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Le città più competitive del mondo

Indagine Citigroup: New York la più attrattiva del pianeta per business e turismo. Milano (47esimo posto) e Roma (50esimo) le uniche italiane

Nell’ultimo decennio le città sono diventate il punto di riferimento per l’economia globale. Nel business, la competizione non è più tra singole città che tra Paesi. Ma cosa determina la competitività di una città? La crescita economica e la grandezza non sono gli unici fattori. Per uno sviluppo in termini economici e sociali, sono determinanti anche indicatori come la capacità di generare affari, la regolamentazione urbana sulle questioni ambientali, la qualità del capitale umano e gli aspetti culturali. Solo mettendo insieme questi fattori, una città può essere competitiva, cioè in grado di attrarre capitali, business, talenti e turisti.

Quali sono le città più competitive? Lo ha stabilito “Global City Competitiveness Index”, una ricerca commissionata da Citigroup all’Economist Intelligence Unit. L’indagine ha valutato 120 città del mondo analizzando 31 indicatori raggruppati in 8 categorie:

  • Competitività globale: indice che considera nel complesso tutti i parametri presi in esame

  • Forza economica: Pil della città, Pil pro capite, tasso di crescita del Pil, livello di integrazione del mercato regionale, livello dei consumi

  • Capitale umano: crescita della popolazione, popolazione in età da lavoro, mentalità imprenditoriale, qualità dell’istruzione, qualità dell’assistenza sanitaria, livello e qualità di assunzioni di lavoratori stranieri

  • Efficacia politico-istituzionale: processi elettorali e pluralismo, autonomia fiscale delle istituzioni di governo locale, tassazione, legalità, efficacia delle istituzioni di governo locale

  • Maturità finanziaria: ampiezza e profondità delle infrastrutture finanziarie, numero di aziende nell’elenco Fortune 500 (classifica delle imprese più grandi), frequenza di voli internazionali, numero di convegni e conferenze internazionali, quantità e livello di università, Mba e alte scuole di formazione in finanza, tecnologia ed economia, presenza di think tank famosi nel mondo

  • Gestione dei rischi ambientali e naturali: rischio di disastri naturali, governance in tema ambientale

  • Capitale fisico: qualità delle infrastrutture, qualità dei trasporti pubblici, qualità delle telecomunicazioni

  • Caratteristiche sociali e culturali: libertà di espressione e diritti umani, multiculturalismo, presenza della criminalità, fervore culturale


Ecco quali sono, in base alla classifica generale che tiene conto dei punteggi raggiunti in tutte le graduatorie, le venti città più competitive del mondo:

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  1. New York

  2. Londra

  3. Singapore

  4. (a pari merito) Parigi e Hong Kong

  5. -

  6. Tokyo

  7. Zurigo

  8. Washington

  9. Chicago

  10. Boston

  11. Francoforte

  12. Toronto

  13. (a pari merito) San Francisco e Ginevra

  14. -

  15. Sydney

  16. Melbourne

  17. Amsterdam

  18. Vancouver

  19. Los Angeles

  20. Stoccolma


Dall’indagine emerge che le città americane ed europee sono al momento le più competitive, anche se l’invecchiamento delle infrastrutture e i problemi finanziari destano preoccupazione e possono alla lunga lasciare favorire le città asiatiche. Nella classifica che tiene conto di tutti i parametri complessivamente ben 24 delle prime 30 città sono negli Stati Uniti o in Europa. Al primo posto c’è infatti New York, mentre in seconda posizione c’è Londra.

L’Asia invece, che ha in Singapore e in Tokyo le sue prime della classe (rispettivamente terza e sesta posizione della classifica globale), primeggia nelle classifiche relative alla forza economica (indicatore che misura soprattutto il ritmo di crescita) delle sue metropoli: nella graduatoria specifica ci sono 15 città asiatiche su 20, tra cui spiccano Tianjin e Shenzen in Cina. Le città dell’America del Sud e dell’Africa fanno più fatica a essere competitive e non riescono a piazzarsi in posizioni di rilievo né nella graduatoria generale né in quelle dei singoli indicatori.


Quanto alla dimensione, le nuove protagoniste della scena globale sono le città di medio livello, la cui popolazione cioè è tra i 2 e i 5 milioni di abitanti: sono quelle che crescono di più (sono destinate in media a crescere dell’8,7% all’anno nei prossimi cinque anni), a differenza delle megalopoli che invece si sviluppano a un ritmo più lento. In questo gruppo ci sono centri come Houston, in Texas, e Hanoi, in Vietnam: è in questo tipo di luoghi che molte grandi aziende preferiscono impiantare le loro sedi. In ogni caso, si legge nell’indagine, non c’è una correlazione provata tra dimensione della città e livello di competitività. La correlazione invece esiste tra densità e competitività, perché si è riscontrato un più alto tasso di produttività nelle città a maggiore densità, tra cui Hong Kong.

Il ritmo di crescita, la quantità di investimenti in infrastrutture (su cui sono particolarmente attive le città asiatiche e in genere i paesi emergenti) sono sicuramente elementi cruciali per la competitività. Tuttavia, fa notare lo studio, nel complesso è necessario che si sviluppino anche fattori “soft” come la qualità della vita, i diritti civili, l’istruzione, ambiti nei quali le città occidental sono messe meglio.

Nell’indagine si legge che uno dei fattori che più contribuisce allo sviluppo di una città, e quindi alla competitività, è infatti la capacità di attrarre i maggiori talenti mondiali. In questo ambito sono ancora le città americane ed europee ad avere la meglio, anche in virtù della più sviluppata mentalità imprenditoriale dei cittadini e del livello più alto dell’offerta nel campo dell’istruzione.

Per quanto riguarda New York, la città al primo posto della graduatoria globale, nello studio si afferma che “l’economia della città è guidata da una serie di fattori, dai media, l’arte e la moda alla tecnologia e alla finanza. Nel 2010, negli Stati Uniti la città è stata seconda solo alla Silicon Valley per presenza di finanziamenti di venture capital”.



Guardando invece alle singole categorie, che corrispondono per grandi linee agli aspetti più importanti per gli investitori, si nota che non ci sono città che primeggiano in tutte le graduatorie. In quella della forza economica la leader è, come detto, Tianjin in Cina. Nel ranking del capitale infrastrutturale è in testa la canadese Vancouver. Zurigo è invece la prima in tre classifiche: quella delle città più mature a livello finanziario, quella della maggiore efficacia dell’apparato istituzionale e burocratico e quella delle caratteristiche sociali e culturali. Per il capitale umano la capofila è una città dell’Unione europea, Dublino: la presenza dei quartier generali europei di molte multinazionali, il costo della vita e le opportunità di lavoro offerte agli stranieri la rendono particolarmente attrattiva ai talenti di mezzo mondo. Per la gestione dei rischi ambientali e naturali, è Montreal la città più virtuosa. Altra città dell’Ue in testa a una delle graduatorie è Londra, che svetta nella lista del “global appeal”.

E l’Italia? Non fa una bellissima figura. Come prevedibile, le uniche due città prese in considerazione sono Roma e Milano. La Capitale si piazza al 50esimo posto della graduatoria complessiva. Il capoluogo lombardo fa un po’ meglio raggiungendo la 47esima posizione. Anche nella classifica “regionale”, quella che tiene conto solo delle città europee, la performance non è brillantissima visto che Milano è al 19esimo posto e Roma al 20esimo posto. Oltre che dalle città presenti nella top20 globale (Londra, Parigi, Zurigo, Francoforte, Amsterdam, Ginevra, Stoccolma), Roma e Milano sono superate nella graduatoria europea anche da Vienna, Dublino, Madrid, Berlino, Oslo, Bruxelles, Amburgo, Birmingham, Barcellona e Praga. 

Tuttavia, nello specifico, Roma riesce ad ottenere delle posizioni di maggior rilievo in alcune graduatorie specifiche. Anche grazie al grande numero di infrastrutture, spazi e servizi relativi al turismo e alla cultura, è al 23esimo posto per quanto riguarda il capitale fisico, al 25esimo per l’appeal globale e al 28esimo nella classifica che prende in considerazione le caratteristiche sociali e culturali. Fa meno bene invece riguardo a efficacia politico-istituzionale (59esima, a pari merito proprio con Milano), e capitale umano, in cui si piazza solo al 48esimo posto. Milano invece riesce a strappare il quinto posto del ranking relativo alla gestione dei rischi ambientali e naturali: è probabile che in questo risultato abbiano inciso le misure per la regolamentazione del traffico e il contenimento dello smog e dell’inquinamento varate negli ultimi anni dalle istituzioni locali. Altresì brillante è la performance nella classifica “Social and cultural character”, dove riesce a superare Roma e a piazzarsi al 21esimo posto nel mondo.