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Wall Street, seduta importante

Avevamo già detto che Wall Street si trovava in un momento decisivo, il primo rimbalzo, quello del 21 gennaio si poteva intuire che non sarebbe stato quello decisivo e quando il 5 febbraio gli indici Usa tornarono a scendere nessuno si stupì.

A quel punto, però, il rimbalzo non poteva fallire una seconda volta (altrimenti sarebbero stati guai seri) ed in effetti la ripartenza del 12 febbraio fu un segnale forte.

Ma in finanza l’impulsività è un peccato, bisognava avere delle conferme, che fortunatamente arrivarono immediatamente. A quel punto “era fatta”, nel senso che chiaramente, e lo abbiamo detto subito, il mercato era entrato in una fase di deja-vu, quello dello scorso agosto.

Per quanto riguarda il Dow Jones il recupero di settembre e soprattutto di ottobre dello scorso anno si era fermato sui 18.000 punti, ed in effetti era difficile pretendere di più. Ed allora adesso, man mano che ci si avvicinava a quel livello chiaramente che il mercato cominciava ad interrogarsi: quota 18.000 punti risulterà ancora una barriera oppure verrà superata con obiettivo i nuovi massimi storici?

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Dopo il massimo relativo del primo aprile qualche seduta debole poteva aver creato preoccupazioni, era evidente che il mercato aveva la necessità di consolidare i risultati raggiunti (anche questo avevamo detto), ma quei momenti sono sempre inquietanti, il timore di un nuovo crollo non può farci trascorrere notti tranquille.

A quel punto ho ritenuto che il mercato sarebbe stato condizionato principalmente dalle nuove trimestrali, ritenevo che avrebbero avuto un peso determinante per capire quali sviluppi avrebbero avuto i listini americani.

Ma in definitiva, la seduta odierna ha detto molto … o no?

Verrebbe spontaneo rispondere sì perché l’incertezza è durata soltanto un’ora, ed ancora verrebbe ancora da dire sì perché nonostante i disastrosi dati di Alcoa (NYSE: AA - notizie) il titolo oggi ha perso “solo” il 2,7%.

Ma il rialzo odierno non è dovuto alle trimestrali, bensì al petrolio. Beh direte voi, ma che differenza fa? Alla fine che sia stato per il petrolio o per qualsiasi altro motivo la cosa ha poca importanza, ciò che conta è che dopo quattro sedute ribassiste nelle ultime sei ora sia arrivato un rialzo “corroborante”. Certo, è vero, ma occorre sempre domandarsi il “perché” anche quando il mercato è dalla nostra parte.

Ed allora il petrolio è importante, anzi fondamentale, oggi il prezzo dell’oro nero è salito di quasi cinque punti percentuali ed il recupero comincia a farsi interessante, abbiamo superato i massimi di marzo e ci ritroviamo sui valori di novembre, se si prosegue su questa strada certamente le Borse ne beneficeranno.

Ed infatti ecco che il Dow Jones pur guadagnando meno di un punto percentuale non abbia oggi al suo interno frecce rosse, davvero un evento molto raro quando non si hanno rialzi decisamente più elevati.

Dow Jones (+0,94%) Chevron (Euronext: CHTEX.NX - notizie) (+2,38%) torna in prossimità dei propri massimi dell’anno, bene anche Wal-Mart (+2,08%) e Caterpillar (Euronext: CATR.NX - notizie) (+1,97%)

Nessun ribasso.

S&P500 (+0,97%) sempre i petroliferi in testa: Conocophillips (NYSE: COP - notizie) (+5,54%) davanti a Kinder Morgan (Xetra: 2KD.DE - notizie) (+5,45%) e The Priceline (Xetra: 766054 - notizie) .com (+2,82%).

Non si ferma la discesa di Allergan (Berlino: 28551749.BE - notizie) (-2,54%), giù Starbucks (Swiss: SBUX.SW - notizie) (-2,30%) dopo il taglio di rating da parte di Deutsche Bank (Londra: 0H7D.L - notizie) , in calo anche Paypal (-0,68%).

Nasdaq (+0,80%) rimbalza il comparto biotech, Alexion Pharma (+3,83%), Regeneron Pharma (Swiss: REGN.SW - notizie) (+3,01%) e Jd.com (+3,01%)

In fondo alla classifica Fastenal (-3,41%), Micron Tech (-2,68%) e Skyworks (-1,88%).

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro

Autore: Giancarlo Marcotti Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online