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Le Borse corrono ancora seri rischi: le attese a Piazza Affari

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l'intervista realizzata a Giovanni Lapidari, privato e professionista specializzato sul mercato dei futures, indici e cfd, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull'attuale situazione dei mercati, con uno sguardo rivolto in particolare a Piazza Affari.

I mercati azionari continuano a mostrare incertezza dopo il recupero avviato in seguito al calo di inizio febbraio. Cosa si aspetta nel breve per le Borse europee ed Usa?

Alla luce di quanto avvenuto nella giornata di ieri, con il definitivo ritorno della volatilità sui mercati americani (Vix in area 20, mentre per dare stabilità avrebbe dovuto scendere intorno a 17) le attese sono per una continuazione della debolezza relativa che stiamo osservando e che è figlia del flash crash dei primi di febbraio.

Sostengo questo perché da un lato il recupero delle borse americane dopo i forti ribassi del 5 e 6 febbraio scorso è stato fin troppo robusto e non sostenuto da ragioni macroeconomiche serie.
Per altri aspetti invece l’Europa ha indicato la strada che attualmente tutte le borse stanno percorrendo, e cioè quella di un modesto rimbalzo che però non elimina - anzi per certi versi certifica e/o amplifica - le ragioni della precedente forte discesa dei mercati azionari globali.

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Ragioni che stanno nelle politiche e nella nuova mentalità meno accomodante delle banche centrali e nella necessità, per i gestori, di muoversi con maggiore accortezza in questo 2018. La volatilità accompagnerà le scelte dei professionisti per tutto questo esercizio, e spesso non creerà però la direzionalità opportuna al fine di coprire con strumenti derivati le scelte più conservative e strutturali di portafoglio.

Ciò sta a significare che i grandi gestori, non potendo ruotare i propri asset per motivi di complessità e di legislazione sottostante, saranno costretti a muoversi con la pinzetta per le sopracciglia; in presenza di commissioni ancora elevate, questo comporterà con ogni probabilità minori rendimenti per la clientela.
La mano primaria é perfettamente a conoscenza di questo, ed è intervenuta - e secondo me continuerà a farlo - solo in presenza di eccessi nelle escursioni medie.

Pertanto, come ripeto da tempo, sarà bene che gli investitori studino attentamente sui grafici come si creano i massimi e i minimi dei prezzi, in quanto tempo, e con che dinamica (quest’ultima è ciò che nel gergo degli addetti ai lavori si definisce come “price action”).

Ulteriore elemento di incertezza nel brevissimo è rappresentata dalle elezioni italiane. Il cinismo della logica suggerisce un probabile esito senza maggioranze, un Governo allargato quindi, ma non dimentichiamo la cambiale ancora da pagare della trattativa fra Ue e Governo - qualunque esso sia - per lo scottante argomento degli Npl.

A Piazza Affari il Ftse Mib ha visto arrestarsi in area 22.800 il recupero partito dai recenti minimi, muovendo in laterale in attesa del voto di domenica. Quali i possibili scenari sul mercato domestico nelle prossime settimane?

Credo che la resistenza dei 22.500 punti, livello violato prima della chiusura di ieri, si farà sentire. Visto il comportamento americano di ieri, nel breve (da qui a qualche giorno), al netto di sorprese elettorali, non la vedo raggiungibile.
I supporti interessanti dove potremmo ipotizzare un intervento della mano primaria non emergono dall’analisi dei grafici prima di 22.080 punti e successivamente a 21.850 punti.

Sulla base delle chiusure che avremo venerdì, l’incertezza della tornata elettorale può far ritenere che le occasioni più interessanti siano da ricercare in un eventuale apertura di lunedì con forti scarti. Per forti scarti intendo almeno del 3%, meglio ancora intorno al 5%.

Il dollaro ha avviato un bel recupero nei confronti dell'euro, mentre appare decisamente meno convinto rispetto allo yen. Cosa si aspetta per questi due cross?

Intendendo come periodo di breve un arco temporale che va da oggi alla prossima settimana, credo che difficilmente l'euro/usd salirà sopra 1,2360, mentre la forza del dollaro – qualora Dollar Index consolidi sopra 90 - potrebbe avere buone probabilità di spingerlo ad una rottura definitiva della delicatissima area di 1,2200, con primi approdi a 1,2117 e successivamente 1,2060. Quest’ultimo mi pare un prezzo interessante per verificare la forza del biglietto verde.

Lo yen invece, in caso di prosecuzione di Borse negative, potrebbe impedire il raggiungimento della resistenza posta sul cambio Usd/Jpy a 107.48.
Il livello molto delicato di equilibrio per le prossime due/tre sedute é intorno ai prezzi segnati ieri sera alle ore 19, e cioè: 106,70. Supporti in grado di contenere quella che appare una discesa non terminata sono a 106,33-106,08-105,75 e 105,25, con zona di eccesso intorno a 104,70.

A livello intermarket ci sono degli aspetti che vuole segnalarci in particolare? A cosa consiglia di guardare ora?

Direi di controllare la volatilità prima di ogni altra cosa. La media mobile sul grafico orario del VIX passa attualmente a 17,75 e non è un segnale di stabilità per i listini. Prendiamola in ogni caso questa soglia come livello da monitorare attentamente, tenendo presente da un lato che la sua pendenza autorizza a pensare ad un supporto crescente, e dall’altro che l’imminenza delle elezioni italiane potrebbe portare ulteriori turbative che dall’Europa hanno buona probabilità di contagiare anche la fragilità dei listini americani.

In seconda battuta, ma anche questo è un aspetto tecnico, abbiamo l’obbligo di selezionare e controllare attentamente i principali prezzi di supporto per un eventuale contenimento di questa fase volatile e comunque correttiva di Borse che sono salite tanto e direi anche troppo, e direi anche molto male nella loro ultima parte di pendenza quasi verticale almeno in America.

Metterei quindi un focus importante in zona 11.800 di Dax, 3320 di Eurostoxx, il già citato 21.850 per Piazza Affari, e su due supporti importanti per il Nasdaq (Francoforte: 813516 - notizie) posti rispettivamente a 6.670 e 6.590.
È molto importante la seduta che conclude la settimana in questi primi giorni di marzo, perché o assisteremo ad una reazione importante, almeno un rimbalzo da ipervenduto di breve, o altrimenti aumenta il rischio che magari per brevissimo tempo le quotazioni delle Borse tendano ad avvitarsi.

Non va dimenticato che dalla quota di 13.600 circa il Dax ha corretto oltre il 10%; questa percentuale passa adesso a circa 12.240, area di scambi forti nella scorsa seduta, e si è poi visto nel pomeriggio cosa è successo alla sua rottura.
Se sul benchmark europeo per eccellenza non arriva un po' di cavalleria pesante per far recuperare le Borse, e alla svelta, il rischio di andare sotto i minimi del flash crash di inizio febbraio si fanno seri, e non piacevoli.

Un cordiale saluto a tutti i lettori di Trend On Line.

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