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Papa Francesco: il viaggio nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan

Un pellegrinaggio per promuovere la riconciliazione. Papa Francesco inizia un viaggio di cinque giorni nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, Paese che, per la prima volta nella storia, accoglierà il capo spirituale della Chiesa Cattolica.

Prima della partenza, il pontefice ha incontrato una decina di migranti e rifugiati congolesi e sudanesi, accolti, con le loro famiglie, dal Centro Astalli. Una visita voluta da tempo e più volte rinviata a causa dei problemi al ginocchio del pontefice, per consegnare un messaggio di pace ai due Paesi da tempo devastati dalla guerra. Si tratta del 40esimo viaggio internazionale per il Papa e si svolge due settimane dopo un attacco mortale rivendicato dall'Isis in una chiesa pentecostale nell'est della Repubblica del Congo.

La volontà di recarsi in Sud Sudan era già stata espressa dal pontefice cinque anni fa, nel corso della sua visita alla chiesa anglicana di Ognissanti a Roma. Poi nell’aprile 2019 l’incontro in Vaticano con il presidente del Sud Sudan, i leader dell’opposizione e i vertici delle diverse Chiese cristiane davanti ai quali il Papa ha compiuto il gesto di inginocchiarsi per implorare la riconciliazione.

I due Paesi sono afflitti da attacchi terroristici, dal cambiamento climatico e da crisi umanitarie costanti. Sarà “una sorta di ‘pellegrinaggio’ in uno dei ‘santuari del dolore’ del nostro mondo”, ha affermato il portavoce del Vaticano Matteo Bruni.

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Nella Repubblica Democratica del Congo, i cattolici rappresentano il 53% della popolazione e le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa sono in crescita.

Nei due Paesi dove i due terzi della popolazione vivono con meno di due dollari al giorno, il pontefice incontrerà sfollati e rappresentanti di organizzazioni umanitarie e parlerà della necessità di far cessare le violenze.