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A Piazza Affari la musica non cambia: a quando una svolta?

A Piazza Affari la musica non cambia: a quando una svolta?

Chiusura in luce verde oggi per le Borse europee che dopo aver lasciato indietro ieri il Ftse100, hanno visto indietreggiare oggi solo Piazza Affari. L'indice di Londra ha guadagnato lo 0,38%, seguito dal Cac40 e dal Dax30 che si sono apprezzati rispettivamente dello 0,15% e dello 0,26%.

Piazza Affari unica in rosso in Europa

Come anticipato prima, non è riuscita a spingersi in avanti Piazza Affari che ha visto il Ftse Mib terminare gli scambi a 18.884 punti, in flessione dello 0,83%, dopo aver segnato nell'intraday un massimo a 19.147 e un minimo a 18.788 punti.

L'indice ha provato anche oggi ad avvicinare l'ostacolo dei 19.150/19.200, salvo prestare il fianco alle vendite subito dopo e arrivando a testare il supporto dei 18.800 punti, capace di frenare la discesa.
La seduta odierna non aggiunge nulla di nuovo a quanto già emerso nelle sessioni precedenti, con la perdurante difficoltà del Ftse Mib di riconquistare la soglia dei 19.150/19.200 punti, da cui è stato respinto in più occasioni fino ad ora.

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Inutile dire che una prosecuzione del recupero è subordinata al superamento del suddetto livello, oltre il quale si guarderà in primis ai 19.500 punti e successivamente ai massimi dell'anno in area 19.800.
Oltre questo ostacolo il Ftse Mib darà vita ad unt est di area 20.000, con eventuali estensioni rialziste fin verso i 20.250/20.300 punti nella migliore delle ipotesi.

La permanenza dei corsi al di sotto dei 19.000 punti potrebbe portare ad un nuovo test di area 18.800, sotto cui la discesa proseguirà in direzione degli ultimi minimi in area 18.500/18.400.
Negativo sarà l'abbandono di questa fascia supportiva, evento che aprirà le porte ad una prosecuzione delle vendite verso i 18.200/18.000 punti, senza esclude puntate più in basso fino ai 17.800 punti.
Piazza Affari si conferma in congestione e difficilmente si avranno spunti operativi interessanti fino a quando il Ftse Mib non sarà in grado di uscire dal canale laterale in cui è inserito ormai da alcune settimane.

I market movers in America e in Euorpa

A differenza di quella odierna la prossima seduta sarà più ricca di eventi sul fronter macro Usa, visto che oltre all'indice CFNAI di gennaio si conosceranno le nuove richieste di sussidi di disoccupazione che dovrebbero calare da 242mila a 239mila unità. In calendario anche il dato preliminare dell'indice PMI servizi di febbraio e nel pomeriggio sarà diffuso il consueto aggiornamento settimanale sulle scorte strategiche di petrolio da parte del Dipartimento dell'energia.
Sempre domani è previsto un discorso di Dennis Lockhart, presidente della Fed di Atlanta (BSE: ATLANTA.BO - notizie) .

Sul fronte societario a mercati chiuse saranno diffuse le trimestrali di Baidu (Xetra: A0F5DE - notizie) .com e di Gap che per non deludere le attese dovranno centrare l'obiettivo di un utile per azione pari rispettivamente a 0,9 e a 0,51 dollari.
Segnaliamo anche i conti del primo trimestre dell'esercizio in corso di Hewlett-Packard Enterprise con un eps atteso di 0,44 dollari.

In Europa si guarderà nuovamente alla Germania dove sarà diffuso il dato relativo alla fiducia dei consumatori che a marzo dovrebbe rimanere invariato a 10,2 punti. Per il dato finale del PIL del quarto trimestre del 2016 si stima una variazione positiva dello 0,4% rispetto allo 0,1% dei tre mesi precedenti.
In Francia si guarderà alla fiducia delle imprese che a febbraio dovrebbe confermare la rilevazione precedente a 106 punti.

I titoli e i temi da seguire a Piazza Affari

A Piazza Affari si conosceranno i risultati preliminari dell'esercizio 2016 di Saipem (Londra: 0NWY.L - notizie) e Salini Impregilo. Occhio a Tenaris (Amsterdam: TS6.AS - notizie) sulla scia dei conti che saranno presentati questa sera dopo la chiusura di Wall Street. Da seguire i titoli del settore oil in vista del report sulle scorte strategiche Usa.
Per domani è prevista l'asta dei CTZ con scadenza nel 2018 per un importo tra 2 e 2,5 miliardi di euro, ma saranno collocati anche i BTP indicizzati all'inflazione con scadenza nel 2022 e nel 2026 per un ammontare racchiuso tra 750 milioni e 1,25 miliardi di euro.

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