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Mes, Conte si difende in Aula: scontro con Meloni e Salvini

Giuseppe Conte - REUTERS/Remo Casilli
Giuseppe Conte - REUTERS/Remo Casilli

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto in Parlamento (alle 13 alla Camera, alle 15.40 al Senato) per un’informativa urgente sulle modifiche al Trattato sul Mes, noto anche come fondo salva-stati. Il premier ha attaccato duramente il leader della Lega Matteo Salvini e Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, i quali hanno replicato infiammando le rispettive Aule.

SFOGLIA LA GALLERY: Cos'è il Mes e perché se ne parla tanto

VIDEO - Mes, Conte: “Stupito da Meloni”

Meloni: “Fermeremo Conte”

"Presidente Conte, se non ci fossero in mezzo i soldi degli italiani mi sarei divertita ad ascoltarla. Ha letto 44 minuti di resoconti parlamentari per smentire il suo governo - ha replicato la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, intervenendo nell'aula di Montecitorio - Noi in Senato abbiamo votato contro per altro. Lei ci ha fatto tutta la sua lezioncina sul rispetto del Parlamento e poi però la settimana scorsa il ministro Gualtieri ci ha detto che il Mes non è emendabile. Delle due l'una. Lei è un presidente che ci riempie di menzogne".

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"Lei, Premier Conte, mente su tutto. Tra le tante menzogne non c'è solo il metodo ma anche il merito. Avete parlato di modifiche minime, ma non siamo cretini: il premier ha confermato che il fondo salva-stati diventa fondo salva banche. E ora si tratta di banche tedesche. Mentre le nostre banche le abbiamo salvate con i soldi nostri, ora le banche tedesche andranno salvate sempre con i soldi nostri", ha commentato Meloni.

"Voglio la verità, ma il governo non la può dire. Temo che Conte abbia dato l'ok di fatto su una riforma da cui l'Italia ha tutto da perdere in cambio di una benedizione europea. Lei - ha aggiunto rivolta al premier - si è presentato come avvocato del Popolo, ma noi non la faremo diventare il curatore fallimentare dell'Italia, la fermeremo prima. L'11 dicembre vedremo cosa faranno Luigi Di Maio e i 5 Stelle: basta con i proclami, abbaiate alla luna sui giornali e poi scodinzolate in Parlamento. Per una volta alzate la testa, provate a dimostrare che la vostra poltrona vale meno dei risparmi degli italiani".

VIDEO - Mes, Giorgia Meloni risponde a Conte

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Salvini: “Conte si vergogni!”

“Gli insulti di Conte? Scivolano... rispetto ad agosto lo vedo molto più nervosetto, grigio, livido... Io non porto rancore”, ha affermato il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando con i giornalisti al Senato, prima del dibattito nell'aula di Palazzo Madama. E sul Mes: “Io studio. O ha mentito Gualtieri, o ha mentito Conte o non ha capito Di Maio. Se qualcuno ha mentito credo sia stato Conte perché Gualtieri non c’era”.

Poi il durissimo intervento in Aula: “Non rispondo agli insulti, rispondo con il lavoro. Condivido le richieste del gruppo dei 5Stelle alla Camera: vogliamo capire. In quei banchi del governo c'è chi mente: spero che i grillini non siano complici di questa menzogna che ricadrà sui cittadini italiani".

"Generalmente mente chi non ti guarda negli occhi e va dagli operai dell'ex Ilva a dire che non ci sono soluzioni. Chi sta mettendo a rischio i risparmi degli italiani è seduto lì”, ha tuonato indicando Conte.

"Fossi il lei, mi preoccuperei. Guardi là quanti banchi vuoti tra i Cinque Stelle - ha proseguito Salvini - Pare che in Umbria il giudizio su di lei l'abbiano già dato, ora aspettiamo quello delle altre Regioni e poi di 60 milioni di italiani".

"Come diceva Confucio 'l'uomo superiore è calmo senza essere arrogante, l'uomo da poco è arrogante senza essere calmo'. Le lasciamo la sua arroganza e ci teniamo la nostra umiltà”.

"State riducendo l'Europa a un centro commerciale dove guadagna chi ha già. La ristrutturazione del debito pubblico vuol dire che viene taciuto un intervento nottetempo sui conti correnti degli italiani. Porteranno via i risparmi degli italiani per ristrutturare il debito delle banche tedesche. Si vergogni!”.

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Il discorso del premier Conte

"Le accuse che mi sono state rivolte trascendono i più accesi toni, siamo al cospetto di un'accusa gravissima. Se fossero vere dovrei dimettermi", ha dichiarato il premier alla Camera dei Deputati, poi in Senato.

“Da alcune settimane i massimi esponenti di alcune forze di opposizione hanno condotto una insistita, capillare campagna mediatica accusandomi di condotte talmente improprie e illegittime nella trattativa con l'Ue da essermi reso responsabile di alto tradimento. Sarei uno spergiuro perché venuto meno al vincolo di essere fedele alla Repubblica: si è perfino adombrato che avrei tenuto questa condotta per biechi interessi personali. Questa accusa possiamo, dobbiamo convenirne tutti, non rientra nell'ambito dell'ordinaria dialettica politica".

"Nessuno può oggi permettersi, non dico di sostenere apertamente ma anche solo di insinuare velatamente l'idea che il processo di riforma del Mes sia stato condotto segretamente o, peggio, firmato nottetempo. Non solo c'è stata piena condivisione all'interno del Governo, ma su questa materia vi è stato, con il Parlamento italiano, un dialogo costante, un aggiornamento approfondito".

“Salvini e Meloni? Non studiano e creano allarme"

"Chi è all'opposizione sta dando prova di mancanza di rispetto per le istituzioni", ha aggiunto accusando Salvini e Meloni e scatenando una bagarre in Aula.

"Quando sono venuto dinanzi a voi per chiedervi la fiducia ho invocato, per questa nuova stagione politica, un linguaggio mite, ho auspicato che la Politica, con la P maiuscola, potesse riporre una particolare attenzione alla cura delle parole”.

"Mi sono sorpreso, se posso dirlo, non della condotta del senatore Salvini, la cui disinvoltura a restituire la verità e la cui resistenza a studiare i dossier mi sono ben note, quanto del comportamento della deputata Meloni nel diffondere notizie allarmistiche, palesemente false sul Mes”, ha proseguito il premier.

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“Trattato mai firmato, la Lega sapeva”

"E' stato anche detto che il Mes sarebbe stato già firmato, e per giunta di notte. Anche chi è all'opposizione ha compiti di responsabilità. Mi sembra quasi superfluo confermare a quest'Aula un fatto di tutta evidenza, ossia che né da parte mia né da parte di alcun membro del mio governo si è proceduto alla firma di un trattato ancora incompleto: nessun trattato è stato infatti ancora sottoposto alla firma dei Paesi europei".

"Una falsa accusa di alto tradimento della Costituzione è questione differente dall'accusa di avere commesso errori politici o di avere fatto cattive riforme: è un'accusa che non si limita solo a inquinare il dibattito pubblico e a disorientare i cittadini, è indice della forma più grave di spregiudicatezza perché pur di lucrare un qualche effimero vantaggio finisce per minare alle basi la credibilità delle istituzioni democratiche e la fiducia che i cittadini ripongono in esse".

"Nel Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2019 è stata presentata e illustrata nel dettaglio la "Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2018 in cui si parlava della trattativa condotta anche del Mes - ricorda il premier Conte - In CdM nessuno dei presenti, compresi quelli della Lega, ha mosso obiezioni sul punto e, in particolare, sulla relazione da presentare alle Camere".

"Per quanto mi riguarda, tornerò a ragguagliarvi sullo stato del negoziato tra qualche giorno, il prossimo 11 dicembre, in occasione delle comunicazioni che renderò in vista del prossimo Consiglio europeo", ha concluso Conte.

Fischi e urla alla Camera

La tensione è altissima alla Camera. Conte è stato più volte interrotto dagli applausi della maggioranza e dalle proteste (con fischi e urla da stadio) dell’opposizione. Accanto ai banchi della presidenza ci sono diversi commessi pronti a intervenire in caso di disordini.

La critica di Giuseppe Conte a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni su come l'opposizione sta gestendo il dibattito politico sul Mes scatena prima la reazione dei deputati della Lega. "Piantala!", gli ha urlato Claudio Borghi, poi la dura reazione della leader di Fdi Meloni, richiamata più volte dal presidente Roberto Fico.

"Il presidente Conte dovrebbe chiarirsi con il ministro Gualtieri che la scorsa settimana in Senato ha detto che il pacchetto era chiuso - ha commentato Riccardo Molinari della Lega al termine della informativa del presidente del Consiglio sul Mes - La verità è che in questa Camera si è parlato del fondo salva-stati solo per iniziativa della Lega. Un tema come questo meritava un dibattito ad hoc. Conte dimostri di avere a cuore il Parlamento: se vuole votare il Mes vada dal presidente Mattarella e si dimetta".

La Lega crea scompiglio in Senato

Durante il discorso di Conte, i senatori della Lega hanno esposto prima un cartello con su scritto: "Il Conte Pinocchio" e poi un pupazzo dello stesso Pinocchio. Il premier non si è accorto di niente, ma in Aula si è levato un brusio e si sono sentiti commenti fino a quando la presidente Elisabetta Alberti Casellati ha chiesto la rimozione del cartello, sospendendo la seduta.