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Nata senza olfatto per un'anomalia congenita, a 22 anni sente gli odori per la prima volta

- (Photo: Fabrice Poincelet via Getty Images/Onoky)
- (Photo: Fabrice Poincelet via Getty Images/Onoky)

Nata senza olfatto, a 22 anni sente improvvisamente gli odori. È la storia di una ragazza tedesca affetta da anosmia per congenita mancanza dei bulbi olfattivi, i tessuti che servono per inviare al cervello il messaggio nervoso prodotto dagli odori che arrivano nel nostro naso. Il suo caso è stato descritto sulla rivista Neurocase dagli scienziati dell’Università di Dresden in Germania.

L’équipe tedesca coordinata dal professor Thomas Hummel ha sottoposto la giovane a una serie di test olfattivi: la ragazza è riuscita a riconoscere circa metà degli odori proposti, ad esempio quello di arancia, zenzero, fumo, menta. Ha continuato, invece, a non riconoscere odori come quello del pellame, la banana, il cocco, la liquirizia, il cacao.

La paziente è stata sottoposta a un elettroencefalogramma durante i test olfattivi: dal tracciato si nota che quando la donna riconosce gli odori il suo cervello risponde normalmente. Ma dalla risonanza permane la mancanza di bulbi olfattivi: elemento che ha spiazzato i medici. Secondo gli esperti, la 22enne per motivi sconosciuti ha acquisito la capacità di percepire gli odori attivando aree cerebrali alternative, svincolate dalle normali vie neurali dell’olfatto.

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Per la ragazza iniziare a percepire gli odori all’improvviso non è stata affatto un’esperienza piacevole: gli odori mai sentiti prima, seppur gradevoli, non le piacevano. Ne arrivavano nuovi di settimana in settimana: in un episodio, la 22enne è addirittura svenuta.

Secondo gli scienziati, il fatto che la donna risulti disgustata dagli odori può dipendere dal non aver imparato sin da piccola ad associare certi odori a certi eventi o emozioni o situazioni. Al momento, la paziente sta seguendo un training olfattivo per abituarsi al suo “nuovo mondo” ed ha già imparato ad apprezzare alcuni aromi associandoli ad esperienze piacevoli.

Il caso, spiega il professor Hummel, dimostra che “il nostro cervello è qualcosa di miracoloso è sempre pieno di sorprese”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.