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Wall Street cala il tris!

La scorsa settimana avevamo avvertito che gli indici americani sulla scia della “sorpresa” del mercato del lavoro avrebbero realizzato nuovi massimi storici.

Il portafoglio del nostro Machiavelli in soli sei mesi ha portato a rendimenti variabili dal 9 al 14 %, il miglior semestre di sempre. Come sottolineato più volte riteniamo temporaneamente, ribadisco temporaneamente, conclusa questa spettacolare esperienza. L’incertezza potrebbe durare sino a fine mese.

I Treasury, già in rialzo, si spingono vicino ai massimi di giornata dopo la forte domanda all’asta di titoli a 30 anni per 12 miliardi di dollari. Il Tesoro americano ha offerto rendimenti pari al 2,172%, un minimo record. Il precedente risale al gennaio 2015 ed era pari al 2,43%.Nonostante ciò, c’è stato un boom della domanda dall’estero come riflesso dagli acquirenti indiretti, a cui è andato il 68,5% dell’asta, sopra la media pari al 61%. E’ la dimostrazione della sete degli investitori per titoli che abbiano un certo appeal, specialmente in un momento in cui nelle economie avanzate i titoli di stato viaggiano in alcuni casi con rendimenti negativi.

Spettacolare inoltre l’immagine seguente che testimonia come la nostra strategia degli ultimi tre anni è stata perfetta!

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Expenditures by foreign direct investors to acquire, establish, or expand U.S (Other OTC: UBGXF - notizie) . businesses totaled $420.7 billion in 2015, an increase of 68 percent from 2014, when expenditures were $250.6 billion. In 2015, as in 2014, the majority of the expenditures were to acquire existing businesses. In 2015, expenditures for acquisitions were $408.1 billion. Expenditures to establish new U.S. businesses were $11.2 billion, and expenditures to expand existing foreign-owned businesses were $1.4 billion. Planned total expenditures, which include both actual and planned future expenditures, totaled $439.2 billion.

Fu vera gloria quella di Wall Street? Ai posteri la neanche tanto ardua sentenza.

Oggi arriva il momento della verità con le trimestrali di tre colossi del credito americano, JPMorgan (Londra: JPIU.L - notizie) , Citigroup (NYSE: C - notizie) e Wells Fargo (Hannover: NWT.HA - notizie) . E’ molto probabile un temporaneo ridimensionamento di questa iniziale euforia che in Europa coincide con l’incertezza relativa al sistema bancario e all’attesa per i risultati dei nuovi stress test previsti per il 29 di luglio.

Sarà interessante osservare se le banche americane sono riuscite ad inventarsi qualche magia contabile per evitare la volatilità ed incertezza di questi ultimi mesi o se presenteranno trimestrali negative.

(…) JPMorgan Chase (Swiss: JPM.SW - notizie) sarà la prima tra le grandi banche americane a pubblicare i conti del secondo trimestre, seguiranno Wells Fargo e Citigroup venerdì e poi via via le altre big. Sono attese performance in chiaroscuro, ma, alla luce dell’esito del referendum sulla Brexit e delle incertezze internazionali, analisti e investitori non concentrano la propria attenzione sul periodo concluso a giugno, ma su quello che succederà in futuro. Lo scenario non è esaltante per le grandi banche, intanto perché non è al momento chiaro quando ci sarà un altro rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve dopo quello di dicembre scorso, cosa che sosterrebbe i margini del credito.

Inoltre, i tassi di interesse di lungo termine sono ai minimi storici, cosa che rende meno redditizi gli investimenti su strumenti come i titoli garantiti da mutui. Senza contare che le incertezze legate all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea dovrebbero tenere sotto pressione le attività di trading, sottoscrizione e consolidamento per i prossimi mesi. Ci sono comunque alcuni aspetti positivi. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) breve termine, il tumulto dei mercati subito dopo il referendum britannico del 23 giugno potrebbe avere dato sostegno al fatturato generato dal trading e, cosa più importante, la solidità relativa dell’economia americana sembra sostenere la domanda di prestiti, compresi quelli commericali e industriali e quelli immobiliari. Secondo Jason Goldberg, analista di Barclays (Londra: BARC.L - notizie) , il credito totale erogato nel secondo trimestre è aumentato del 7,2%, contro la media del 5,2% degli ultimi 25 anni. Questo in un contesto in cui default e svalutazioni potranno aumentare, ma si mantengono comunque ai minimi storici. Inoltre, tassi bassi stimoleranno l’erogazione di mutui: secondo Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) , se i tassi resteranno ai livelli attuali, l’attività di rifinanziamento potrebbe salire più del 50% nella seconda metà dell’anno. Questo potrà mettere sotto pressione istituti che, come Bank of America (Swiss: BAC.SW - notizie) , hanno un ampio portafoglio di titoli garantiti da mutui, ma dovrebbe favorire chi fa affidamento sulle commissioni legate ai prestiti per la casa, come Wells Fargo.America 24

Nel frattempo ieri i prezzi all’importazione e all’export in America spazzano via per l’ennesima volta le illusioni di chi si attende un rialzo dell’inflazione.

Solo 0,2 % contro attese dello 0,5 % e scludendo i prezzi petroliferi si è registrato un calo dello 0,3% che porta il calo complessivo dal giugno del 2015 al 2%!

Nel frattempo ieri è uscito il Beige Book della Fed che testimonia come la ripresa americana resta estremamente modesta e che l’incertezza prodotta dal Brexit avrà riflessi sulla crescita globale aggregata.

Certo che gli inglesi ieri hanno messo a segno un altro ipercut scegliendo Boris Johnson come ministro degli esteri.

Tralaltro sembra che Trunmp sia in vantaggio su Hillary Clinton in Florida uno degli Stati decisivi per le elezioni americane…2016 Presidential Swing State Polls Poll

State sintonizzati, come ha più volte ricordato il nostro Machiavelli il volo dell’Araba Fenice non sarà affatto facile.

Autore: Andrea Mazzalai Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online