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Settimana corta a causa del Ringraziamento US

La settimana iniziata oggi è da considerarsi corta, a causa del Ringraziamento US, che cade giovedi, e imporrà la consueta rarefazione dell’attività di quando gli USA sono chiusi, condita con l’attesa spasmodica dei risultati delle vendite del Black Friday, ovvero la giornata d’apertura dello shopping natalizio. Quest’anno c’è abbastanza ottimismo, alla luce della forza con cui i consumi sono entrati nel quarto trimestre, e della fervente ricerca di lavoratori temporanei osservata da parte dei retailers i mesi scorsi. Ciò detto, il confronto dei risultati con le attese sarà un buon test per capire se il consumatore americano condivide l’entusiasmo dei mercati per l’elezione di Trump, visto che la stragrande maggioranza delle survey e dei dati dispopnibili si riferisce ad un periodo in cui ci si attendeva con maggior probabilità una vittoria della Clinton.

Festività a parte, tra i principali eventi che la settimana offre abbiamo i PMI flash di novembre in Europa, e i durables goods di ottobre in US mercoledi, e l’IFO tedesco di novembre giovedi.

La seduta odierna ha avuto il consueto tono contrastato in Asia. La svalutazione presente e futura dello Yen ha nuovamente offerto supporto a Tokyo, che nel breve sembra ormai tirata, avendo basato gran parte del rally su attese di QE in aumento per lo yield targeting. Un rimbalzo dei bond globali causerà una correzione del trend su divisa e azionario, e forse offrirà un entry point migliore. Discretamente ispirati anche i mercati locali cinesi, senza ovvi catalyst, trainati da assicurativi e costruzioni. Negativi gli altri principali indici, guidati dall’India, gravata dalle nuove norme anti corruzione (eliminazione delle banconote di taglio elevato da 500 e 1.000 rupie) già costate oltre il 7% alla borsa locale (naturalmente c’entra anche l’elezione di Trump).

Le borse europee hanno avuto una partenza discreta, gratificate dalle news politiche nel week end:

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  • Il candidato della Destra in Francia sarà probabilmente Fillon, al quale si opporrà quello che era il favorito della vigilia, Juppè. La bocciatura di Sarkozy rende meno probabile una vittoria della Le Pen (Other OTC: PENC - notizie) , visto che i sondaggi danno a entrambi i candidati un buon vantaggio su di lei, e la sinistra dispone di candidature scadenti dopo la presidenza Hollande. Ma al 23 aprile manca ancora un sacco di tempo.

  • La Merkel ha annunciato che correrà per un quarto mandato da Cancelliera.

Nonostante ciò, il sentiment ha subito un colpo in mattinata, senza altro ovvio motivo che un nuovo attacco alle banche italiane (che hanno trascinato l’indice milanese in negativo di oltre un punto) e un rimbalzo dell’€.

Non accenna ad abbattersi il newsflow sugli istituti italiani, con nuovamente oggi il Sole 24 ore a riportare che anche Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) sta a sua volta considerando di offrire una conversione volontaria di alcuni bonds subordinati. A scatenare tutte queste ipotesi alternative, è la percezione che, in caso di vittoria del No al Referendum costituzionale, tra le ricadute possibili vi sarà che reperire investitori per gli aumenti di capitale necessari sarà estremamente difficoltoso.

Il recente deteriorarsi dei sondaggi (circa 8/10 punti a vantaggio dei NO negli ultimi disponibili prima del black out), rende difficile immaginare che questi vengano sconfessati dai risultati come avvenuto con Trump e la Brexit, pur considerando l’ elevata percentuale di incerti. Infatti in quei casi i margini dei favoriti erano inferiori o in linea con l’errore statistico. In questo caso lo scarto sembra eccessivo per essere coperto dall’errore. Pur immaginando che la parte di intervistati che rigetta il sondaggio sia a favore del SI (poichè il “No” sembra più carismatico come voto) perchè la riforma passi, serve un recupero del “si” nelle prossime 2 settimane (di cui non si avrà traccia ufficiale per via del black out). Oppure bisogna pensare che la qualità dei sondaggi referendari sia talmente scadente da destituirli di qualunque fondamento.

In soccorso dei mercati europei è venuto il petrolio, il quale, gratificato da ulteriori rumors, ha accelerato per portarsi a +4% nel pomeriggio, sui massimi da fine ottobre. Cosi (NasdaqCM: COSI - notizie) gli indici si sono riportati in positivo, dove hanno atteso l’apertura di Wall Street.

Una Theresa May insolitamente “soft” ha causato un dietrofront della sterlina, che da debole è passata ad essere la più forte tra le principali divise . La Premier inglese ha ipotizzato la ricerca di un accordo provvisorio con l’EU per evitare un collasso del business, ed ha dichiarato di voler far abbassare la corporate tax al livello minimo del G-20 per incoraggiare gli investimenti in Gran Bretagna. Il positioning ha probabilmente fatto il resto.

Con l’apertura US, la sensazione di una perdita di momentum dei “Trump Trade” si è accentuata. Oltre al lieve ritracciamento del $, anche le banche e le small caps hanno accennato a correzioni.

Ma queste perdite di momentum non hanno avuto ragione del sentiment generale, a mio modo di vedere principalmente per 2 motivi:

  • L’oil ha continuato a marciare e al momento guadagna oltre il 4%

  • L’S&P ha rotto i massimi ed è entrato nel campo gravitazionale di quota 2.200. La tentazione di andare a colpirla e fare scattare eventualmente le stops che vi si trovano sopra costituisce un forte supporto, vista l’estrema vicinanza.

Cosi Wall Street si è incamminata al rialzo e l’Europa l’ha seguita con la recente riluttanza, circostanza che si nota bene dal grafico del ratio tra S&P 500 e Eurostoxx 50, che ha ripreso a salire costantemente dopo l’elezione di Trump, a indicare la sottoperformance europea.

Al momento, non è ancora chiaro se il dollaro metterà a segno l’undicesima salita a fila, sia in generale come dollar index che contro €, oppure, come sembrava a metà giornata, si prenderà una pausa. Arbitre saranno le ultime ore di trading. Ciò detto, la seduta odierna può costituire, dal punto di vista tecnico, un segnale di inversione di breve (un “hanging man” o un “engulfing pattern”, a seconda se il dollar index chiude sopra o sotto 101.10 ). Qualunque cosa faccia, varrà a livello di progetto. Poi serve la conferma con una discesa domani.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online