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Borse ingessate. Spicca il Ftse Mib. Sul tavolo non solo Fed

I mercati non si scompongono allmeno fino a quando non avranno ascoltato e soprattutto interpretato le parole del governatore della Federal Reserve Janet Yellen, la quale, con ogni probabilità dovrebbe annunciare il rialzo dei tassidi interesse dello 0,25%.

La situazione sui mercati

Poco dopo le 13, Piazza affari spiccava sul resto d'Europa con un saldo pari a +0,7% a 19.672 punti mentre il Dax aleggiava a cavallo della parità con un -0,02%, il Cac40 arrivava non oltre lo 0,13% e il Ftse 100 a 0,16%.

La situazione è fragile, indubbiamente e su tutti i fronti. Prima di tutto su quello della crescita e della ripresa nell’eurozona, una ripresa che, per quanto lenta e presente, almeno nei numeri, non è sufficientemente forte da essere esente da rischi. anche dalla Bce (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) lo sanno e per quanto felici di una crescita dell’inflazione finalmente in atto, non si è ancora cambiato il senso di marcia di un QE che resta ancora in vita e potrebbe accompagnare i mercati fino alla fine dell’anno se non oltre. Nella sua ultima conferenza stampa di giovedì scorso, Mario Draghi, governatore della Banca Centrale Europea, è riuscito a veicolare il messaggio perfetto e cioè quello di un Continente in fase di miglioramento ma che potrà avvantaggiarsi di un appoggio fornito dalle azioni di stimolo ancora presenti sui mercati. Eppure, nonostante questo, gli stessi operatori sanno che le incognite sono tante. Ed oggi si sta affrontando la prima, quella politica, che accompagnerà la scena fino alla fine del 2017.

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La protagonista di oggi

La protagonista di oggi, infatti, è l’Olanda con le sue elezioni che vedono la sfida tra Geert Wilders, leader del partito delle Libertà con un programma antiislamico e antieuro, e l’attuale premier Mark Rutte. Per quanto il primo prema per un referendum sull’uscita dell’euro, in stile Brexit, dalla sua parte potrebbe non avere nè l’appoggio della popolazione (che ha una percentuale di unionisti maggiore rispetto alla media europea) nè della la legislazione olandese che non prevede misure di questo tipo: un referendum consultivo può essere approvato solo con una maggioranza assoluta in entrambe le camere cosa che per il momento sembrerebbe esclusa anche in caso di vittoria di Wildersin, il quale non è detto che abbia abbastanza potere per avere la maggioranza assoluta. 28 partiti sono tanti su una popolazione che, in toto, non arriva a 17 milioni di persone su un gruppo di aventi diritto al voto che è inferiore ai 13 milioni (12,8 per l'esattezza). A spaventare sono più che altro le conseguenze e le premesse. In altre parole il fatto che rappresentanti dell’estrema destra populista riescano a conquistare sempre più spesso ampie fasce di popolazione tanto da arrivare ad essere motivo di preoccupazione, è già di per sè un campanello d’allarme. Non solo, ma a preoccupare è anche il fatto che la corsa di rappresentanti di questo tipo sia sempre più veloce e soprattutto eroda consensi alla base degli altri partiti, evidenziando la presenza di una schiera di elettori delusi dalle espressioni più classiche della politica e dalle coabitazioni forzate dell’Unione. Per quanto riguarda le conseguenze, l’effetto domino è la prima.

Effetto domino in agguato

Nello specifico, considerando le fragilità accennate all’inizio, non è difficile pensare che le ripercussioni possano arrivare sugli anelli deboli della catena: Francia e Italia in primis. Al di là delle Alpi, infatti, la situazione è tesa e caotica con il candidato all'Eliseo del centrodestra, François Fillon che si trova al centro del cosiddetto Penelopegate con l’accusa di appropriazione indebita di fondi pubblici a causa di incarichi dati a moglie e figli senza che questi ne avessero i requisiti e senza che questi abbiano fatto nulla per avere quel milione di euro dato come pagamento per i vari servizi mai svolti. Ma le cose non vanno bene nemmeno per il centrista Emmanuel Macron che potrebbe vedere aperta a suo carico un’indagine preliminare: l’ipotesi di reato è quella di favoritismo, associazione a delinquere e occultamento di favoritismo in occasione di un suo viaggio a Las Vegas come ministro dell’economia e durante il quale potrebbe aver favorito un’azienda, la società francese Havas (Londra: 0MGT.L - notizie) .

Il tutto a vantaggio di Marine Le Pen (Other OTC: PENC - notizie) a sua volta non esente da accuse questa volta da parte del Parlamento europeo sulle irregolarità riguardanti 20 assistenti del gruppo a Strasburgo e Bruxelles registrati come funzionari di partito e che perciò non avrebbero dovto godere dei rimborsi e dei salari ricevuti.

Le conseguenze secondo gli analisti

Insomma, una serie di difficoltà di fronte alle quali la rabbia popolare potrebbe esplodere premiando i opulisti in Francia, magari dopo una spinta molto forte derivante dalla vittoria olandese di Wilders. Ecco allora l’effetto valanga che si protrarrebbe sia sull’Italia che sulla Germania, al centro in questi giorni della guerra diplomatica con la Turchia, guerra in realtà partita proprio dall’Olanda ma che è incentrata sulla comunità turca, estremamente rappresentativa anche nella patria di Angela Merkel.

Se per Schroders (Francoforte: 929969 - notizie) il Partito della Libertà può aggiudicarsi la maggioranza dei seggi senza però conquistare una base ampia tale da permettersi di governare serenamente, da Edmond de Rothschild AM restano scettici circa una possibile uscita dall’euro. Ma la paura che è sottolineata da UBS (Londra: 0QNR.L - notizie) non riguarda tanto le elezioni, quanto le conseguenze più immediate del rafforzamento degli euroscettici, conseguenze che si potrebbero riflettere immediatamente sia sull’euro che sui titoli di stato degli anelli deboli della catena, Francia e l’Italia. Ed è proprio l’Italia ad aumentare l’incertezza vista la particolarità del su panorama politico. Nello specifico è Schroders: a ricordare che le elezioni previste nel primo trimestre 2018 potrebbero essere facilmente anticipate, cosa non rara per Roma, a tutto vantaggio dei pentastellati di Grillo che sfrutterebbero un momento di calo dei consensi per il partito democratico. Conseguenza immediata: la vittoria dei democratici ma con la necessità di formare una coalizione di Governo. Ma si tratta solo ddi un’ipotesi dal momento che la crescita di consensi da parte del M5S è ampia e potrebbe creare non poche sorprese, compresa la vittoria proprio del partito di Grillo.

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