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Tassazione globale, Yellen 'lieta' per rinvio imposta digitale Ue

Il Segretario del Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen

BRUXELLES (Reuters) - Janet Yellen, segretaria al Tesoro Usa, ha detto a Reuters di essere lieta per la decisione della Commissione europea di rinviare l'annuncio dell'imposta digitale Ue, poiché consentirà di finalizzare un accordo globale di tassazione sulle società.

Parlando con Reuters dopo il meeting con i funzionari Ue a Bruxelles, Yellen ha definito 'prudente' la decisione della Commissione di aspettare i parametri definitivi dell'accordo 'Pillar 1' dell'Ocse - per ricollocare i diritti d'imposizione per grandi multinazionali - prima di procedere con una propria imposta.

"Sono lieta per la loro decisione di rinviare una simile introduzione", ha detto Yellen in un'intervista. "Stiamo cercando di finalizzare un accordo. Attraverso Pillar 1, gli stati hanno concordato di abrogare le attuali misure e di evitare l'introduzione di future imposte digitali potenzialmente discriminatorie", ha aggiunto.

Ieri la Commissione europea ha confermato il rinvio dell'imposta digitale del blocco, eliminando una potenziale barriera per un più ampio accordo di tassazione globale. I funzionari statunitensi hanno affermato che l'idea di una nuova imposta digitale, proposta lo scorso anno durante un apparente stallo dei negoziati sulla tassazione, è incoerente con l'accordo Ocse.

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Tra i funzionari incontrati a Bruxelles, Yellen ha parlato con il ministro delle Finanze irlandese Paschal Donohoe, uno dei principali oppositori dell'accordo di tassazione, il cui appoggio sarebbe cruciale per permettere all'Unione europea di approvare l'accordo per un'aliquota minima globale sulle società, superiore al 15%.

"È a capo dell'Eurogruppo di ministri delle Finanze, mi ha invitato per incontrarli. Chiaramente ha un forte interesse per il successo dell'Unione europea", ha detto Yellen.

La segretaria al Tesoro Usa ha rifiutato di rilasciare un commento sul suo messaggio a Donohoe e sulle recenti dichiarazioni dell'Irlanda sull'accordo Ocse.

Sabato, le 20 maggiori potenze economiche hanno appoggiato un piano per la riforma globale della tassazione su società, che introdurrebbe un tasso fiscale minimo e che cambierebbe le modalità d'imposizione su grandi aziende come Amazon e Google, parzialmente basate su dove vendono i loro prodotti e servizi, anziché in base all'ubicazione della loro sede centrale.

La riforma, se finalizzata a ottobre, richiederà l'approvazione parlamentare degli oltre 130 stati partecipanti, tra cui anche il Congresso statunitense, dove potrebbe scontrarsi con l'opposizione dei Repubblicani.

Tutti gli stati membri Ue dovrebbero approvare a loro volta riforme fiscali, includendo l'accordo globale proposto.

(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in Redazione a Roma Stefano Bernabei, enrico.sciacovelli@thomsonreuters.com, +48587696613)