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Pandora, pubblicità sessista? Scoppia la polemica

“Un ferro da stiro, un pigiama, un grembiule, un bracciale Pandora: secondo te cosa la farebbe felice?” si legge sullo slogan pubblicitario dell’azienda.
“Un ferro da stiro, un pigiama, un grembiule, un bracciale Pandora: secondo te cosa la farebbe felice?” si legge sullo slogan pubblicitario dell’azienda.

Una pubblicità oggettivamente bruttina, ma che oggi è conosciuta da tutti, con tutti che ne parlano. Insomma, i creativi assoldati da Pandora hanno ottenuto il risultato voluto, anche se chi sa se era quello sperato. Creare una polemica e far parlare di sé. Ma di cosa stiamo parlando? Della pubblicità dei gioielli Pandora accusata di essere sessista e misogina. Ma perché? Ed è vero?

“Un ferro da stiro, un pigiama, un grembiule, un bracciale Pandora: secondo te cosa la farebbe felice?” si legge sullo slogan pubblicitario dell’azienda. Apriti cielo. Sui social sono piovute le accuse e gli insulti all’azienda per aver fatto un paragone sessista e banale, seguendo i più classici stereotipi maschilisti. “In effetti, perché i nostri uomini dovrebbero sforzarsi di regalarci cose che hanno a che fare con il nostro cervello, quando potrebbero scegliere tra un fantastico ferro da stiro per stirare loro le camicie, un grembiule per preparare loro del cibo, o un bracciale luccicoso per poterci mostrare come un bel trofeo. Tenetevi i vostri braccialetti, coprite queste scritte offensive, e fateci delle scuse” uno dei messaggi esemplari.

Attacchi che hanno costretto Pandora a chiedere scusa e chiarire il messaggio che voleva lanciare. Sempre su Facebook, dunque, l’azienda ha pubblicato una nota in cui spiega come “abbiamo notato che il messaggio è stato a volte frainteso. Da sempre Pandora ha a cuore le donne e quest’anno vuole aiutarle a trovare sotto l’albero il regalo perfetto. Quante di noi a Natale hanno ricevuto qualcosa di non gradito? Questa iniziativa nasce proprio da una ricerca che ha evidenziato come la maggior parte delle donne a Natale riceva sempre il regalo sbagliato. Tutte insieme, quindi, diciamo no a pigiami, ciabatte e frullatori ma sì ai gioielli che amiamo”.

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Se la pubblicità è brutta, e questo è oggettivo, probabilmente l’impeto antisessista ha fatto fraintendere il doppio significato del messaggio e la scelta fatta dai creativi. Da un lato, come cerca di spiegare Pandora, si voleva proprio paragonare regali banali, che alle donne non piacciono, legati a uno stereotipo antiquato della donna casalinga al prodotto che si vuole pubblicizzare. Insomma, è ovvio che tra un gioiello e un grembiule una donna preferisca il diamante. E qui arriva l’altro punto. Se una pubblicità simile fosse stata fatta paragonando il bracciale Pandora a un libro, a un abbonamento a teatro, a uno smartphone ultramoderno o a un altro prodotto apprezzato dalle donne cosa si risponderebbe alla domanda “Secondo te cosa la farebbe felice?”. Molto probabilmente non il bracciale. O no?

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