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Settore oil vivace: i titoli con cui cavalcare il caro-greggio

Al pari di quanto accaduto per le Borse europee, anche a Piazza Affari la seduta odierna è partita in lieve progresso, ma in seguito si è assistito ad un movimento a passo di gambero. L'indice Ftse Mib dopo un'apertura in progresso si è spinto a lambire la soglia dei 22.300 punti, salvo poi iniziare ad arretrare e scivolare poco sotto la parità.

Ftse Mib in calo malgrado rialzo titoli petroliferi

L'indice delle blue chips viene fotografato poco sotto i 22.200 punti, con un frazionale calo dello 0,12%, malgrado gli spunti positivi offerti dai titoli del settore oil. Saipem (Londra: 0NWY.L - notizie) conquista il primo posto tra le blue chips con un rally del 2,95%, mentre procedono in maniera più cauta Tenaris (Amsterdam: TS6.AS - notizie) ed ENI (Londra: 0N9S.L - notizie) , con un vantaggio dello 0,52% e dello 0,57%.

A favorire gli acquisti sui titoli del comparto petrolifero contribuisce l'impennata dei prezzi dell'oro nero che nelle ultime ore si sono spinti a ridosso dei 60 dollari al barile, un livello che non veniva più visto da quasi due anni e mezzo e precisamente dal 25 giugno 2015.

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Non più tardi di ieri il petrolio ha archiviato le contrattazioni a 59,97 dollari, con un vantaggio di due punti e mezzo percentuali, mentre questa mattina cede il passo ad alcune prese di profitto. Al momento le quotazioni dell'oro nero viaggiano a 59,55 dollari, in flessione dello 0,7%.

Petrolio in volata dopo esplosione oleodotto in Libia

L'impennata delle ultime ore è da ricondurre ad un'esplosione che ha interessato un oleodotto in Libia gestito da Waha Oil, appartenente alla compagnia nazionale libica NOC insieme a Conoco, Hess e Marathon.

L'oleodotto in questione trasporta il greggio al terminal di Es Sider sulla costa libica orientale. Gli analisti di Equita SIM in una nota diffusa questa mattina ricordano che la Libia era tornata a produrre 1 milione di barili al giorno dai 300.000 di fine 2016, con frequenti interruzioni per atti di sabotaggio, scioperi e proteste.

Waha Oil immette nell`oleodotto 220.000 barili al giorno e stima che mancheranno dai 70 ai 100.000 barili giornalieri a seguito dell'esplosione.

Equita: il rapporto domanda e offerta si riporta in equilibrio

Secondo gli esperti di Equita SIM, i volumi mancanti dall'oleodotto libico non sono sufficienti a giustificare il violento movimento del prezzo del greggio, ma dimostrano come il rapporto tra domanda e offerta stia progressivamente riportandosi in equilibrio.

Gli analisti stimano per il petrolio un prezzo a 60 dollari al barile nel 2018, ma è un'ipotesi che loro stessi considerano conservativa.

Le strategie suggerite per Tenaris, Saipem ed ENI

Quanto ai titoli del settore oil presenti a Piazza Affari, all`interno del comparto servizi, la preferenza di Equita SIM viene accordata a Tenaris, coperto con una raccomandazione "buy" e un prezzo obiettivo a 15 euro.

Il titolo è indicato tra i best pick per il 2018 e la SIM milanese apprezza in particolare l'esposizione della società al Sud America, in particolare in Argentina, che dovrebbe beneficiare di un aumento degli investimenti nei prossimi anni.

La view positiva su Tenaris è giustificata anche alla luce dell'attesa di un'accelerazione degli utili nei prossimi trimestri, grazie a progetti nel backlog, e in vista di un ulteriore miglioramento in Nord America grazie alla partenza del nuovo impianto in Texas.

Tra le società integrate la preferenza della SIM milanese è per ENI, anch'esso da acquistare con un target price a 16,5 euro. A detta degli analisti la società beneficia di un basso break-even rispetto ai prezzi del greggio, di una solida struttura finanziaria e di valutazione a sconto.

Infine, Equita SIM mantiene una view cauta sul business offshore e quindi su Saipem, il cui rating resta fermo a "hold", con un fair value a 3,7 euro. Gli analisti non si sbilanciano sul titolo vista la scarsa visibilità sui tempi di recupero.

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