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Governance, Garavoglia: voto di lista aberrazione in società contendibili

MILANO (Reuters) - Il voto di lista è un'aberrazione, che consente di nominare la maggioranza dei consiglieri in una società contendibile ad un azionista di minoranza, senza lanciare l'opa.

Parola di Luca Garavoglia, presidente di Campari.

Intervenendo al convegno 'La corporate governance delle società quotate italiane' - organizzato da Consob, Assonime e Borsa Italiana -, Garavoglia non ha lesinato critiche a quanti, prima di lui, avevano decantato i progressi compiuti in Italia sul fronte della corporate governance.

"Si è intrapreso un cammino virtuoso", ha affermato, "ma dobbiamo evitare il tono 'Tutto va bene, madama la marchesa'". Da qui Garavoglia è partito all'attacco del voto di lista, "un'invenzione italiana per le società a controllo precostituito" che, però, nelle aziende a controllo diffuso si è trasformato in "un'aberrazione".

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L'anomalia, "l'oscenità", ha argomentato l'imprenditore, è che un azionista di minoranza possa nominare la maggior parte dei consiglieri, senza dover lanciare un'opa, riferimento ad "una società telefonica" (Telecom Italia, ça va sans dire).

Il mostro del voto di lista, conseguenza della soglia pre-determinata di opa, secondo Garavoglia, è ancor più spaventoso alla luce del fatto che i grandi investitori istituzionali trascurano l'Italia. "BlackRock dell'Italia se ne frega altamente", ha sentenziato. Come testimonia anche il fatto che, pur in presenza di un terreno favorevole, non vi sia stata "un'esplosione di proxy fight" nelle assemblee.

Il presidente di Campari è entrato a gamba tesa anche sulla qualità dei componenti dei consigli di amministrazione e dei dirigenti ("Bisogna riprendere Lombroso: in alcune quotate ci sono manager ridanciani") e ha invitato ad allineare la retribuzione di management e cda alle performance borsistiche.

Va ricordato che Campari è controllata dalla famiglia Garavoglia, che ha rafforzato la presa sul gruppo attraverso il voto maggiorato. "La dittatura illuminata è la forma migliore di governo", ha notato, più serio che faceto, il presidente.

A Garavoglia ha replicato Tommaso Corcos, presidente di Assogestioni: "Noi gestiamo soldi, non gestiamo società".

In qualità di AD di Eurizon Capital, Corcos ha spiegato: "Ci siamo dotati, ormai da tempo, di una struttura dedicata alla corporate governance e all'engagement sulle società in cui investiamo, verso le quali assumiamo un ruolo di confronto collaborativo nell’interesse dei nostri clienti. Siamo fermamente convinti, infatti, che la qualità della governance di una società abbia un impatto positivo sulle performance del titolo in borsa".

Su un punto Corcos concorda con Garavoglia: nei cda servono persone di qualità. "Dalla composizione dei consigli si può intuire la performance borsistica del titolo".

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