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Trump e Merkel: l’asino il bue e la guerra valutaria che verrà!

Affascinante davvero affascinante, ci mancava solo che il bue Merkel desse del cornuto al all’asino Trump, all’inizio della settimana che precede l’insediamento di Donald a presidente degli Stati Uniti d’America.

Io ve l’ho già raccontato, la ragazza non ha la più pallida idea del battito d’ala della farfalla Trump che sta per trasformarsi in tempesta sopra il cielo di Berlino, Trump attacco alla Germania…

Berlino (askanews) – “La mia convinzione profonda è che sia più vantaggioso avanzare insieme che non che ciascuno cerchi di risolvere i propri problemi da solo”.

Una simile faccia tosta davvero se la poteva risparmiare la regina dell’imperialismo tedesco, principessa del surplus, cancelliere dell’unico Paese che crede di poter unilateralmente imporre al resto d’Europa la sua strategia, la sua egemonia, come la storia insegna.

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La Cancelliera tedesca, Angela Merkel ha messo in guardia contro le tendenze protezionistiche attribuite al presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ricordando la crisi finanziaria del 2008 e insistendo sulla necessità di “avanzare insieme”.

Il protezionismo è ormai inevitabile!

FLASSBECK: USA, CINA, GERMANIA E LA PROSSIMA GUERRA VALUTARIA

Donald Trump fa paura a molti. Al momento a essere spaventata è la Cina, in quanto il presidente neoeletto minaccia di imporre dazi sulle importazioni provenienti dal paese asiatico, colpevole di aver sfruttato unilateralmente gli scambi commerciali con gli Stati Uniti.

Molti si domandano se Trump può davvero permettersi di scatenare una guerra commerciale con la Cina, considerato che si tratta del più importante importatore e, dopo il Giappone, del più importante creditore dell’economia americana, che, come è noto, soffre di un forte deficit commerciale.

La Germania dovrebbe fare molta attenzione al comportamento di Trump nei confronti della Cina. In questa partita internazionale anche il paese tedesco – il membro del G20 con il più grande il surplus commerciale (il 9% del PIL) – ha molto da perdere.

Gli Stati Uniti sono il partner commerciale con il deficit più grande nei confronti della Germania (60 miliardi di Euro). Presto o tardi Trump finirà per accorgersene. È probabile che succeda proprio quando il suo ministro delle Finanze gli presenterà il Currency Report annuale, nel quale vengono elencati, dal punto di vista americano, i più grandi peccatori in materia di commercio internazionale.

Noi la scorsa settimana vi abbiamo già raccontato che Trump se ne è gia accorto e ha minacciato la Germania, probabilmente chi non se ne è accorto è proprio Flassbeck che come molti tedeschi vive in una gabbia dorata e il dollaro debole per il momento se lo può solo sognare.

Ieri Trump ha dichiarato che ora il dollaro è troppo forte e che le loro aziende non possono competere con la Cina che sostiene lo yuan solo per non fare arrabbiare gli americani. La nostra valuta è troppo forte ecco sta uccidendo ha detto, dillo pure anche a nonna Yellen e ai mercati che se ne fregano di un dollaro forte perché le dinamiche portano tutte li … al prossimo Hotel Plaza solo che questa volta nessuno aiuterà gli Stati Uniti d’America come avvenne nel 1985 non ci sarà nessun Giappone ad aiutare.

Ma torniamo al fine settimana e alla Merkel…

A proposito della crisi, la Cancelliera ha ricordato: ci siamo detti: dobbiamo risolvere insieme il problema che si sta presentando'; e la risposta non è stata un ripiegarsi su se stessi, ma un appello alla cooperazione, a delle regole comuni, alla regolamentazione dei mercati finanziari”.

“Credo sia stato un metodo che ha funzionato – ha concluso la Merkel – cercheremo naturalmente la via del dialogo con il nuovo Presidente degli Stati Uniti”.

A me fa piacere che la Merkel cerchi la via del dialogo con Trump, visto che la stessa via non è mai stata seguita in Europa, ma i tedeschi fuoriclasse nella corruzione e manipolazione sistematica attraverso Deutsche Bank, Siemens e Volkswagenm tanto per dire qualche nome farebbero meglio a pensare ai loro problemi…

In un’intervista alla Bild am Sonntag il ministro dei Trasporti tedeschi afferma: “Le autorità italiane sapevano che secondo i nostri esperti Fiat Chrysler usava dispositivi di spegnimento illegali”. E chiede alla Commissione Ue di “garantire il richiamo” di alcuni modelli.

Il nostro problema è che la nostra classe politica è inadeguata per combattere questa guerra, il peccato originale è quello che l’astrologo Scalfari ha ammesso proprio ieri in mezzo ad un coacervo di inutile filosofia…

I Paesi membri dell’Unione europea, politica ed economica, erano 28 fino a quando il Regno Unito di Gran Bretagna ne è uscito e dunque gli Stati sono diventati 27, dei quali 19, i principali, hanno aderito all’euro. Tra di essi il principale è la Germania non soltanto per la sua struttura economica e per la consistenza della sua popolazione, ma anche perché l’euro, di fatto, non è che il cambiamento di nome del marco tedesco che era la moneta di riferimento sulla quale furono fissati i vari cambi con le altre monete. Queste sono le premesse storiche della crisi monetaria attuale. Una crisi, o meglio una crescente sfiducia nella moneta comune, nasce naturalmente da ragioni politiche ed anche da malanni economici e sociali che ciascuno dei 19 Paesi europei sta attraversando. Ritirarsi dall’euro, magari soltanto per qualche anno, consentirebbe soprattutto di essere sottratti a quella sorta di protettorato tedesco che stabilisce la politica economica e le regole che gli Stati debbono rispettare, i sistemi di controllo e le relative penalizzazioni nei casi di inadempienza. Ma sarebbe anche la fine di un sogno che non è un’utopia…Lo scudo di Draghi è il ministro del Tesoro europeo.

Questa è la sintesi che loro vi hanno nascosto per anni, Scalfari in testa che insieme a molti sta abbandonando la nave che affonda, il resto ve lo risparmio, potrebbe essere una doccia gelata come l’acqua che circondava il Titanic! Buona consapevolezza e … per oggi non è finita, non è affatto finita!

Autore: Andrea Mazzalai Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online