Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    34.657,35
    +318,03 (+0,93%)
     
  • Dow Jones

    39.486,30
    +98,54 (+0,25%)
     
  • Nasdaq

    16.334,57
    -11,69 (-0,07%)
     
  • Nikkei 225

    38.229,11
    +155,13 (+0,41%)
     
  • Petrolio

    78,29
    -0,97 (-1,22%)
     
  • Bitcoin EUR

    56.044,39
    -1.460,77 (-2,54%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.253,88
    -104,13 (-7,67%)
     
  • Oro

    2.375,90
    +35,60 (+1,52%)
     
  • EUR/USD

    1,0777
    -0,0007 (-0,06%)
     
  • S&P 500

    5.220,18
    +6,10 (+0,12%)
     
  • HANG SENG

    18.963,68
    +425,87 (+2,30%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.085,08
    +30,67 (+0,61%)
     
  • EUR/GBP

    0,8599
    -0,0008 (-0,10%)
     
  • EUR/CHF

    0,9764
    -0,0001 (-0,01%)
     
  • EUR/CAD

    1,4727
    -0,0017 (-0,12%)
     

Deadmau5, Disney e la diatriba sul topo

Deadmau5, Disney e la diatriba sul topo

Topolino indagato per plagio. No, non è un pesce d'aprile in ritardo, ma un fatto reale di cronaca giudiziaria, una diatriba tra due big: da una parte Deadmau5, noto dj canadese, dall'altra la Disney.

Tutto è iniziato quando Deadmau5 (al secolo Joel Zimmerman), ha avanzato la richiesta di registrare il suo famoso logo con copiright. Si tratta di una sagoma nera raffigurante topo occhi bianchi, bocca bianca e con delle grandi orecchie, una figura molto simile al Mickey Mouse di casa Walt Disney, che subito ha fatto bloccare l'istanza per valutare gli effetti di questa registrazione. L'eccessiva somiglianza, infatti, preoccupa la casa di produzione cinematografica, che teme una confusione da parte del pubblico e quindi una dispersione dei consumatori.
Perciò, per indagare sulle eventuali cause, ha chiesto un "periodo finestra" al Trademark Office (ufficio delle registrazioni), che gli ha concesso  90 giorni per completare le indagini.

La richiesta da parte di Deadmau5 è avvenuta lo scorso anno e ha chiesto anche la facoltà di spalmare il suo logo su una grande quantità di prodotti, in particolare "apparecchi elettronici e/o scientifici, veicoli (specialmente biciclette BMX), supporti cartacei, pelletteria, giocattoli e articoli sportivi, cibi, bevande (come il caffè) e servizi di intrattenimento". Prodotti che, se messi sul mercato con il logo del topo, potrebbero risultare fuorvianti per i clienti e - secondo la Disney - recargli un danno economico, soprattutto su un target più giovane che potrebbe facilmente non fare distinzione tra un topo e un altro.

Questo problema non sarebbe proprio emerso se la legge fosse rimasta invariata: stando alle norme sul copyright americano, infatti, il personaggio di Mickey Mouse sarebbe dovuto diventare di pubblico dominio nel 2003. Peccato che la Disney, come molte altre case di produzione cinematografica hollywoodiana, abbiano un forte potere decisionale in merito alla questione del diritto d'autore, così nel 1998 l'allora presidente Bill Clinton fece "estendere" i termini sul copyright con la "Copyright Term Extension Act", meglio conosciuta come la "Mickey Mouse Protection Act", una legge fortemente voluta dalle lobbies dell'industria culturale, che ha esteso per ulteriori 20 anni la durata del diritto d’autore per le opere prodotte negli Stati Uniti dopo il 1923. In questo modo, la durata totale del copyright arriva a 70 anni dopo la morte dell’autore e a 120 anni dopo la data di creazione o a 95 dopo l’anno di pubblicazione (per le opere prodotte da un gruppo).
Con questa legge la Disney è riuscita a tenersi stretto Topolino, prolungandone il "possesso" fino al 2023. I tempi stanno per scadere e non è improbabile che verrà fatta una nuova estensione al testo, anche se con il boom del Web, dei Creative Commons e delle lotte sui diritti d'autore, potrebbero essere segnali per una prossima liberazione del Topo dalla gabbia del monopolio.