Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 3 hours 46 minutes
  • FTSE MIB

    34.668,98
    +329,66 (+0,96%)
     
  • Dow Jones

    39.387,76
    +331,36 (+0,85%)
     
  • Nasdaq

    16.346,26
    +43,46 (+0,27%)
     
  • Nikkei 225

    38.229,11
    +155,13 (+0,41%)
     
  • Petrolio

    79,83
    +0,57 (+0,72%)
     
  • Bitcoin EUR

    58.476,13
    +1.890,18 (+3,34%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.304,12
    -53,89 (-3,97%)
     
  • Oro

    2.380,90
    +40,60 (+1,73%)
     
  • EUR/USD

    1,0782
    -0,0002 (-0,02%)
     
  • S&P 500

    5.214,08
    +26,41 (+0,51%)
     
  • HANG SENG

    18.963,68
    +425,87 (+2,30%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.087,87
    +33,46 (+0,66%)
     
  • EUR/GBP

    0,8603
    -0,0004 (-0,05%)
     
  • EUR/CHF

    0,9775
    +0,0011 (+0,11%)
     
  • EUR/CAD

    1,4743
    -0,0001 (-0,01%)
     

Impennata della riserva valutaria svizzera

La riserva valutaria svizzera raggiunge livelli da record

di Arnaud Masset

A novembre le riserve di valuta straniera della Banca Nazionale Svizzera (BNS) sono salite di 17,6 mld di CHF, raggiungendo i 648 miliardi di CHF e facendo così registrare un nuovo record. A ottobre, la variazione era stata meno marcata, con un aumento di 2,4 mld di CHF per un totale di 630,4 mld di CHF. Nonostante il forte aumento delle riserve, è difficile valutare l’entità degli interventi della BNS – sebbene i depositi delle banche residenti presso la banca centrale siano aumentati di circa 11 mld di CHF a novembre – a causa degli effetti della valutazione. Infatti, a novembre il franco svizzero ha ceduto circa il 2,5% contro l’USD e il 5% contro la sterlina britannica, apprezzandosi invece dello 0,80% nei confronti della moneta unica. Escludendo gli effetti della valutazione, stimiamo che le riserve a novembre sia aumentate di circa 10 mld di CHF, il che lascia intendere che la BNS è davvero intervenuta sui mercati valutari per stabilizzare il franco svizzero. Il periodo intorno alle elezioni USA ha fatto registrare alcuni movimenti bruschi sui mercati forex, che hanno accentuato l’inclinazione degli investitori a cercare beni rifugio. Nello specifico, le crescenti incertezze politiche nell’Eurozona, che saranno il principale catalizzatore nel 2017, faranno stare all’erta la BNS.

Spazio per un rally dell’EUR/USD

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

di Peter Rosenstreich

Senza un catalizzatore, l’USD sta facendo fatica ad apprezzarsi. I rendimenti dei titoli di Stato USA a scadenza breve si muovono lateralmente, perché si sconta già gran parte del restringimento della Fed per il 2017. Nei prossimi due mesi (prima del 20 gennaio), l’USD si muoverà all’interno di una fascia, con un’inclinazione alla debolezza. Inoltre, assistiamo a un calo generalizzato della volatilità, ciò significa che continua a essere interessante operare sulle valute ad alto rendimento e beta dei mercati emergenti contro l’USD. Oggi saranno diffusi i dati sulla produzione industriale in Europa e in Germania; il forte dato di ieri sugli ordini lascia presagire un rischio al rialzo rispetto al previsto +0,6% m/m. Questa è un altro segnale che, esclusi i rischi politici, in Europa continua la ripresa economica. Ciò aumenta la probabilità che, alla riunione della BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) , Draghi inizierà a discutere di una politica senza QE. Qualsiasi segnale di un’inclinazione della BCE verso la normalizzazione darà una spinta all’EUR.

Le apparenze contano, comprare CNY?

Il dato di oggi sulle riserve valutarie cinesi dovrebbe mostrare deflussi per circa 40-60 mld di USD, mentre crescono le attese di un rafforzamento dell’USD e si surriscaldano i toni fra Trump e la Cina. Tuttavia, nonostante la flessione, il prezzo fix dell’USD/CNY è calato, suggerendo che c’è stato un intervento della PBoC. Sospettiamo che la banca centrale cinese sia intervenuta per frenare i deflussi, attraverso micro-aggiustamenti, fra cui l’aumento dei tassi debitori offshore. In vista dell’insediamento del presidente USA e del fatto che probabilmente Trump definirà la Cina manipolatrice di valuta, prevediamo che la PBoC manterrà stabile l’USD/CNY o potremmo addirittura assistere a un leggero deprezzamento che conferirebbe una parvenza di correttezza.

Rialzo della GBP

La complessità della Brexit rimane un ostacolo per il Regno Unito e continuerà a generare ondate improvvise di volatilità. Per quanto silenziosamente, sullo sfondo il Regno Unito rimane forte. Non si sono concretizzate le aspettative di una contrazione della spesa dei consumatori dovuta al calo del potere d’acquisto della GBP, e nemmeno gli altri pronostici più infausti. Compreremmo GBP sui cali dovuti agli sviluppi interni e sulla scia delle crescenti attese di una Brexit “morbida”, “con un piede dentro e uno fuori”.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online