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Gogol'Ostello, un sogno realizzato grazie al microcredito

Intervista alla fondatrice Asli Haddas: non un semplice ostello ma un caffè letterario, ricco di eventi gratuiti

Gogol'Ostello

Chissà se sono i luoghi a fare le persone o, viceversa, sono le persone a fare i luoghi. Nel suo caso, probabilmente è la seconda. Perché il Gogol’Ostello (il cui nome richiama lo scrittore russo Gogol ma anche la band Gogol Bordello) ha tutto di Asli Haddas, 35 anni tra poco, una massa di capelli ricci neri, pelle che richiama le sue origini eritree ed etiopi (ma è italiana al 100%) e occhi di chi sa cosa vuole e come arrivare ad ottenerlo.

Siamo a una manciata di metri da Corso Sempione a Milano, in via Chieti e cosa ci sarà all’interno si intuisce fin dall’ingresso contrassegnato da uno spazio ricavato in mezzo a palazzi con tanto di parquet in legno, una sdraio a strisce bianche e azzurre, tavolini e sedie bianche. Il tutto poi si snocciola tra i 4 piani e le 7 stanze per un totale di 24 posti letto. Ogni piano ha un suo colore e ogni stanza ha dei libri che l’Ostello mette a disposizione degli ospiti. I libri, poi, contrassegnano ogni piano: sia perché questo è anche un caffè letterario che perché qui si fa bookcrossing, bookexchange (a differenza del primo si scambiano e non si “abbandonano”) o si danno dei libri in regalo.


Ma la storia non sta tanto o non solo nell’eccezionalità del posto, ma nel come Asli ha realizzato il suo sogno: ottenendo dei fondi con il microcredito dopo avere lasciato un lavoro che rischiava prima o poi di perdere e senza cercarne altri. “Non volevo mandare cv, volevo portare avanti la mia idea. Ovviamente come prima cosa mi sono rivolta alle banche ma non ho ricevuto appoggio. Mi dicevano che era troppo rischioso e mi chiedevano se l’avessi fatto mai prima. E la mia risposta negativa non mi aiutava a ottenere il finanziamento”.

Da tecnico informatico per 10 anni al Gogol’Ostello. Ok, la tua azienda era in crisi, ma perché un’idea simile e non un’altra attività?

“Ho viaggiato tanto e ho da sempre avuto un pallino: quello di realizzare un ostello simile. In Italia, quando si parla di queste strutture, le si identifica con gli Ostelli della Gioventù (destinati quindi solo ai giovani e non agli adulti che le disdegnerebbero) e soprattutto non aperte all’esterno. Invece l’idea che mi ronzava in testa era creare una formula innovativa per i nuovi turisti in cui chiunque potesse venire a stare, spendendo poco: dal giovane al professore universitario che qui si deve sentire a casa. Inoltre, Gogol Ostello non è un ostello qualsiasi: diamo gli stessi servizi di un albergo. Ad esempio, a tutti i nuovi arrivati offriamo il welcome drink, a differenza degli ostelli tradizionali siamo noi a sistemare le lenzuola e a preparare i letti e poi abbiamo camere da due che diamo anche a una persona sola”.

Hai detto che le banche ti hanno rifiutato il prestito, come sei arrivata dunque al microcredito?
“Tramite un’associazione che organizza eventi, dal nome L’Albero delle Genti. Lì ho conosciuto PerMicro che collabora con la Fondazione Welfare Ambrosiano, grazie al quale ho ricevuto un primo finanziamento di 20mila euro che devo restituire con un tasso più basso di quello concesso dalle banche. Poi grazie a mia madre Ascalu (che si vede dietro il bancone mentre prepara la pizza che quella sera mangeranno all’ostello e che assieme ad Asli e Tiziano lavora all’Ostello, ndr) e alle banche stesse che, dopo che la Fondazione mi aveva dato credito, mi hanno concesso un prestito, sono riuscita a creare tutto. Abbiamo iniziato prima con l’area eventi e poi abbiamo aperto le stanze dell’ostello. Il bello di rivolgersi a società come PerMicro è che ti supporta durante l’avviamento della startup, offrendo supporto e assistenza continui. Ma non è così semplice ottenere un finanziamento: bisogna presentare un business plan dettagliato e anche avere dimostrare di avere un posto fisico, soprattutto se si ha in mente un ostello”.


Trovare la sede è stato facile?
“Direi proprio di no. Ho visto almeno 30 posti prima di imbattermi in questo, ma sono contenta perché il proprietario mi ha detto che finalmente c’era un posto dove leggere il giornale. Inoltre, anche i vicini di casa collaborano. La persona del palazzo di fronte, ad esempio, ha contribuito alla mostra sul liberty del 6 settembre”.

C’è stato un momento in cui hai pensato “Non ce la faccio”? In fondo, hai fatto una bella scommessa con questa struttura.
“Io ci credo e finora i risultati per ora mi stanno dando ragione. Avremo un settembre pieno di eventi e anche pieno di prenotazioni. No, non ho mai pensato di non farcela. Certo, la burocrazia non aiuta, ma ce la fai, alla fine riesci a portarla avanti anche in maniera 'automatica'. Vado contro quella che è l’impostazione comune 'Non fare debiti', ma il calore degli ospiti e l’attenzione mi stanno ripagando".

Cioè?
“Tante le dimostrazioni: Il 15 agosto abbiamo organizzato una grigliata qui in ostello e ho chiesto a uno degli ospiti di occuparsi del barbecue, mi ha detto 'Sono onorato di cucinare in Italia'. E ancora: abbiamo organizzato una mostra fotografica in cui vendevamo delle foto. Uno degli ospiti ne ha acquistata una e ce l’ha regalata. Di recente un altro ospite mi ha scritto da Copenaghen, dicendomi che la città era sì bella ma non c’era il nostro calore”.

Certo.
“La frase all’entrata ('Be not inhospitable to strangers, lest they be angels indisguise', ossia 'Non essere inospitale con gli stranieri, potrebbero essere angeli mascherati', ndr) è di Shakespeare ma non solo. Ha a che fare con la 'Shakespeare and company' di Parigi, una libreria storica in cui, qualora non avessero un posto dove stare, ospitava anche artisti, scrittori, musicisti ecc… Una mia amica è andata a Parigi, ha parlato dell’ostello e i proprietari ci hanno regalato un libro. Mi piace che ci sia questo collegamento e che tutti qui possano sentirsi a casa”.

Il Gogol’Ostello offre per questo mese un ricco programma di eventi tra mostre, presentazioni di libri con aperitivi medeghini e tanti altri eventi gratuiti che potete vedere sulla pagina Facebook o sul sito.