Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 3 minutes
  • Dow Jones

    39.387,76
    +331,36 (+0,85%)
     
  • Nasdaq

    16.346,26
    +43,46 (+0,27%)
     
  • Nikkei 225

    38.229,11
    +155,13 (+0,41%)
     
  • EUR/USD

    1,0779
    -0,0005 (-0,04%)
     
  • Bitcoin EUR

    58.645,32
    +1.507,88 (+2,64%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.352,01
    -6,00 (-0,44%)
     
  • HANG SENG

    18.938,46
    +400,65 (+2,16%)
     
  • S&P 500

    5.214,08
    +26,41 (+0,51%)
     

Usa: gli analisti preferiscono gli investimenti contrarian

Elezioni made in Usa sempre più sotto la luce dei riflettori, sia di quella della stampa che dell’opinione pubblica.

L'incognita elezioni

Ancora di più adesso, dopo che Donald Trump, con l’addio di Ted Cruz, è rimasto ormai l’unico rappresentante dei repubblicani, ovvero quello che, con ogni probabilità raccoglierà la candidatura per la corsa alla Casa Bianca del partito degli Elefanti (simbolo storico dei repubblicani che si contrappone a quello ancora più antico degli asini, ovvero dei democratici). Una notizia che si va ad aggiungere alle altre, non sempre positive, presenti sull’orizzonte a stelle e strisce. Sì, perchè quella che è stata per decenni riconosciuta come la locomotiva internazionale, in realtà è diventata il Tallone d’Achille del mondo con prospettive non rosee su quasi nessun fronte. A cominciare da un elemento che accomuna Washington a Roma, ovverosia il debito. Per entrambe le nazioni è di dimensioni mastodontiche, con la forte differenza che la prima è la prima economia mondiale, la cui posizione è insidiata dalla Cina. La seconda invece….

Il report di Gam

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Ad ogni modo, tornando alle prospettive, secondo l’analisi di John Lambert, responsabile delle strategie azionarie globali di GAM, il livello del debito made in Usa ha raggiunto nuove vette nel primo trimestre del 2016 con un rapporto rispetto al prodotto interno lordo, del 349%, in pratica un numero più che raddoppiato nel giro di 60 anni, di cui 2 trilioni solo dal 2011, anno nero della crisi.

Particolarmente importante è capire la dinamica dal momento che oltre all’aumento del debito in sè si è visto una progressiva diminuzione della forza stessa del Pil in virtù di un costante indebolimento delle società a stelle e strisce, ne consegue, secondo l’analisi di GAM, che gli utili societari hanno registrato un calo proprio mentre il debito saliva. E proprio, verrebbe da aggiungere oltre il report, nel momento in cui la possibilità di indebitarsi era particolarmente facilitata dai tassi a 0. Ma ciò dimostra anche un’altra teoria e cioè che il valore intrinseco presente all’interno del mercato statunitense è altrettanto debole dal momento che tutto si basa per lo più su un fattore numerico (eccesso di operazioni di buyback) e non sulla creazione di valore a vantaggio dell’economia reale.

La view contrarian

Ma da Gam si è scelto un approccio di tipo contrarian: infatti se da un lato il settore bancario è quello che maggiormente ha risentito della crisi nel tempo è anche quello che agli attuali livelli di valutazione offre maggiori opportunità di turn-around. Resta poi un’altra scelta contrarian, quella del settore estrattivo: per quanto in ripresa, il che suggerirebbe si approfittare del momento, da GAM sottolineano che è ancora presto per capire la direzione, la forza e la stabilità di questa ripresa. Perciò, tra tutti i segmenti del settore, meglio preferire quello aurifero visto che il metallo giallo sta registrando una performance di tutto rispetto dall’inizio dell’anno con punte che potrebbero già sfiorare il 20% da gennaio.

Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online