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La rinascita del denaro sonante

A seguito dell'articolo intitolato "Il tramonto del denaro fiat", vorrei sviluppare ulteriormente le tesi esposte in precedenza in modo da fornire un quadro teorico completo per permettere al lettore di avere ben chiaro il passato del sistema monetario e quello che il futuro potrà portarci. Oltre a poterne trarre profitto, soprattutto per non commettere gli stessi errori. La confusione riguardo questi temi è talmente grande da non permettere un discernimento chiaro di quale siano le truffe annidate dietro agli attuali sistemi economici e finanziari, i quali ci suggeriscono: "Fidatevi di noi, siamo l'autorità". Concessa da chi? Non si sa, ma la maggior parte la teme. E quando questa autorità rimarrà a corto i opzioni per mantenere le sue promesse e soprattutto di soldi? Chi pagherà? Non si sa. Il migliore inganno, diceva Orwell, è quello che viene posto davanti il proprio naso e ci vuole un grande sforzo di volontà per comprenderne la natura truffaldina. Infatti una delle bugie più grandi degli ultimi due secoli è stata la natura assistenziale dello stato. Un predatore mascherato da buon samaritano che subdolamente si è infilato tra le fila del tessuto sociale e mano mano l'ha sfilacciato, ricucendo alcune parti a sua immagine.

L'arazzo della società, oggi, è una rappresentazione cacofonica, dissonante e sminuzzata di quello che un tempo era un'immagine armoniosa e integrata. Serpeggiando con la propaganda, l'apparato statale ha nel tempo conquistato la fiducia delle persone attraverso le sue promesse paternalistiche, riducendo quelli che dovrebbero essere degli adulti ad un branco di adolescenti capricciosi. I comportamenti schizofrenici e incomprensibili protagonisti della società di oggi, sono dovuti ad una mancanza di libertà in primo luogo ed in secondo luogo ad un annichilimento della responsabilità individuale. La delega delle proprie azioni viene ceduta a terzi, credendo in questo modo all'esistenza di una figura paternalistica onnipresente in grado di risolvere quei problemi che per gli individui costa "troppa fatica" risolvere. Ma non è questo quello che fanno gli adulti? Risolvere i problemi e prendersi la responsabilità dei propri fallimenti? È precisamente questa deresponsabilizzazione progressiva che ha generato le storture sociali a cui assistiamo oggi, generando quel caos pianificato di cui Mises parlava nei suoi libri.

La mancanza di valori e del senso della famiglia sono essenzialmente il frutto di una distruzione pianificata da parte dello stato per assicurarsi un ruolo di primo piano agli occhi degli individui. Per non parlare dell'ondata di violenza dilagante a cui assistiamo oggigiorno. Se nostro "padre" ci insegna che il ricorso alla violenza è legittimo, cresceremo con un dogma apparentemente aprioristico secondo cui aggredire il prossimo rappresenta un modo per primeggiare e trovarsi meglio.

[...] Si è soliti chiamare il punto di vista dei sostenitori dello stato sociale il punto di vista "sociale", come distinto dal punto di vista "individualista" ed "egoista" dei campioni dello stato di diritto. In realtà, però, i sostenitori dello stato sociale sono dei fanatici del tutto antisociali ed intolleranti. Poiché la loro ideologia implica tacitamente che il governo effettuerà esattamente ciò che essi stessi ritengono giusto e benefico. Scartano del tutto la possibilità che potrebbero sorgere disaccordi per quanto riguarda la questione di cosa è giusto e opportuno e cosa no. Sostengono il dispotismo illuminato, ma sono convinti che il despota illuminato sarà conforme in ogni dettaglio alla loro opinione sulle misure da adottare. Favoriscono la pianificazione, ma quello che hanno in mente è esclusivamente un piano personale, non quello di altre persone. Vogliono sterminare tutti gli avversari, cioè, tutti coloro che sono in disaccordo con loro. Sono assolutamente intolleranti e non sono disposti ad acconsentire a qualsiasi discussione. Ogni sostenitore dello stato sociale e della pianificazione è un potenziale dittatore. Quello che ha in mente è di privare tutti gli altri uomini di tutti i loro diritti, e di stabilire un'onnipotenza senza restrizioni sua e dei suoi amici. Si rifiuta di convincere i suoi concittadini. Preferisce "liquidarli". Disprezza la società "borghese", la quale adora la legge e la procedura legale. Lui stesso adora la violenza e lo spargimento di sangue. [1]

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IL SISTEMA PENSIONISTICO

Questo gigantesco apparato di controllo non avrebbe potuto funzionare senza fondi a supporto. Ma come incamerarli senza destare sospetti tra la popolazione? Ricordiamo che lo stato è quell'istituzione incapace di generare risorse patrimoniali, proprio perché incapace di operare un calcolo economico in accordo con le forze di mercato. Se fosse stato capace non avrebbe avuto bisogno di riscuotere tasse ed imbastire un enorme sistema fiscale con cui derubare le persone. Sarebbe stato in grado di pagare le proprie spese attraverso i fondi incassati dalle sue attività. Invece, in virtù dei suoi scopi clientelari, stimola incentivi negativi tra la popolazione affinché gruppi privilegiati possano sfruttare il resto delle persone. La promessa dello stato che fa gola: l'avvicendamento ciclico di questi gruppi privilegiati al potere. Come diceva Bastiat, lo stato è quell'illusione dove tutti credono di poter vivere sulle spalle di tutti.

Infatti, è proprio un'illusione.

Lo stato è un'istituzione stupida, perché prende in prestito a lungo termine e spende nel breve termine. Detto in modo diverso, esige tributi costantemente ma li spende immediatamente in progetti che in futuro non avranno resa. La maggior parte di essi, se non tutti, risultano alla fine cattedrali nel deserto. L'unico vantaggio di questa pratica è quello di poter godere di beni oggi a determinati prezzi, prima che essi aumentino inevitabilmente a causa della svalutazione monetaria operata dal suo braccio destro, la banca centrale, per tentare di rendere sostenibile attraverso l'inflazione monetaria il debito pubblico. Quello che abbiamo qui, quindi, è un doppio furto: uno alla luce del sole mediante la tassazione; l'altro nascosto, attraverso l'inflazione dei prezzi. Ecco l'illusione più grande che al momento fa stare tranquilla la maggior parte della popolazione: alla fine della propria carriera lavorativa, si avrà diritto ad una rendita garantita dallo stato. Questa rendita sarà in grado di comprare domani le stesse cose che si comprerebbero oggi con quell'ammontare di denaro che si riceverà? No.

Qualunque sia quell'ammontare, non sarà mai in grado di stare dietro alle manipolazioni dei mercati da parte dei pianificatori centrali, le quali andranno ad erodere sempre più il bacino dei risparmi reali. Prima di parlare di questo aspetto, però, vediamo perché il sistema pensionistico è una truffa. In parole povere, il sistema pensionistico è uno schema di Ponzi: i nuovi entrati ripagano i vecchi. Infatti le prestazioni pensionistiche sono adempiute mediante i contributi di coloro che entrano nella forza lavoro. Questo schema può andare avanti finché il bacino di lavoratori è in crescita e gli investimenti dei fondi pensione ottengono un rendimento decente.

Dieci anni fa, a novembre 2007, il Bureau of Labor Statistics calcolava che 146 milioni di americani stavano lavorando. Oggi tale cifra è di 153 milioni, un aumento del 4.8% negli ultimi dieci anni. La previdenza sociale, dall'altra parte, pagava benefici a 34.4 milioni di americani a novembre 2007, rispetto ai 44.2 milioni di oggi, un aumento del 28.5%. Queste sono statistiche del governo federale e i numeri mostrano chiaramente una tendenza stratificata: non ci sono abbastanza lavoratori per pagare i pensionati. Per non parlare dell'invecchiamento generale.

L'agenzia di rating Moody's stima che le pensioni statali, federali e locali siano a corto di fondi per un ammontare di $7,000 miliardi. Uno dei principali fattori alla base di questa tendenza è che i rendimenti sugli investimenti sono troppo bassi. I fondi pensione devono investire in attività sicure e stabili (come i titoli di stato), ma devono raggiungere rendimenti di circa il 7% all'anno per rimanere solvibili. Ma oggi, con i titoli di stato che rendono il 3% o meno (e in alcuni casi i rendimenti obbligazionari sono negativi), non raggiungono i loro obiettivi. Uno o due anni con rendimenti sub-ottimali non sono catastrofici... ma un intero decennio è tutt'altra cosa.

L'ironia dietro questa storia è che l'attuale panorama economico in cui il lavoro è sempre più convogliato nel part-time ed i rendimenti decenti diventano sempre più un miraggio, è il risultato della campagna delle banche centrali del mondo di salvare lo status quo: banche commerciali denominate troppo grandi per fallire e stati in bancarotta. Più affondano le mani nell'interventismo rampante, più si auto-distruggono. Un po' come i coyote quando spinti dai morsi della fame, iniziano a rosicchiarsi le zampe; attutiscono temporaneamente la fame, ma fanno del male a loro stessi. La pianificazione centrale sta seguendo lo stesso cammino: l'ingessamento del mondo del lavoro è il risultato di anni di crowding out sulle imprese a causa di tasse e spesa pubblica crescenti (oltre a privilegi lavorativi impossibili da scardinare); l'appiattimento dei rendimenti nel panorama economico è il risultato di ingerenze crescenti delle banche centrali nei mercati degli asset, distruggendo così una determinazione onesta dei prezzi e la ponderazione del rischio.

Non c'è da sorprendersi, q Autore: Francesco Simoncelli Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online