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Elezioni Italia: fake news istituzionali!

La sensazione è che l’Europa questa volta, dopo aver puntato su Macron, si è scelta il perfetto cavallo di Troia italiano, la statua di cera che gira l’Italia rassicurando l’Europa…

Berlusconi rassicura Bruxelles: «Rispetteremo regola del 3% del deficit

Due giorni di trasferta europea per Silvio Berlusconi, questa volta in veste di “garante” del Centrodestra presso le istituzioni di Bruxelles preoccupate pe gli esiti delle prossime Politiche. «Abbiamo presentato il nostro programma al Ppe, la cosa importante è la nostra volontà di rispettare la regola del 3% del deficit», ha assicurato il leader di Forza Italia dopo il faccia a faccia con il segretario generale del Ppe, Antonio Lopez, il primo degli incontri in agenda. (…) Messaggio rassicurante per gli eurocrati (…) Sempre per rassicurare Bruxelles, in linea con il suo ruolo di autoproclamato difensore degli italiani dal populismo targato M5S, Berlusconi ha lanciato un peana sull’«essenzialità della esistenza dell’Ue».

Abbiamo già visto cancellare ogni traccia di uscita dall’euro da vari programmi a partire dal centro destra, sino ad arrivare al Movimento 5 Stelle, ora non resta che attendere che negli ultimi giorni di campagna elettorale diventi un coro di più Europa per tutti.

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Ehi bellezza non penserai che sia nel tuo interesse vero?

Fanno sorridere questi signori che ignorano la storia, l’Unione Europea non ha un probabilità su 69 di continuare ad esistere in futuro, perché lo suggerisce la storia, 69 unità monetarie su 69 fallite in passato.

Il cavallo di Troia di cera, sarà il nostro nuovo Monti. L’Italia verrà commissariata, perché noi siamo da secoli, calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi come direbbe il buon Goffredo.

Singolare osservare che la scorsa settimana, nel confessionale della BBC inglese, Emanuel Macron abbia dichiarato che in caso di referendum sull’uscita dall’euro in Francia, la Frexit sarebbe quasi certa.

Quello che a noi interessa oggi è la fesseria del 3 %, rinnegata persino dal suo inventore…

Parla l’inventore della formula del 3% sul deficit/Pil: «Parametro deciso in meno di un’ora senza basi teoriche.

… un popolo di fessi, l’Europa, che si fa imporre regole senza alcuna base teorica!

Ma lasciamo perdere e sentiamo cosa ha da dirci Alberto Bagnai sul rapporto deficit/Pil e le balle mainstream che circolano in Europa…

Deficit in Francia e in Italia: due paroline a Moscovici

Le dichiarazioni di Moscovici secondo cui portare il deficit oltre il 3% del Pil “sarebbe un controsenso”, questo perché il tetto del 3% avrebbe un significato preciso, quello di evitare che il debito slitti ulteriormente, e quindi le elezioni italiane provocherebbero un “rischio politico” dato che da noi alcuni partiti si stanno interrogando sulla fondatezza di queste regole, sono non solo inopportune politicamente (come perfino Tajani è stato costretto ad ammettere, dando prova di buon senso e di un minimo di orgoglio nazionale), ma del tutto infondate sotto il profilo economico e anche storico: questo perché prima di fare lezioncine, bisognerebbe verificare di essere stati coerenti con i principi che si sbandierano a beneficio degli altri paesi (ma che in patria ci si è guardati bene dall’applicare).

Ho commentato queste dichiarazioni, aggiungendo alcuni numeri, i numeri che la nostra stampa, molto sensibile e accondiscendente verso interessi esterni al nostro paese, naturalmente non vi dà:

Mi limito ad aggiungere, per vostra erudizione, un grafichetto che potrete incidere su una lastra di piombo, da arrotolare e sbattere sul musetto dei botoli ringhiosi dell’austerità:

Come vedete i francesi (les bleus) sono sempre stati sopra a noi, e sempre oltre il parametro di Maastricht (in rosso), e lo saranno almeno fino al 2019, con in più il fatto che il divario fra loro e noi è destinato ad aumentare (a indicare che noi saremo, secondo il Fmi, sempre più virtuosi di loro, oltre a essere di fatto in regola con Maastricht già da sei anni: sei anni di sacrifici che l’Europa ci riconosce così, sberteggiandoci!).

Insomma: è il classico caso di bue che dice cornuto all’asino. Le differenze fra asino e bue vi sono note: credo che tutti noi (almeno noi maschietti) preferiremmo essere asini. Concludo con una nota: l’Italia sarà un paese libero quando un giornalista vi darà i numeri che trovate qui, e quando avrà il coraggio di sbatterli in faccia al nostro nuovo amico con le corna, giusto così, per vedere l’effetto che fa, e per ricordargli che, fra le tante differenze cui accennavo, c’è anche quella che l’anello al naso ce l’hanno i buoi, non gli asini. Ma per questo ci vorrebbe un giornalista col retrotreno più simile a quello di un asino che a quello di un bue. Sono sicuro che da qualche parte, nascosto, ci sia e ci legga. Speriamo che si palesi presto: altri seguiranno, perché non se ne può più: ad ognuno puzza questo barbaro dominio.

Con preghiera di far circolare, ricordando a chi leggerà che dire basta dipende da ognuno di noi.

Ho il sospetto che anche a questo giro, l’Italia dei fessi si farà prendere per i fondelli con 80 euro o con la promessa della pensione minima a 1000 euro, in fondo aveva ragione il buon Prezzolini…

L’Italia di cui Prezzolini parlava sessanta anni fa e rimasta la stessa. un paese dove “l’intelligente è un fesso anche lui”; dove “il furbo non usa mai parole chiare, e comanda non per la sua capacità ma per l’abilità di fingersi capace”; dove “i fessi hanno dei principi, i furbi soltanto dei fini”; dove “in generale il fesso è stupido, perché se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo”; dove “ci sono i fessi intelligenti e colti che vorrebbero mandare via i furbi, ma non possono: primo, perché sono fessi; secondo, perché gli altri fessi sono stupidi e non li capiscono”; dove ” per andare avanti ci sono soltanto due sistemi: il primo è leccare i furbi; il secondo – che riesce meglio – consiste nel far loro paura; infatti, non c’è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere, e non c’è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e l’associazione con altri briganti alla guerra contro questi “.

Sperare non costa nulla, ma chi vive sperando…

Autore: Andrea Mazzalai Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online