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Tassi Fed: per gli analisti i payrolls saranno la chiave

Intorno alle 13 Piazza Affari segnava un punteggio di +0,67, seguita dal resto d'Europa fotografata allo stesso momento con il Dax in territorio leggermente negativo a -0.1% così cme Londra a -0,23% mentre Parigi era in vantaggio a +0,6%.

Il carosello delle dichiarazioni

I mercati restano deboli non solo per l'atmosfera ancora vacanziera ma anche per le attese verso quello che, ormai, è l'unico punto interrogativo rimasto in ambito di banche centrali: la Fed e la sua riunione di settembre. A peggiorare l'instabilità è anche il ritorno del carosello di dichiarazioni degli esponenti della banca centrale statunitense, in primis le impressioni snocciolate da Charles Evans, Della Fed di Chicago il quale si è invece dichiarato contrario sia per quanto riguarda un intervento immediato sia per il futuro: l'economia Usa, infatti, non è ancora in grado di reggere un cambio di rotta con una fase di stagnazione secolare in base alla quale sarebbe facile prevedere una condizione di crescita minima a sua volta favorita dai macro trend rappresentati dall'invecchiamento della popolazione attiva, dal calo degli investimenti privati e, quindi, da un generale rallentamento della ripresa verso valori che difficilmente riusciranno a tornare a quelli ante crisi. Dalla parte opposta, invece, il parere del vice di Janet Yellen, Stanley Fischer che ha lasciato aperta l'ipotesi non solo di un ritocco prima di dicembre ma addirittura di una serie di rialzi. A questo ha fatto seguito la serie di con conseguente impennata allo 0,8% del rendimento sui Treasuries a due anni, di fatto quelli immediatamente colpiti da un aumento dei tassi.

La view di El-Erian

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Mohamed El-Erian, capo consigliere economico di Allianz (Hannover: ALVN.HA - notizie) ha dichiarato che attualmente vede una probabilità del 60 per cento da parte della Federal Reserve di aumentare i tassi nella sua riunione di settembre, anche se questa stessa percentuale potrebbe diventare dell'80%. Ma questo dipenderà da tre fattori: il report dei payrolls di venerdì con una creazione di posti di lavoro oltre le 180.000 unità, la crescita dei salari e soprattutto il tasso di partecipazione. Solo nel caso in cui ci siano risultati positivi sul fronte del lavoro, allora la Fed non avrebbe più alcun alibi per evitare un aumento dei tassi. Stando alla sua view, inoltre, ci sarebbero ormai danni collaterali creati dalle strategie prolungate delle banche centrali, tutte, e della Fed in particolare. Infatti, come da lui sottolineato, mentre l'economia Usa può vantare un semaforo verde, il resto del quadro internazionale viaggia con il semaforo giallo, diventando perciò una potenziale zavorra per le decisioni della Fed. Una conferma arriva anche dall'analisi di Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr secondo cui un labour market report particolarmente incisivo, ovvero con oltre 200mila nuovi posti di lavoro e una disoccupazione al di sotto del 5% potrebbe essere la prova del ove di un rialzo già a settembre.

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