,3%).

Cosa c'è da guardare?

Unici a segnare un passo negativo i 25-34enni che vedono il loro 59,3% di occupazione in calo dello 0,1% rispetto al mese scorso, numeri che portano il tasso di disoccupazione all’11,4% a livello nazionale. Merito del Job’s Act (Francoforte: A1CVKR - notizie) e, verrebbe da aggiungere, degli sgravi fiscali che offre. Ancora per poco. Purtroppo non è dato sapere, per quanto sia interessante, lo stipendio medio dei lavoratori, la tipologia dei contratti più diffusi o che hanno subito il maggior incremento, le garanzie che questo offre e soprattutto le tutele anche a livello pensionistico. Così come interessante stabilire l’incisività della riforma Fornero con il blocco dei pensionamenti e l’impatto sui dati Istat, degli sgravi fiscali e soprattutto della loro limitazione futura, decisi entrambi dal Job’s Act, il che spiegherebbe l’aumento di quegli occupati nella fascia di età più alta mentre la regolamentazione del precariato giustificherebbe i numeri sulla fascia di lavoro più bassa, quella dei giovani. Una controprova si ha dalla fascia 25-34 anni, in calo pur essendo quella potenzialmente più produttiva.

Inoltre c’è anche un altro piccolo particolare da considerare: l’Italia registra il record di emigrazione, record che inizia ad essere tale proprio dal 2012, raggiungendo nel 2014 la cifra ufficiale e complessiva delle 100mila unità mentre l’anno scorso la fascia più colpita, cioè quelli che hanno preso in mano la valigia e hanno deciso di dire addio a tutto, sono stati i ragazzi tra i 20 e i 40 anni. Mete preferite dai nostri migranti (ebbene sì, non ci sono solo i siriani) la Germania e la Gran Bretagna con quest’ultima in cima alle preferenze dei 20-40enni.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Chi è disoccupato?

Senza contare poi un altro elemento e cioè i parametri della valutazione: chi è giudicato disoccupato? Un contratto a tempo determinato con uno stipendio al di sotto del minimo sindacale, privo di ogni garanzia potrà essere sufficiente per essere considerati lavoratori, ma di certo non è un lasciapassare per diventare consumatori consapevoli e soprattutto utili allo sviluppo economico della nazione. Renzi festeggia, ma è bene ricordare che nel resto d’Europa, dove la media è tra il 10,2% dell’Eurozona e l’8,8% dell’Unione (il che fa pensare che anche la moneta unica sia un aggravio non indifferente) la situazione è ben diversa: Berlino vanta una disoccupazione del 4,2%, Vienna sfiora il 5,5% e l’Olanda, paese “in crisi” offre un rassicurante 6,4%.

Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online