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Salgono i rendimenti dei titoli di Stato tedeschi

Germania: dati in miglioramento e forte speculazione sui Bund

di Yann Quelenn

Stamattina in Germania sono stati pubblicati parecchi dati economici, in particolare il dato finale sul PIL del T3, risultato perfettamente in linea con la stima preliminare. Non sono state apportate modifiche e l’economica si è rafforzata dell’1,5% a/a, pur espandendosi solo dello 0,2% t/t.

Anche i consumi privati sono aumentati, salendo dello 0,3% t/t, durante il trimestre. Crediamo, tuttavia, che per il momento i dati economici non siano sufficienti a far apprezzare l’euro, perché la BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) mantiene un’impostazione prettamente accomodante.

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I rendimenti tedeschi mostrano una tendenza rialzista e quelli dei Bund decennali sono in stallo sotto lo 0,25%. Al contempo i rendimenti tedeschi sono crollati ai minimi storici. È opinione piuttosto diffusa che la BCE rivedrà leggermente il suo programma di acquisto asset per non rimanere senza titoli. I mercati quindi non si concentrano sui dati, ma sulle banche centrali. Viviamo una fase in cui i dati economici hanno un ruolo secondario rispetto alla politica delle banche centrali. A nostro avviso, è molto probabile che la BCE si autorizzi ad acquistare bond con rendimenti inferiori alla soglia minima per i depositi (-0,4%), il che spiega l’attuale apprezzamento del Bund tedesco a due anni.

Migliorano i dati svizzeri

di Peter Rosenstreich

I dati svizzeri pubblicati oggi hanno fornito delle buone notizie, di cui c’era un gran bisogno. La produzione industriale svizzera è salita dello 0,4% dal dato rivisto al ribasso pari al -1,3%; la produzione del settore costruzioni è aumentata dell’1,1% rispetto al dato rivisto al ribasso pari al -1,9% a/a. Dopo un 2015 debole, i dati industriali mostrano finalmente una decisa tendenza al rialzo. Il costante deprezzamento del CHF ha dato adito a timori sul tasso di cambio, che si sono fatti sentire su settori come quello dei beni di lusso. Sono continuati gli interventi verbali della BNS, Maechler ha dichiarato che la banca centrale è pronta a “intervenire in caso di necessità”. Con l’attenuarsi del rally dell’USD, aumenta la pressione sul CHF e andare lunghi sull’USD/CHF è diventata una strategia preferenziale per chi opera sul differenziale fra i rendimenti. Poiché la Fed si orienta verso una maggiore normalizzazione e la BNS manterrà i tassi negativi per un tempo indefinito (Maechler ha detto che la debolezza dell’IPC indica che la politica attuale è appropriata), questa operazione appare come una scommessa sicura. È interessante notare che Maechler ha affermato che la BNS è pronta a intervenire sull’esito del referendum in Italia.

Il 4 dicembre l’Italia voterà su una riforma della Costituzione e l’incertezza risultante potrebbe innescare una forte volatilità sul forex. Il franco continua a essere una moneta utilizzata molto quando le acque sono tranquille, ma rimane anche il rifugio sicuro per eccellenza in caso di turbolenze di natura geopolitica. Guardando al calendario del 2017 (considerando soprattutto gli eventi rischiosi in Europa), è difficile prevedere una debolezza direzionale del CHF. Inoltre, rimaniamo ribassisti sull’USD nel medio e lungo termine, perché prevediamo che il ciclo di normalizzazione della Fed raggiungerà il suo picco all’1,5%, e non al 3% previsto dalla Fed.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online