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Il miele come l’oro: furti negli alveari, una famiglia di api vale 300 euro

(Getty)
(Getty)

Agiscono in zone di campagna dove sono quasi inesistenti i sistemi d’allarme. Sono sempre di più i furti di alveari, l’ultimo in Sardegna. Nella piccola frazione di Massama, seicento abitanti, nella notte i ladri hanno fatto irruzione della ditta Agriapis. Hanno portato via 28 arnie in legno, colorate, costruite da artigiani e, soprattutto, piene zeppe di miele.

L’appello social

“Se vedete un furgone o un carrello con queste arnie, chiamateci o chiamate le forze dell’ordine”, è l’appello social della piccola azienda agricola. E le segnalazioni non mancano, la solidarietà sul web corre veloce. “E’ uno dei tanti episodi che ormai sono all’ordine del giorno nelle campagne”, racconta Francesco Panella, dell’associazione Apicoltori Professionisti Italiani. “Il fenomeno è legato all’aumento della microcriminalità nelle campagne dove i sistemi di videosorveglianza sono pressoché inesistenti”.

Il miele come l’oro

Non serve un ladro provetto, insomma, per intrufolarsi nelle campagne e rubare. Ogni alveare vale una famiglia intera di insetti, i più piccoli ne contano 20mila, i più grandi fino a 80mila. “Un alveare in media costa tra i 150 e i 200 euro, i più grandi anche 300 euro”, spiega Panella. “Il valore dipende anche dalla quantità di api e di miele che sono in grado di produrre, grazie alla bravura dell’apicoltore”. I conti sono presto fatti: “Un alveare può produrre 20 o 30 chili di miele. E il prezzo di mercato è di 10 euro al chilo”, aggiunge.

L’anagrafe degli alveari

Per cercare di monitorare la quantità di api e la produzione di miele, è stata istituita un’anagrafe. “Da circa due anni abbiamo costituito un’anagrafe degli alveari, dove vengono registrate tutte le colonie allevate. Ogni alveare ha una targa, un sistema per contrastare i furti”, conclude Panella. Oggi in Italia si contano un milione e 250mila alveari, allevati da circa 50mila apicoltori.

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