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Iliad, partenza lenta in Italia, acquisto frequenze graduale

di Stefano Rebaudo

MILANO (Reuters) - L'ingresso nel mercato italiano di Xavier Niel, fondatore e proprietario di Iliad, si preannuncia meno trionfale di quello in Francia, dove il gruppo di telefonia mobile transalpino si è ritagliato il 17% del mercato in 4 anni.

Il gruppo francese, che in Francia ha un obiettivo del 25%, ha previsto di raggiungere una quota del 15% in Italia, un target che sembra ambizioso anche nel medio termine.

Fonti di settore e analisti dicono che Iliad avrà una partenza lenta e spazi limitati per una politica commerciale aggressiva a causa della bassa redditività e per le condizioni poste dalla Commissione europea alla fusione Wind-3.

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Iliad ha deciso di entrare in Italia in seguito a un accordo con Wind, gruppo Vimpelcom e 3 Italia, gruppo CK Hutchison Holdings, che hanno deliberato una fusione che sarà efficace al più tardi all'inizio del prossimo anno.

I suoi principali concorrenti saranno l'ex monopolista dei telefoni Telecom Italia, che ha una quota 30,8% (dati AgCom marzo 2016), Vodafone Italia con il 28,9% e Wind-3, che hanno una quota cumulata del 33%.

L'Italia è in fondo alla classifica in termini di ricavi per utente (Arpu), a circa 13,3 dollari seguita da Grecia 11,54 e Portogallo 11,06, secondo dati 2015 riportati da Bofa Merrill.

Gli spazi per sconti sono quindi limitati, visto che le offerte più economiche in Italia arrivano a 9 euro al mese.

In Francia - dove la redditività si è abbassata con l'ingresso di Niel nel 2012 - siamo a quota 22, dai circa 30 euro di quattro anni fa.

Le norme antiterrorismo impongono di presentare la carta di identità per l'acquisto di una sim, rendendo difficile fare l'operazione online. Questo per il gruppo francese, che non ha una rete di vendita, rappresenta un ulteriore problema.

Nonostante le difficili condizioni, Standard & Poor's ritiene quello di Iliad un "ingresso credibile" in Italia e un analista di settore che non desidera essere citato prevede una quota di mercato a singola cifra prima di fine 2019.

Jp Morgan osserva, che, i termini dell'accordo di roaming con Wind-3Italia sembrano più vantaggiosi rispetto a quelli con gli operatori francesi, e quindi Iliad "ha qualche margine di manovra" anche se non le praterie francesi.

Per le condizioni poste dalla Commissione Ue, tuttavia, Niel potrebbe attendere fino a tre anni prima di avere a disposizione tutte le frequenze che Wind e 3 Italia devono cedergli.

Sui tempi di trasferimento delle frequenze, le slide di una presentazione Vimpelcom di inizio settembre, parlano solo di "pagamenti graduali dal 2017 al 2019".

Secondo una fonte vicina alla vicenda, tuttavia, "il trasferimento dovrebbe essere graduale nei tre anni".

Secondo gli analisti, la maggior parte dell'esborso che dovrà sostenere Iliad (450 milioni di euro) sarà nel 2019.

Gli analisti sono anche concordi nel prevedere che Iliad potrà lanciare la prima offerta sul mercato a metà 2017.

Il gruppo francese ritiene di poter andare a break-even anche con una quota inferiore al 10%, secondo i report.

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