Coronavirus, nuova ordinanza: stop agli spostamenti fuori dal proprio comune
Il ministero dell’Interno e quello della Salute hanno varato una nuova ordinanza allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del coronavirus in Italia. Il documento vieta a tutte le persone fisiche “di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in Comune diverso da quello in cui si trovano”, salvo che “per comprovate esigenze lavorative”, di “assoluta urgenza” o per “motivi di salute”.
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L’obiettivo è quello di impedire alle persone di trasferirsi dal Nord al Sud. Le disposizioni, che partono dal 22 marzo e sono “efficaci fino all’entrata in vigore di un nuovo decreto del Presidente del Consiglio”, comporteranno che le stazioni saranno presidiate. Il divieto riguarda sia i mezzi pubblici sia quelli privati.
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La decisione giunge poche ore dopo l’annuncio, da parte del presidente del Consiglio, di nuove misure destinate a “chiudere, in tutta Italia, ogni attività produttiva non strettamente necessaria, non cruciale”.Il testo del decreto del presidente del Consiglio non è ancora stato pubblicato e potrebbe arrivare in serata.
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Il provvedimento, che precede il Dpcm del presidente Giuseppe Conte è stato emanato con urgenza proprio per impedire il diffondersi del contagio e per questo la ministra Luciana Lamorgese ha disposto l’allertamento di questure e prefetture per intensificare i controlli sia nelle stazioni e sulla rete autostradale.
Al momento chi contravviene al divieto rischia la denuncia per l’articolo 650 del codice penale che prevede l’arresto fino a tre mesi e l’ammenda, ma il governo sta valutando anche la possibilità di emanare un nuovo provvedimento con sanzioni più severe.
Viaggiatori diretti al Sud respinti in stazione a Milano
Qualcuno ha anche pianto alla stazione Centrale di Milano quando si è visto respingere alla partenza dei treni diretti a Salerno e Napoli perché non ha passato i controlli diventati più stringenti dopo le recenti direttive che limitano gli spostamenti. I passeggeri sono stati sottoposti a rigorose e approfondite verifiche dell'autocertificazione e dei documenti e anche a quelli della temperatura corporea. Una decina, complessivamente, quelli che non avevano i requisiti per partire.
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