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L'etichetta cambia colore se il cibo è andato a male

REUTERS/Max Rossi
REUTERS/Max Rossi

Non servirà più leggere la data di scadenza per capire se le uova sono andate a male. Con le etichette intelligenti basterà guardare il colore dell’etichetta. Quando il cibo va a male, la tonalità cambia. I ricercatori della Clarkson University a Potsdam, N.Y., stanno mettendo a punto una nuova tecnologia per dare sempre più informazioni al consumatore ed elevare il livello qualitativo dei prodotti alimentari.

Basterà aprire il frigorifero e con in colpo d’occhio saremo in grado di capire cosa possiamo mettere o meno nel piatto. La ricerca, iniziata 10 anni fa testando la presenza di antiossidanti nel tè e nel vino, si basa su un sensore a basso costo portatile su carta in grado di individuare deterioramento e contaminazione nei cibi ma anche nei cosmetici, visto che anche le crede per la cura del corpo vanno a male.

Una rivoluzione per la filiera alimentare. Il consumatore, in base al colore dell’etichetta, sarà in grado di sapere se il prodotto ha subito contaminazioni da parte di inquinanti o batteri dannosi, compromettendone la qualità, e sia quindi da buttare in pattumiera.

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Il capo progetto Silvana Andreescu ha ricreato nel laboratorio una piattaforma di rilevamento con tutti i reagenti necessari per la rilevazione in un pezzo di carta. La differenza dagli altri sensori, fanno sapere i ricercatori, sono le nanostrutture utilizzate per catturare i composti predeterminati, “sentinelle” del cambiamento. Il sensore, infine, è a basso costo e non avrebbe un impatto significativo sul prezzo del prodotto finale.

L’obiettivo è estendere la gamma di applicazioni, includendo anche pesticidi e marcatori a garanzia della freschezza dell’alimento. Un prototipo del sensore oggi è in grado di individuare l’Ocratossina A, una micotossina presente in prodotti come i cereali e il caffè e presto potrebbe essere ampliato per cercare salmonella ed Escherichia Coli, nemici invisibili ma pericolosissimi per i consumatori.