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UniCredit, 18,3 mld di prestiti garantiti a inizio dicembre, 25 mld moratoria

Il palazzo Unicredit a Milano

di Patricia Uhlig

FRANCOFORTE (Reuters) - A inizio di dicembre UniCredit aveva erogato circa 18,3 miliardi di prestiti garantiti dallo stato mentre i crediti soggetti a moratoria ammontavano a circa 25 miliardi di euro.

A fornire le cifre aggiornate in un colloquio con Reuters è Olivier Khayat, Co-Ceo Commercial Banking Western Europe di UniCredit.

Nel dettaglio, sono riconducibili all'Italia 13,4 miliardi del totale dei prestiti coperti da garanzia statale e 20,3 miliardi di moratorie sui finanziamenti, precisa.

I dati si confronto con quelli del terzo trimestre che vedevano prestiti garantiti dallo stato per 14,2 miliardi di euro a fine settembre e finanziamenti oggetto di moratoria per 29 miliardi

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Khayat ha spiegato come UniCredit preveda un forte rimbalzo dell'economia europea dal crollo causato dalla pandemia entro la fine del trimestre in corso o l'inizio del prossimo

"Ma non significa che non ci saranno vittime", ha precisato. "Tutto ciò … che è legato alle esportazioni si riprenderà. Tutto ciò che è legato a turismo e trasporti farà ancora fatica".

Sotto la guida dell'AD uscente, Jean Pierre Mustier, UniCredit ha assunto un approccio estremamente cauto verso le ricadute della pandemia di Covid-19, aumentando in maniera decisa gli accantonamenti su crediti a fronte delle perdite attese una volta che i governi ritireranno le misure di sostegno all'economia.

Le indicazioni sul costo del rischio per il 2020 lasciano alla banca di Piazza Gae Aulenti margini per altri 2 miliardi di accantonamenti nel quarto trimestre, aveva precisato Mustier durante l'ultima call sui risultati.

"Bisogna affrontare la realtà ed essere onesti. Abbiamo preso le misure corrette sulla base della nostra valutazione della situazione", ha detto Khayat.

Commentando il trend di consolidamento del settore, Khayat ha detto che sarà inevitabile a un certo punto perché "non si può servire un'economia che ha circa la stessa dimensione di quella Usa con un mercato bancario frammentato come quello europeo".

Allo stesso tempo "dobbiamo essere cauti a non fare troppe congetture sulla struttura e la natura del settore. Quando si intraprendono queste operazioni si posa la penna sul tavolo e non si fa altro. Ma noi siamo pienamente operativi," ha detto.

(Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano Valentina Za, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)