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Terremoto in Turchia e Siria: 11.200 vittime. E gli aiuti internazionali tardano ad arrivare

Il bilancio ufficiali dei terremoti che hanno colpito il sud della Turchia è salito finora ad almeno 11.200****morti, incluse le vittime in Siria: lo hanno reso noto il governo turco, media statali siriani e la Ong di protezione civile siriana "White Helmets".

Il terremoto più catastrofico (e mortale) dell'ultimo decennio.

Vivi per miracolo

Un neonato di due mesi è stato estratto dalle macerie da un soccorritore. il bambino ha resistito 29 ore sotto un edificio crollato a causa del terremoto nella città turca di Hatay. 
Ora sta bene, è vivo per miracolo.

Screenshot
Un fermo immagine del soccorritore con in braccio il bambino salvato. - Screenshot

Al freddo e sotto la neve, i soccorritori hanno scavato per tutta la giornata di martedì e per tutta la notte, alla ricerca di sopravvissuti. 
E sono riusciti a salvare un uomo di 62 anni.  
Gli altri componenti della sua famiglia erano stati salvati in precedenza, comprese due sorelle. In tutto, sette persone erano in casa ad Hatay quando sono state sorprese nel sonno dal terremoto di lunedì.
Per ore avevano parlato tra loro sotto le macerie, incoraggiandosi a vicenda.

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Di fronte a tale distruzione si prova solo un senso di smarrimento, disperazione e impotenza.

I cittadini di Hatay - città della provincia di Kahramanmaras, particolarmente colpita dal sisma - stanno dando una mano alle squadre di soccorso per scavare sotto le macerie per trovare altri sopravvissuti.

Gli stessi soccorritori, però, sono privi di attrezzature specifiche e - in attesa di aiuti - sono costretti spesso a scavare a mani nude.

Però nessuno si arrende, nonostante la grande fatica e una serie di scosse di assestamento che fanno paura.

Euronews
Il confine tra Turchia e Siria dove si è verificato il terremoto. - Euronews

Il sacrificio della vita

Devastata anche la città di Jandairis, in Siria. 
Qui una donna ha dato alla luce una bambina prima di morire sotto le macerie. La bambina è viva.
È stata ritrovata ancora con il cordone attaccato ed è stata trasportata in ospedale, dove le hanno riscontrato ferite e segni di ipotermia.

Purtroppo, come dice un residente di Jandairis, sopravvissuto al terremoto, "ora ci sono più persone sotto le macerie di quelle sopra".

In Siria, però, gli aiuti faticano ad arrivare, anche se molti Stati li inviano nonostante le sanzioni al Paese.
Secondo numerose segnalazioi, gli aiuti - molti dei quali entrano dalla Turchia via terra - faticano a passare il confine.

L'ostracismo del regime di Assad nei confronti di quelle terre, abitate soprattutto da curdi siriani, sembra tragicamente evidente.

Nel Paese martoriato da 12 anni di guerra, la situazione è drammatica. Ad Aleppo, dice la Onlus "Terres des hommes", c'è bisogno di tutto.
Il terremoto ha distrutto il poco che aveva resistito alla guerra.