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Ue, approvato piano per Indo-Pacifico, non è "anti-Cina"

Un rimorchiatore scorta la fregata della marina militare francese Vendemiaire

BRUXELLES (Reuters) - L'Unione europea ha approvato oggi una risoluzione per accrescere la propria influenza nella regione dell'Indo-Pacifico, in aree che vanno dalla sicurezza alla sanità, per proteggere i propri interessi e controbilanciare il crescente potere cinese, malgrado il blocco insista nel dire che non è un piano contro Pechino.

Guidati da Francia, Germania e Olanda, che per prime hanno cercato modi per rinforzare i propri legami con paesi come India, Giappone e Australia, i 27 paesi della Ue vogliono utilizzare il piano per mostrare a Pechino la propria opposizione alla diffusione dell'autoritarismo.

Il blocco "ritiene che l'Unione europea dovrebbe rinforzare la propria attenzione strategica, la propria presenza e le proprie azioni nell'Indo-Pacifico... basate sulla promozione della democrazia, sullo stato di diritto, sui diritti umani e sul diritto internazionale", hanno dichiarato i ministri degli Esteri europei in un comunicato.

Alcuni diplomatici hanno detto che il piano non è "anti-Cina".

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Il documento di 10 pagine sarà poi seguito da una strategia più dettagliata a settembre, secondo quanto concordato dai ministri degli Esteri in videoconferenza, dicendo di voler lavorare "con partner affini" per promuovere i diritti umani di base nella regione dell'Indo-Pacifico.

Il piano potrebbe tradursi in un maggior profilo diplomatico sulle questione dell'Indo-Pacifico, con più personale Ue e investimenti nella regione, e possibilmente una maggior presenza in termini di sicurezza, ad esempio tramite l'invio di navi nel Mar Cinese Meridionale o la creazione di pattuglie congiunte euro-australiane, benché tutti i dettagli debbano essere ancora concordati.

Pur non menzionando in dettaglio la Cina, il linguaggio del comunicato è un supporto in codice all'approccio dell'amministrazione Biden, con i timori relativi alla modernizzazione tecnologica e militare di Pechino, che è percepita come una minaccia per i paesi occidentali e i loro partner commerciali in Asia.

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)