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Balzo della volatilità sul forex in vista di Jackson Hole

Kuroda insinua di nuovo che è probabile un nuovo allentamento

di Yann Quelenn

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) fine-settimana, il governatore della Banca del Giappone (BoJ) Kuroda ha detto al quotidiano Sankei che, alla riunione del 21 settembre, i tassi potrebbero diventare ancor più negativi, aggiungendo che c’è spazio per un ulteriore allentamento. Contemporaneamente, i membri della Fed continuano a dire che un rialzo del tasso prima della fine dell’anno rimane un’opzione. Al momento l’USD/JPY continua a passare di mano intorno a 100.

A nostro avviso, i mercati hanno già scontato un intervento molto esteso della BoJ e l’impostazione da colomba della Fed. Entriamo in una fase in cui è in gioco la credibilità delle banche e, come è evidente, i recenti interventi verbali dei banchieri non hanno praticamente mosso i mercati. È evidente che la BoJ allenterà la sua politica, l’unica preoccupazione dei mercati è “di quanto”? Inoltre, i mercati nutrono molti dubbi sulla Fed, che ha paura di tagliare i tassi dello 0,25%. La vera ragione è che il servizio del debito diventerebbe troppo costoso.

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Stiamo monitorando attentamente il mercato dei bond, che si trova in una grossa bolla. Con il denaro gratuito gli investitori continuano a comprare bond per la rivalutazione del capitale e non per i rendimenti. I titoli di Stato giapponesi con scadenza ventennale sono scesi sotto lo 0,1% e dovrebbero riscendere presto sotto lo zero sulla scia delle incertezze del mercato e del denaro a costo zero, soprattutto fintantoché la Fed non alzerà i tassi. È importante essere pronti a un intervento della BoJ su più vasta scala volto a difendere la valuta.

Balzo della volatilità sul forex in vista di Jackson Hole

di Peter Rosenstreich

L’estate ha sempre uno strano effetto sui mercati finanziari e quest’anno non fa eccezione. Da metà luglio, l’USD si è indebolito nonostante il graduale miglioramento dei rendimenti dei titoli USA a breve scadenza. La divergenza suggerisce una disconnessione importante fra il forex e i mercati dei tassi. Di (KSE: 003160.KS - notizie) fondo, il movimento del prezzo suggerisce che chi opera sui tassi (e sull’oro) sconta un rialzo del tasso della Fed a settembre, invece gli operatori del forex non sono convinti, ritengono che i commenti da falco della scorsa settimana non siano altro che manipolazione verbale. La reazione delle opzioni indica che la definizione del prezzo della riunione della Fed ad opera dei mercati forex sta diventando fonte di preoccupazione.

La volatilità ATM a un mese sul G10 è salita alle stelle, quella per l’USD/JPY è passata da 11 a 14,50 (coprendo i rischi legati alla Fed e alla BoJ), quella per l’EUR/USD è balzata da 7,28 a 8,20. La dislocazione fra il forex e i tassi rende ancor più importante l’intervento della presidente della Fed Janet Yellen al simposio annuale sulla politica economica di Jackson Hole, in Wyoming, e il potenziale di un movimento significativo degli asset attualmente sottovalutato. Quest’anno il tema della conferenza è: “Definire il quadro strategico per politiche monetarie resilienti”. Alla luce dell’attuale conformazione dell’insieme di politiche attuate dalla banca centrale, non bisognerebbe minimizzare la tempistica nella scelta di questo argomento. Al di là degli obiettivi generali di questa conferenza, i mercati si aspettano che la presidente Yellen colga l’opportunità per segnalare quale sarà il corso dei tassi del FOMC. La Fed è ottimista sui miglioramenti nelle prospettive per la crescita e l’inflazione, vista la direzione del mercato immobiliare e del lavoro. Tuttavia, anche se ci sono miglioramenti netti, i dati rimangono storicamente fiacchi.

La debolezza delle vendite al dettaglio suggerisce che i consumatori non scoppiano di salute, contrariamente alle attese basate sui forti dati sul lavoro; la debolezza della spesa delle aziende eserciterà ulteriori pressioni sull’evoluzione delle attività. Infine, ci sono rischi al ribasso inconfondibili per il PIL (già in frenata), dovuti a fattori interni ed esterni. Anche se alcuni membri della Fed hanno adottato toni vagamente da falco, ci aspettiamo che Yellen legga negli ultimi dati una costante erosione dei miglioramenti e l’aumento di venti contrari, segnalando che a settembre non ci sarà un rialzo (sulla base delle informazioni attuali). Se la nostra previsione si rivelasse corretta, il prezzo dell’USD dovrebbe essere adeguato e sarebbe lecito prevedere un ulteriore indebolimento del biglietto verde (sostenuto dal movimento ribassista dei rendimenti sui titoli a scadenza breve). La curva dei rendimenti USA dovrebbe diventare più ripida, con un’ondata di vendite sui rendimenti dei titoli a scadenza breve, invece i prezzi dei titoli a scadenza lunga dovrebbero rimanere invariati. Nel contesto attuale, continuiamo operare vendendo volatilità e acquistando valute dei mercati emergenti ad alto beta.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online