Omicidio Lennon, l'assassino chiede scusa a Yoko Ono
Quarant'anni dopo l'omicidio di John Lennon, il suo assassino, Mark David Chapman, ha rivolto le proprie scuse alla vedova dell’ex Beatle, Yoko Ono, durante l'undicesima udienza per la libertà condizionale.
"L’ho assassinato perché era molto famoso - ha detto Chapman nel corso del colloquio tenutosi a New York, nel carcere dove è detenuto - e questa è l’unica ragione. Stavo davvero cercando la gloria. Voglio aggiungere questo e sottolinearlo molto. È stato un atto estremamente egoistico, mi dispiace per il dolore che ho causato a lei (Yoko Ono, ndr). Ci penso sempre".
Era l'8 dicembre 1980 quando John Lennon, storico membro dei Beatles, venne ucciso sotto gli occhi della moglie da quattro colpi di pistola sparati da Chapman sotto l'abitazione del cantante a Manhattan, New York. L'omicida si dichiarò subito colpevole e subì una condanna compresa tra i 20 anni e l'ergastolo, motivo per il quale si è arrivati all'undicesima richiesta di libertà condizionale, che finora gli è sempre stata negata.
La vedova di Lennon, Yoko Ono, che oggi ha 87 anni, si è sempre opposta all'eventualità di questo beneficio, tanto da dichiarare nel 2015 di essere molto preoccupata all'idea che Chapman potesse circolare liberamente: "Lo ha fatto una volta, potrebbe rifarlo. A me, a Sean (il figlio), a chiunque altro", disse allora.
Durante l'udienza, anche lo stesso Chapman, oggi 65enne, ha ammesso di non meritare la libertà condizionale, definendo l'assassinio il "il peggior crimine che possa esserci: fare qualcosa a qualcuno che è innocente", degno secondo lui della pena di morte, che nello Stato di New York è stata abolita nel 2007.
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