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Gregoretti, sì al processo per Salvini: la sua reazione e cosa rischia

Dopo il via libera del Senato al processo a Matteo Salvini sul caso Gregoretti, per il quale il leader della Lega è accusato di sequestro di persona e abuso di potere, diversi sono i possibili scenari che potrebbero presentarsi all’ex ministro dell’Interno. Ricordando che nel caso di condanna il segretario del Carroccio rischia una pena che va dai 6 mesi ai 15 anni di reclusione, andiamo a vedere cosa potrebbe accadere nei prossimi giorni.

La decisione, presa dal Senato con voto palese e maggioranza assoluta (la Lega è uscita dall’Aula, solo 76 i voti favorevoli all’ordine del giorno presentato da Forza Italia e Fratelli d’Italia per evitare il processo, contro i 152 contrari, nessun astenuto), sarà trasmessa al procuratore di Catania Carmelo Zuccaro in quanto è dal tribunale dei ministri della città etnea che è partita la richiesta di processo. In questa sede si aprirà una fase del tutto nuova e tutt’altro che scontata.

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Il magistrato infatti, come ricordato dal Corriere della Sera, aveva sollecitato l’archiviazione dell’inchiesta nei confronti dell’ex ministro ritenendo che non vi fosse stato alcun sequestro dei 131 migranti a bordo della nave Gregoretti. Il tribunale dei ministri però, dopo aver ritenuto che il divieto allo sbarco fosse una violazione penale, ha trasmesso gli atti a Palazzo Madama.

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Dopo il sì in Senato la palla passerà al giudice che dovrà stabilire se quella di Salvini sia un’imputazione “coatta”, e dunque poter chiedere il rinvio a giudizio, oppure potranno richiedere l’archiviazione.

La decisione finale non spetterà più al tribunale dei ministri, ma al giudice per le indagini preliminari incaricato.

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La reazione di Salvini

Non si è fatto attendere il commento del leader della Lega. "Lo sapevo. Sono assolutamente tranquillo e orgoglioso di quello che ho fatto. E lo rifarò appena tornato al governo - dichiara Salvini - Come è stato difendersi in Senato? Surreale. Ho giurato sulla Costituzione, che prevede che difendere la patria è dovere di ogni cittadino".

E ancora: "Io ho difeso l'Italia, essere processato per questo... ma ho piena e totale fiducia nella magistratura. Non scappo e voglio andare a processo. A testa alta. Facciamo decidere a un giudice se sono un pericoloso criminale”. Poi avverte chi ha schiacciato il pulsante in Senato per mandarlo alla sbarra: "Gli avversari in democrazia si battono alle urne non in un'aula di tribunale. C'è bisogno di una cavia? Eccomi”.

Poi, in serata, l’intervista al Tg2: “Durante i miei mesi di governo abbiamo ridotto i morti in mare, perchè più partenze significa più morti. E abbiamo ridotto gli sbarchi, i costi e i problemi per gli italiani. Dal tribunale mi aspetto un giudizio imparziale, mi sento un italiano vero e non un criminale. Non ho nulla di cui rimproverarmi. Ho difeso i confini del mio Paese e la sicurezza dei mie figli e dei figli degli italiani. Non chiedo una medaglia, mi danno un processo, andrò in quell'aula di tribunale a ribadire che difendere i confini del mio Paese è un mio diritto e un mio dovere".

"Renzi ha detto di non considerarmi colpevole sul caso Gregoretti? Il problema di Renzi è che parla, parla, minaccia Conte, Di Maio e Zingaretti ma alla fine restano solo parole".

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Come si svolgerà il processo

Il processo a Matteo Salvini per sequestro di persona nell'ambito dell'inchiesta sui migranti bloccati sulla nave Gregoretti sarà celebrato, come detto, davanti al Tribunale ordinario di Catania. La sezione sarà determinata dal tipo di reato contestato: quella che tratta i sequestri di persona. Del collegio giudicante non potranno fare parte i magistrati del Tribunale dei ministri che hanno chiesto l'autorizzazione a procedere nei confronti dell'allora ministro dell'Interno. L'iter sarà ordinario, con tre gradi di giudizio. L'accusa sarà sostenuta in aula dalla Procura distrettuale di Catania, che aveva chiesto l'archiviazione dell'inchiesta.

E’ quanto prevede la legge Costituzionale del 16 gennaio 1989, n.1. Composta da 14 articoli, porta la firma degli allora Guardasigilli Giuliano Vassalli e presidente del Consiglio dei ministri Ciriaco De Mita. E' stata emanata dall'allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga.

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Un processo ordinario, con tre gradi di giudizio, dunque, ma col rischio di una condanna più alta se dovesse ricorrere il caso previsto dall'articolo 4 della norma: "per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni dal presidente del Consiglio dei ministri o dai ministri la pena è aumentata fino ad un terzo in presenza di circostanze l'eccezionale gravità del reato".

Il rischio per Salvini è che in caso di condanna in primo grado scatti la legge Severino, con conseguente sospensione o decadenza dalla carica di senatore. La normativa prevede infatti la sospensione e l'incandidabilità per le cariche politiche condannate per alcuni reati. È stata applicata per Silvio Berlusconi, decaduto e poi riabilitato a maggio 2018.

La legge prevede la sospensione degli amministratori pubblici in caso di condanna, anche solo in primo grado, per un periodo di almeno 18 mesi. Il reintegro è possibile solo in caso di sentenza di appello favorevole. L'incognita sulla sospensione, però, resta per deputati e senatori e per gli incarichi di governo. Salvini potrebbe, in caso di condanna in primo grado, essere ugualmente eletto, perchè non sarebbe incandidabile in caso di nuove elezioni. Poi però rischierebbe di essere sospeso dalla carica.

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