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USA-Russia, una morsa per l’Europa?

Venerdì scorso le borse europee sovraperformarono chiaramente l’andamento di Wall Street: guadagni intorno al punto percentuale mentre le borse USA chiusero con risicati guadagni.

Ieri, con i mercati americani chiusi, c’era da attendersi un riallineamento, che però è stato più marcato del previsto. Infatti i mercati europei hanno restituito quasi completamente i guadagni di venerdì.

In effetti sono arrivati parecchi elementi di disturbo alla normale routine rialzista degli ultimi tempi.

Innanzitutto si è visto un attacco concentrico di rumors e dichiarazioni politiche anti-UE. In Gran Bretagna sembra che la premier May voglia presentarsi battagliera alle trattative primaverili sulla Brexit, mentre altri componenti del governo britannico minacciano una separazione tutt’altro che consensuale.

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Dagli USA Trump ha sparato bordate retoriche contro l’Unione Europea, definendola un disastro e uno strumento in mano ai tedeschi per rafforzare il proprio dominio commerciale ai danni degli USA. Non mi pare proprio un biglietto da visita amichevole da parte del prossimo inquilino della Casa Bianca, anche perché accompagnato dal plauso agli inglesi per aver scelto la Brexit e da minacce di dazi alle merci europee prodotte in Messico. Il miliardario sembra disegnare una strategia di progressivo depotenziamento dell’Alleanza Atlantica e voler posizionare gli USA assai più come competitor che come alleati dell’Europa. Un’Europa divisa farebbe molto più comodo che unita. Il rischio a lungo termine è che l’Europa venga schiacciata in una manovra a tenaglia dagli USA da occidente e dalla Russia di Putin da Oriente. Inutile ricordare che da una tale strategia a gongolare sarebbe il russo, che otterrebbe grazie al suo pupillo americano quel che decenni di guerra fredda non sono riusciti a portare ai russi. Senza dubbio l’investimento in tecnologia spionistica sta dando ai russi frutti abbondanti, forse persino al di là delle loro speranze.

Tornando al piccolo cabotaggio di giornata, sulla nostra borsa, in particolare, hanno poi pesato anche diffuse vendite sui bancari, sui quali, più che sullo spread e sui titoli di stato, si è scaricata la conseguenza del declassamento dell’Italia a BBB da parte dell’agenzia di rating DBRS. Un certo effetto ha fatto anche sul settore auto ed in particolare su Fiat Chrysler l’incattivirsi anche in Europa della polemica sul dieselgate. Berlino ha chiesto ufficialmente di ritirare alcuni modelli (500, Doblò e Jeep Renegade) perché troppo inquinanti. Il ministro dei trasporti Delrio ha difeso la Fiat (Hannover: FIA1.HA - notizie) , ma il clima si sta scaldando e potrebbero arrivare nuove notizie in qualunque momento per tutte le grandi marche del settore auto.

Infine la lettera che la Commissione UE dovrebbe mandare all’Italia in questi giorni non aiuta certo l’ottimismo. In essa dovrebbe essere certificato un deficit troppo alto rispetto ai parametri da rispettare e richiesta una manovra aggiuntiva intorno ai 3-4 miliardi per coprirlo.

Oggi vedremo come riaprirà Wall Street, che entra nel vivo della stagione delle trimestrali con una serie di colossi, tra cui molti bancari, che in settimana comunicheranno i conti.

Anche da questi dipenderà l’umore del mercato, anche se ho l’impressione che si sia fatto un po’ più riflessivo. Dopo aver guardato a caldo alla parte piena del bicchiere che ha accompagnato l’elezione di Trump, sembra che ora gli investitori comincino a volgere lo sguardo anche verso la parte vuota. Parecchi se l’erano dimenticata, posizionandosi pesantemente lunghi su azionario e dollaro e corti sui Treasury Bond, provocando così il forte movimento direzionale post elettorale.

Ma ora comincia ad emergere qualche cautela in più. La vulnerabilità agli imprevisti negativi è ancora molta e qualche intoppo potrebbe anche scatenare un inasprimento delle prese di profitto, che potrebbero trasformare il movimento di breve da laterale a correttivo.

Saranno i primi passi di Trump da Presidente a confermare o far cambiare le strategie di investimento. Ma per vederli dobbiamo ancora attendere qualche giorno.

Autore: Pierluigi Gerbino Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online