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La banca olandese ING taglia 7.000 posti di lavoro

Ormai è un’abitudine. Quando si tratta di abbassare i costi le aziende licenziano i dipendenti. Da questa logica non sfugge il comparto bancario. ING, l’istituto di credito olandese ha annunciato che in cinque anni taglierà 7.000 posti di lavoro, di cui tremila in Belgio e il resto nei Paesi Bassi. In una nota la banca, che nel 2008 (nel pieno della crisi) venne salvata dallo Stato olandese, specifica che i licenziamenti consentiranno un risparmio pari a 900 milioni di euro all’anno. 800 milioni saranno investiti per un’ulteriore transazione al digitale. “Tagliare posti di lavoro in Occidente – spiega Jasper Lawler, analista presso CMC Markets – o spostare i posti di lavoro in aree a costi inferiori, fa parte della politica di risparmio. Questa epoca di bassi tassi d’interesse comprime la capacità delle imprese finanziarie di avere un ritorno sugli investimenti e la capacità delle banche di ottenere un ritorno sui prestiti”. Ma ING non è l’unica ad adottare simili soluzioni. La tedesca Commerzbank ha annunciato 9.600 tagli. Tremila i posti di lavoro che verranno soppressi dal Banco Popular Español. In Italia si prevedono almeno 22.000 prepensionamenti nel settore entro il 2020.